Dalla Redazione

Juve Stabia-Catanzaro 1-0: le pagelle

Corapi ancora una volta migliore in campo. Di Maio un leone. Decisivi l’incertezza di Vono e un tridente spuntato

Vono 5
– Nonostante tutte le attenuanti del caso, l’erba finta resa ancora più infida da quella maledetta pioggia (durata dieci minuti) che rientra nel disegno del caso beffardo, respinge sui piedi di Ottobre il calcio di punizione di Moretti. Queste partite, condotte sul filo dell’equilibrio, 9 volte su 10 vengono risolte da episodi, e l’esperienza pesa come un macigno. Chiedere a Soviero, che arpiona un colpo di testa di Gimmelli sulla linea di porta. Peccato.

Di Maio 7
– Per 70 minuti è un muro insuperabile su cui il gigante Vicentin sbatte vanamente. Nel tentativo di arrembaggio finale si disunisce innervosendosi, rischia di perdere la testa ed un suo errore potrebbe aprire la strada al raddoppio dello Stabia. Rimedia un’ammonizione (voluta?) che vale la squalifica nel match di domenica prossima contro la Vibonese. Resta una prestazione superba. Categoria superiore.

Gimmelli 6,5 – Preciso, anche grazie alle sue chiusure Vicentin e De Angelis sono resi praticamente inoffensivi. Sfiora il goal sul classico schema da calcio d’angolo che lo vede inzuccare sul primo palo. Certezza.

Di Cuonzo 6,5 – Vince lo scontro diretto col dirimpettaio Amore, proponendosi con buona volontà e discreta qualità sulla fascia destra. Le migliori iniziative della banda Auteri si sviluppano dalle sue parti, compresa l’ultima palla ciccata da Longoni. Vivace.

Bruno 6
– Parte in sordina, come un diesel comincia a carburare nella seconda metà del primo tempo, in cui ritorna ad essere il solito padrone del centrocampo al cospetto di Ruscio e Acoglanis. Purtroppo si spegne lentamente nella ripresa e viene sostituito. Ammonito, sarà anche lui squalificato. Si può dare di più.

Corapi 7
– Cuore, gambe e talento, questo ragazzo sta diventando un centrocampista completo. Costruisce con la stessa facilità con cui tampona, salta l’uomo, scalda i guanti di Soviero, batte a ripetizione calci d’angolo velenosi. Ci vorrebbe un suo clone sulla fascia sinistra. Maturo.

Benincasa 5,5
– Tanta volontà ma un grosso limite. Ametrano andrebbe attaccato ripetutamente, non ha il passo ed è poco supportato da Tarantino, ma il soveratese Benny non è in grado di supportare Montella nell’assalto alla fascia sinistra. Per chi conosce la favola, leone sordo.

Montella 5,5
– E’ il più vivace del trio d’attacco (e probabilmente anche nel migliore stato di forma), ma alla fine combina poco. Dà l’impressione di poter spaccare in due la partita sfruttando il divario di velocità con Ametrano ma è poco continuo e mal supportato. Illusione.

Longoni 5
– Facilità di calcio impressionante, propensione al doppio passo ed al tacchetto fine a sé stesso irritante. La prestazione di Longoni è quella di un ragazzo di passaggio a Catanzaro ed iper-responsabilizzato dai risvolti del mercato di gennaio. Cicca malamente all’ultimo respiro una palla d’oro fornita da Di Cuonzo. Inconcreto.

Mosciaro 5 – Si sbatte per non dare punti di riferimento agli avversari, ma alla fine è lui a perdere completamente la bussola. Non una conclusione, non uno spunto degno di nota. Falomico.

Lodi
  e Orosz s.v. – Danno il loro onesto contributo, ma la frittata è già servita.

Auteri 7,5
– Mi auguro per Rastelli che abbia avuto con sé un taccuino per prendere appunti. Se a fine primo tempo il pubblico della tribuna fischia una Juve Stabia costretta ad affidarsi ad un unico schema fatto di lunghissimi lanci per Vicentin ed alle sue spizzate per De Angelis e gli esterni alti, il merito è del capolavoro tattico di Auteri. Il Catanzaro è padrone assoluto del centrocampo e non subisce mai l’iniziativa delle vespe. Ma non è in grado di infliggere il colpo di grazia per evidenti pecche dei suoi suonatori, a cominciare da Mosciaro e Longoni.
Come razionalizzare una sconfitta del genere? Il buon Rastelli tira fuori i cambi Moretti ed Ottobre (oltre al talento Peluso) che risulteranno decisivi nel momento chiave della partita. Mister Auteri si gira verso la panchina e vede Lodi e Orosz. Il fatto che Berger non sia subentrato allo spaesato Benincasa (e gli sia stato preferito Lodi) la dice lunga sulla qualità del supporto che Aiello e Pitino hanno fornito al Mister con la campagna di rafforzamento invernale. La Juve Stabia brutta, scorbutica e concreta ha i connotati delle squadre che vincono i campionati. Gioca male, soffre, vacilla ma non cade a tappeto. Può contare sul contributo effettivo di 15/16 giocatori di livello assoluto.
Nulla è compromesso, ma siamo sempre più consapevoli che ad Auteri, in un contesto di difficoltà economiche, penalizzazioni, rosa ridotta e disaffezione del pubblico venga chiesta un’impresa titanica.

Francesco Guerrieri

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