Rassegna stampa

Il Catanzaro sbaglia e paga alla distanza

A Viterbo domina nettamente nel primo tempo quando non imprime il proprio sigillo e si fa sorprendere nella ripresa
da Gazzetta del Sud

La legge dell’Enrico Rocchi? Non fa sconti neanche al Catanzaro. La Viterbese sale sui pedali, batte i calabresi e consolida il primato il classifica (grazie al concomitante pari tra Crotone ed Acireale). Eppure il Catanzaro non ha demeritato, giocando la sua onesta partita, senza risparmiarsi e cercando con insistenza il colpaccio. L’intenzione ambiziosa era infatti quella di bissare il successo di Foggia, a coronamento di un buon momento nell’ambiente calabrese. Eppure così non è stato. Nel primo tempo, nulla lascia pensare che siano i padroni di casa ad aggiudicarsi l’intera posta in palio. La squadra di Braglia gioca senza correre pericoli. La cinica svolta dei gialloblù, però, arriva puntuale alla metà del secondo tempo, quando un traversone da sinistra di Fabio Di Sauro pesca Santoruvo, solo in mezzo all’area; la trappola del fuorigioco dei difensori calabresi si inceppa (ma i giallorossi contestano la sua posizione) e il centravanti si trova spalle alla porta, solo davanti al portiere. Per anticipare i tempi, si proietta in una splendida rovesciata che prima fa sbattere il pallone sulla traversa e poi lo manda in rete. È l’uno a zero: la Viterbese sblocca il risultato e può giocare sul velluto, pur dovendosi guardare dai numerosi attacchi avversari. Il sigillo, con il Catanzaro tutto sbilanciato in avanti alla caccia del pari, lo mette a segno Martinetti al novantaquattresimo. Liberato da Santoruvo, che di testa allunga un rilancio del portiere Paoletti, il piccolo capitano si mangia la fascia destra come fosse una lepre e mette la palla tra palo e portiere. È l’apoteosi, quella festa che a Viterbo aspettavano in tanti, al coro di «Serie B! Serie B!». Ecco come finisce la trasferta del Catanzaro, una partita difficile che la squadra di Braglia ha ben giocato, pagando cara la disattenzione sul primo gol, senza trovare poi la via della rete che avrebbe permesso un pareggio sicuramente più giusto del penalizzante 0-2 patito a fine gara. Due gol di scarto, tra Viterbese e Catanzaro, proprio non si sono visti. E non per i demeriti dei padroni di casa. Nel primo tempo, infatti, a menare le danze, sono i giallorossi di Braglia, con un atteggiamento che prevede il solo Corona a pungere dalle parti di Paoletti, supportato da Toledo e Alfieri, che più volte hanno cercato di metterlo nelle condizioni di andare a segno. La difesa della Viterbese, però, non è quella del Foggia, e prima Sibilano e poi Bianconi smorzano ripetutamente le folate avversarie. L’unico torto della squadra di Braglia, se così si può dire, è stato quello di non riuscire a sbloccare l’incontro quando la supremazia territoriale appariva evidente. Anche l’inserimento di Frau, che giocava dal primo minuto in questo campionato, alimenta le verticalizzazioni del Catanzaro, che trova pochi ostacoli nella zona nevralgica delle operazioni. Così gli ospiti, pur non impegnando mai a fondo Paoletti, danno l’impressione di poter gestire la gara, portandosi più volte al tiro prima con Alfieri e poi con Milone. La staffilata su calcio di punizione di quest’ultimo dà l’impressione ottica del gol, ma l’urlo rimane solo in gola dei cinquecento tifosi giunti dalla Calabria. In pratica la Viterbese esce fuori solo nella ripresa, soprattutto quando Carboni decide di richiamare Frau in panchina e di gettare nella mischia l’esterno Mannucchi. È il preludio del gol che arriva poco dopo, già ampliamente descritto. La Viterbese non cede nemmeno quando, nel finale, a poco più di cinque minuti dal termine, gli animi si scaldano. Cingolani subisce fallo, rimane a terra, l’arbitro fa proseguire, ma Gimmelli manda la palla in out. A quel punto nasce un battibecco tra Favo e il tecnico giallorosso Braglia. Ne fa le spese il giocatore di casa che viene espulso insieme al tecnico Carboni, inseritosi nel diverbio. Ma non è finita. Poco dopo l’arbitro espelle direttamente anche il calabrese Ascoli, reo di un’entrata decisa. Il Catanzaro resta in dieci, ma si mostra comunque capace di attuare un forcing asfissiante che costringe i padroni di casa nella propria metacampo. Alferi sbaglia un gol quasi fatto, mandando alta un’inzuccata da pochi passi. I sei minuti di recupero sembrano il preludio del pareggio dei calabresi, che però non arriva. Arriva anzi il raddoppio dei locali, con Martinetti che se ne va in fuga e mette tutti a tacere.

Autore

God

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