Rassegna stampa

Ultras scagionati dalle accuse per l’invasione di Catanzaro-Trapani

Undici tifosi erano finiti nei guai dopo la partita casalinga dell’11 aprile ’99

da Il Quotidiano

QUELL’invasione di campo effettuata l’11 aprile 1999 alla fine della partita Catanzaro-Trapani potrebbe diventare solo un ricordo per alcuni ultras che, ieri mattina, sono comparsi davanti al collegio della seconda sezione penale del Tribunale del capoluogo. I giudici Alessandro Bravin, Giuseppe Pavich e Tiziana Macrì hanno deciso, infatti, l’assoluzione di tutti gli imputati, accogliendo le sollecitazioni avanzate in tal senso dagli avvocati difensori ((Antonio Parisi, Antonio Ludovico, Maria Stefania Valentini, Valerio Carvetta, Amedeo Bianco, Gianfranco Marcello e Sergio Polisicchio) e dallo stesso pubblico ministero Luigi de Magistris. Anche il sostituto procuratore, infatti, alla luce di quanto emerso durante la fase dibattimentale del processo ha ritenuto infondate le prove a carico di Massimiliano Giglio, Giovanni Aloi, Vincenzo Marino, Fabio Falvo, Roberto Cassala, Fabio Gigliotti, Attilio Pultrone, Pietro Posella, Pierpaolo Mauro, Francesco Pietramala e Salvatore Aloi, chiedendone, di conseguenza, l’assoluzione.
Tutti i tifosi erano accusati di diversi reati a partire dall’abbattimento di parte della recinzione che separa la curva del Ceravolo dal rettangolo di gioco, al lancio di sassi, aste di bandiere e vari oggetti contundenti, alle lesioni provocate a quattro poliziotti e due carabinieri. Proprio questi ultimi, intervenuti insieme ad altri colleghi per sedare gli animi surriscaldati dei tifosi e impedire l’invasione di campo, avevano riportato contusioni ed ematomi che avevano reso necessario il ricovero all’ospedale Pugliese dal quale erano usciti con prognosi che andavano dai quattro ai venticinque giorni. In ospedale erano finiti anche due tifosi che, durante gli scontri con gli agenti in servizio allo stadio avevano riportato diverse ferite. A causare gli episodi che erano poi degenerati nell’invasione di campo era stato il gol della vittoria segnato dalla squadra ospite al 37° del secondo tempo. Una rete segnata grazie ad un rigore che non era piaciuto ai supporter locali la cui agitazione era culminata nell’invasione del rettangolo di gioco. E se a scavalcare la recinzione erano state una cinquantina di di persone, solo undici di loro erano state segnalate come presunte responsabili degli episodi “incriminati”. A sostegno delle tesi accusatorie formulate dalla Procura le annotazioni della Digos, i certificati medici relativi alle lesioni subite dagli agenti, gli interrogatori degli imputati e, soprattutto, alcune videocassette di riprese televisive degli scontri di quell’11 aprile. Prove che avevano convinto il giudice per l’udienza preliminare Donatella Garcea che nel maggio 2002 aveva rinviato a giudizio gli undici giovani. Di diverso avviso, invece, i giudici del collegio che, sollecitati dallo stesso pubblico ministero, non hanno ritenuto di condannare gli ultras.

c. s.

Autore

God

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