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A Catanzaro, corso di formazione politica in dieci lezioni

Si è aperta a Catanzaro la seconda edizione della Scuola di Liberalismo 2010 promossa dalla Fondazione “Vincenzo Scoppa” e dalla rivista “Liber@mente”. La prima lezione è stata tenuta dal prof. Lorenzo Infantino, titolare della cattedra di Filosofia delle Scienze Sociali presso la Facoltà di Economia della Luiss Guido Carli di Roma, sul tema: “La Scuola Austriaca e il recupero del Liberalismo classico”.
Un corso di formazione politica aperto a giovani e meno giovani. Dieci lezioni in tutto per analizzare e studiare i principi del liberalismo classico, sotto la guida di illustri docenti, personalità accademiche e imprenditoriali.
Si è aperta venerdì, presso la Sala Convegni della Camera di Commercio di Catanzaro, la seconda edizione della Scuola di Liberalismo promossa dalla Fondazione “Vincenzo Scoppa” e dalla rivista “Liber@mente” in collaborazione con la Camera di Commercio di Catanzaro, l’Università degli Studi “Magna Graecia”, l’Amministrazione Provinciale, l’Assessorato comunale alla Cultura, la Rubbettino Editore, l’Arcea, la Fondazione “Einaudi”, l’Istituto “Bruno Leoni”, la Confcommercio Giovani Imprenditori di Catanzaro, il Comitato Regionale Giovani Imprenditori della Confindustria Calabria, la Confagricoltura Calabria, la X Circoscrizione del Lions Club International e il Gruppo Banca Popolare di Vicenza.
Insomma grandi partner istituzionali per una grande iniziativa che ha trovato il “la” nella lectio magistralis del prof. Lorenzo Infantino, titolare della cattedra di Filosofia delle Scienze Sociali presso la Facoltà di Economia della Luiss Guido Carli di Roma.
Prima della lezione ha dato il proprio saluto ai partecipanti e ai relatori Sandro Scoppa, presidente della Fondazione. Accanto a lui, Paolo Abramo, presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Florindo Rubbettino, presidente dei giovani imprenditori calabresi, Albero Scerbo, ordinario di Filosofia del diritto alla università “Magna Graecia”, Raffaele Mancini, sindaco di Soverato che in questa stagione estiva ha ospitato la manifestazione “Liber@estate”.
La lectio magistralis del prof. Infantino ha posto l’accento su un tema abbastanza complesso: “La Scuola Austriaca e il recupero del Liberalismo classico”.
“Ho sintetizzato in due ore –ha specificato al termine dell’intervento il docente- quello che di solito tratto circa in un intero corso di lezioni all’università”.
Il prof. Infantino è partito da una domanda essenziale per sviluppare lo snodarsi del discorso: perché il recupero del liberalismo classico?
I numerosi attacchi contro la proprietà privata, portati avanti all’indomani della Grande Guerra, avevano minato le fondamenta dell’edifico liberale, determinando una situazione di grande smarrimento culturale. Ci penserà la Scuola Austriaca di Economia, con Carl Menger, Eugen von Boehm Bawerk, Ludwig von Mises e Friedrich A. von Hayek, a  riformulare i principi del liberalismo classico.
Ma andiamo con ordine, seguendo l’articolata relazione del prof. Infantino.
Per la Scuola storica tedesca le scienze teoriche sociali non sono possibili, perché gli eventi sono unici ed irripetibili. Solo la storia è possibile. In quest’ottica anche la legge economica, essendo una teoria, sarebbe inutile, con la conseguenza che il potere politico potrebbe esercitarsi in maniera indiscriminata.
I liberalisti  però sanno di aver bisogno di teorie  generali per analizzare i casi concreti.
Sostanzialmente quindi il liberalismo è una teoria di limitazione del potere pubblico sulla base di considerazioni gnoseologiche: siccome l’uomo è un essere ignorante e fallibile,  non può esistere un potere che non sia limitato.
La Scuola Austriaca di economia, che ha pure forti implicazioni nel campo della sociologia, del diritto e della gnoseologia, comincia con Carl Menger, che formula la teoria soggettivistica del valore, nel senso che il valore dei beni dipende dalle valutazioni dei soggetti.
Viene a cadere la teoria del “valore uguale costo”, perché non spiega il valore del bene sul mercato valutato in base alle preferenze dei consumatori, e crolla pure la teoria del “valore uguale lavoro”.
Il consumatore è un “essere crudele”. Appena non gli sta bene più ilprodotto, si rivolge alla concorrenza per confrontarne la qualità e i costi. Insomma il valore del bene dipende dalle preferenze individuali.
Menger si rende conto che è necessario confutare le tesi della scuola storica. E afferma che non si può interpretare la realtà senza il filtro dalle teorie. E le scienze teoriche diventano così il presupposto per una lettura oggettiva della realtà. Inoltrel’economista della Scuola Austriaca spiega  che le istituzioni tutte  sono frutto di comportamenti inintenzionali.  
Eugen von Boehm Bawerk, della stessa scuola austraica, parla della teoria dell’interesse del capitale: i beni presenti sono apprezzati più dei beni futuri. E questo perché il tempo è una delle tante risorse scarse e quindi l’uomo tende ad apprezzare i beni a lui più prossimi.
Ludwing von Mises ha gettato luce sul coefficiente di imprenditorialità insito in tutte le azioni umane e ha fortemente criticato l’interventismo pubblico.
Friedrick A. von Hayeck ha integrato le teorie di Menger, von Mises e von Boehm Bawerk, aggiungendo elementi di creatività e diventando così il maggiore studioso di orientamento liberale. Quattro sono i suoi punti forti: 1) la teoria della dispersione della conoscenza: poiché non esiste un individuo che possa avere una conoscenza centralizzata, è quindi indispensabile il sistema della cooperazione; 2) il procedimento di esplorazione dell’ignoto: il mercato massimizza l’uso della conoscenza nella civiltà; 3) un’idea di giustizia in termini negativi: non si dice ciò che bisogna fare, ma ciò che non bisogna fare, in questo senso tutto quello che non è proibito è lecito; 4) concezione del diritto che delimita i confini delle azioni, nel rispetto dell’uguaglianza, fermo restando la libertà individuale.
Ecco quindi il recupero del liberalismo classico che, dopo aver smarrito la strada per gli attacchi  da parte della scuola storica e non solo, ha cominciato a risorgere grazie all’impulso di grandi esponenti della Scuola Austriaca di economia.
Insomma la Scuola di Liberalismo 2010 si è aperta con  la relazione molto dotta di Lorenzo Infantino, che, presso la casa editrice Rubbettino, dirige la collana “Biblioteca Austriaca”, dove sono raccolte le maggiori opere degli economisti viennesi.
Il secondo appuntamento della Scuola di Liberalismo è previsto  per il prossimo venerdì 29 gennaio all’Universitàdi Catanzaro, presso la facoltà di Giurisprudenza. Antonio Masala parlerà di “Governo degli uomini e governo della legge”.
Maggiori informazioni si possono trovare sul sito della Fondazione “Vincenzo Scoppa”, www.fondazionescoppa.it .

Autore

Salvatore Ferragina

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