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ROBERTO GIGLIO, DAL 27 MARZO AL 3 APRILE LA QUOTIDIANITÀ SOLITARIA DEI LUOGHI DEL SUD NELLE TELE IN MOSTRA AL TEATRO MASCIARI DI CATANZARO

Sabato 27 marzo alle ore 18 nel foyer del Teatro Masciari sarà inaugurata una mostra personale dell’artista Roberto Giglio, dal titolo “I fantasmi di Badolato”.

L’autore delle opere è nato a Badolato e ha formato la sua poliedrica personalità artistica a Roma, ove si è laureato in architettura. Dopo l’incontro con il grande acquarellista spagnolo Pedro Cano, Roberto Giglio ha maturato una peculiare cifra stilistica, resa dalla dissolvenza del paesaggio e della figura umana in una luce che,  spesso,  ha toni crepuscolari e intimisti.

La pittura di Roberto Giglio esprime un senso nostalgico dei luoghi del Sud, a cui è legato culturalmente e fisicamente.

Al centro della sua opera vi sono visioni incantate di paesi resi surreali dall’abbandono, frammenti di quotidianità solitaria nel borgo deserto, i volti e le mani delle antiche donne, usci e finestre su vicoli silenti che appaiono attraverso una pittura sottile e sfibrata da una luce accecante e  imprendibile, come la gente del Sud.

«E’ un sentire sull’uscio del vicolo – ha scritto il critico Cesare Terracina a proposito delle opere di Giglio –   pittura espressa come un viaggio che ha prodotto incontri con nuovi colori, suoni e immagini di credenze antiche tradizione dura come la quercia radicata nella dolce poesia dei luoghi percorsi e vissuti camminando lentamente, osservando e ascoltando sempre ciò che apparirebbe ombra».

La mostra propone quaranta opere concepite nell’ambito del progetto “I fantasmi di Badolato”, incentrato sul  tema dell’abbandono dei piccoli centri storici della Calabria, abitati oggi solamente da anziani che, come fantasmi, appaiono nei vicoli e sull’uscio delle case come in una eterna attesa.

La poetica del progetto è perfettamente compendiata in un brano dello scrittore Domenico Gangemi, il quale, dopo aver camminato tra le case del borgo di Badolato, scriveva:

“(…) Lì c’era gente irreale e incom­prensibile, (…), non erano pronti a cogliere il nuovo: davvero fantasmi, ignari testimoni di un tempo che si è fermato, ignari tramandatori del passato. Erano rimasti per paura di un confine vicino ma ignoto, (…). Altri, i più, erano stati lusingati dal mare, (…). E se ne erano an­dati, lasciandosi dietro i vecchi vinti dalle radici e dall’a­bitudine. Erano rimasti i fantasmi (…)”.

L’esposizione resterà aperta fino al 3 aprile e potrà essere visitata tutti i giorni dalle ore 16 alle 22.

 

Autore

Salvatore Ferragina

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