Catanzaro Night News

TERAPIA ANTICOAGULANTE AL S.ANNA HOSPITAL

 

POSITIVI I PRIMI RISULTATI DI ESCAT III. TRA I PAZIENTI ARRUOLATI NELLO STUDIO, ANCHE L’ONOREVOLE SARRA.

 

Sono arrivati a venticinque, i pazienti “arruolati” dal S. Anna Hospital nel progetto internazionale denominato Escat III sull’autocontrollo dell’anticoagulazione con un nuovo regime di terapia a basso dosaggio, coordinato dall’università tedesca di Bad Oeynhausen. Se le aspettative dei ricercatori verranno confermate, le persone la cui valvola mitralica e/o quella aortica sono state sostituite chirurgicamente con una protesi meccanica, potranno beneficiare di una serie di ricadute positive, sia dal punto della terapia anticoagulante che sono obbligati a seguire, sia per quanto riguarda la loro qualità di vita.

Tra i pazienti arruolati in Escat III al S. Anna, anche Alberto Sarra, avvocato e consigliere regionale, sottoposto nei primi giorni del 2010 a un delicato intervento chirurgico dall’equipe del dottor Mauro Cassese, per una dissecazione dell’aorta: una delle patologie più gravi e a più alta mortalità.

“Ho accettato volentieri di far parte dello studio – dice Sarra. Ho dovuto mio malgrado misurarmi improvvisamente con un problema di salute molto serio e mi rendo conto, a parte la buona riuscita dell’intervento, di quanto i risultati di Escat III, se positivi, potranno avere conseguenze positive per i pazienti. L’ho fatto anche perché ho piacere di essere parte di uno studio di portata internazionale, che vede protagonista una struttura ospedaliera di eccellenza della mia regione. Sapevo – ha aggiunto – del livello qualitativo raggiunto dal S. Anna Hospital nell’impegnativo campo della cardiochirurgia, ma ciò che ho avuto modo di verificare da paziente è andato oltre ogni aspettativa. L’attenzione complessiva e le prestazioni di cui gode il malato, dal suo ingresso alle dimissioni e fino ai successivi controlli, sono quanto di meglio un ospedale possa offrire a un paziente e ai suoi familiari. Non credo – ha detto ancora Sarra – che il mio ruolo pubblico possa aver fatto la differenza, come pure qualcuno ha sostenuto. Tant’è che nelle stesse ore in cui io facevo il mio ingresso in ospedale, un altro ammalato con la stessa mia grave patologia ma un’età molto avanzata veniva ricoverato, ricevendo esattamente lo stesso trattamento riservato a me. La medesima cosa si è ripetuta nei giorni della mia degenza post operatoria. Al S. Anna sono arrivati cittadini dalle zone più diverse della Calabria e il grado di accoglienza e di cura è sempre stato di altissimo livello. Da rappresentante delle Istituzioni – ha concluso Sarra – una cosa però posso certamente affermarla: il tema dell’emergenza cardiaca e della cardiochirurgia, in Calabria, deve essere ancora compiutamente definito ma, quali che saranno le scelte ultime e definitive, esse non potranno prescindere dall’eccellenza che rappresenta per la nostra regione la realtà del S. Anna Hospital”.

A più un anno dall’avvio dello studio presso il S. Anna e a quasi tre dall’avvio complessivo di Escat, i primi risultati registrati a livello internazionale dallo studio sono assolutamente incoraggiati. “Grazie alla terapia a basso dosaggio e ai controlli più frequenti dell’INR – spiega il dottor Maurizio Braccio – si è registrata una sensibile diminuzione sia degli eventi trombo embolici, legati al cattivo funzionamento della protesi, sia degli eventi emorragici. I primi si sono verificati in una percentuale di casi dello 0,3% contro una media del 2,8% paziente/anno; per gli altri, la percentuale è stata dello 0,5% contro una media del 2,5% paziente/anno. Per quanto riguarda in particolare i pazienti in studio al S. Anna – aggiunge Braccio – nessuno di loro ha fatto registrare eventi trombo embolici o emorragici. Non hanno avuto difficoltà particolari ad effettuare autonomamente e non in laboratorio il controllo dell’indice di coagulazione ma soprattutto si dichiarano soddisfatti proprio per essersi affrancati dall’obbligo di sottoporsi periodicamente ai prelievi in laboratorio. Lo studio continua – ha concluso Braccio – ma questi primi risultati ci fanno ben sperare per l’esito futuro e definitivo di Escat III”.

Marcello Barillà

Autore

Salvatore Ferragina

Scrivi un commento