La Striscia

Pareggio…ma molto amaro

Una brutta partita: nella ripresa a Corapi risponde Vicentini e finisce 1-1

 

Nel primo testa-coda in terra laziale il Catanzaro aveva lasciato le penne. Nel secondo che ci vedeva questa volta impegnati contro l’Igea Virtus usciamo fuori con un pareggio, giusto, ma amaro per come è arrivato.

Iniziamo a parlare di alcune cose strane che si verificano in questi campi che obiettivamente, e non mi vogliano a male i simpatizzanti della squadra igeana, di professionistico hanno veramente poco. La partita a porte chiuse dovrebbe servire per penalizzare la squadra di casa, ma mai come oggi ha penalizzato la squadra ospite. I settori dello stadio sono chiusi e la tribuna si trasforma in una curva con un quarantina di ultras siciliani che si sistemano dietro la panchina di Auteri e, cosa non secondaria (vedi goal dell’Igea Virtus), stanno alle spalle del collaboratore dell’arbitro. Immaginatevi uno spicchio dei nostri distinti che si trasferisce al D’Alcontres.

Tifosi e calciatori dell’Igea Virtus dopo l’ultimo periodo traumatico, sia a livello societario che calcistico, oggi si presentano contro la capolista con l’iniezione di fiducia portata da un nuovo gruppo che dovrebbe traghettare i giallo rossi siciliani verso lidi più tranquilli. I calciatori titolari, assenti nella disfatta di Brindisi, sono tutti in campo e, com’era lecito attendersi, danno l’anima per ottenere le simpatie dei nuovi dirigenti. Anche il pubblico presente sogna e per tutta la partita incoraggia la propria squadra, mentre il neo DS igeano sforna sugli spalti un elenco di nomi pronti a trasferirsi nell’isola.

Si parte. Il Catanzaro si presenta con l’identica formazione che ha battuto il Manfredonia, con il solo De Franco che sostituisce l’acciaccato Gimmelli (presente insieme a Di Meglio sugli spalti). Il campo, che da fuori sembrava in buone condizioni, dopo cinque minuti ridiventa il terreno che conosciamo, avendolo già visto negli ultimi due anni e nella partita di coppa giocata ad agosto. Non sappiamo se questo è il periodo delle patate, ma se lo fosse il terreno del D’Alcontres sarebbe ideale per una coltivazione e un raccolto ottimali.
All’inizio si capisce subito che il superiore tasso tecnico del Catanzaro non servirà per affrontare i calciatori di Zampollini, i quali guidati da un carico ma appesantito Procopio (che porta la fascia di capitano), aggrediscono sin dall’inizio i nostri su ogni pallone e suppliscono ai loro limiti correndo come dannati. Poche volte il Catanzaro durante il primo tempo ha il dominio del gioco. Anzi, considerato che spesse volte siamo lenti e imprecisi nel far girare il pallone, l’Igea con un calcio elementare, cioè rilancio dei palloni recuperati sulle due ali, ci mette in apprensione.

Alla fine del primo tempo noi ci affacciamo nell’area avversaria per un paio di volte: di Mosciaro e Di Cuonzo le conclusioni più pericolose. Ma l’Igea in contropiede sfiora il goal almeno in due occasioni, nate da ripartenze veloci. Una pecca da segnalare, oltre a quelle suddette, è che il pur bravo Benincasa ancora una volta conferma il fatto che non gioca nel suo ruolo. Per ben tre volte il piccolo centrocampista giallorosso a sinistra ha autentiche praterie, ma non essendo portato alle azioni offensive non sfrutta a dovere le occasioni che la mediocre difesa igeana gli lascia.

La ripresa inizia con un Catanzaro più motivato, ma sino all’entrata in campo di Lodi (che risulterà decisivo nel bene e nel male), pur invadendo la metà campo avversaria, conclude poco. Mosciaro, Longoni e Montella è come se non ci fossero. Rischiamo di brutto per via di un’ennesima ripartenza (si fa per dire) nata grazie ad un Catanzaro allungato nei reparti. In pratica basta un appoggio sbagliato perché l’Igea si renda pericolosa.

Quando entra Lodi le cose cambiano. Bruno riesce a giocare meglio, il rientrante centrocampista giallorosso inizia bene e comincia a pressare i portatori di palla avversaria, ma soprattutto Corapi, spostandosi a sinistra (il lato più debole dell’Igea Virtus) può affondare meglio di quanto potesse fare Benincasa. La conferma che a sinistra si poteva sfondare arriva al 62°, quando Ciccio Corapi con un piattone di destro fulmina il portiere avversario dopo essersi incuneato in area grazie a una verticalizzazione di un compagno.

Con il Catanzaro in vantaggio la partita si spegne, non soffriamo più perchè siamo più raccolti e anche perchè i giallo rossi siciliani sono stanchi. All’ 88° accade però l’irreparabile. Qui entra in gioco anche il pubblico igeano e i regolamenti assurdi della Lega Pro. Corapi recupera un pallone nella zona difensiva a sinistra e subisce un fallo. Grillo dell’Igea si getta a terra e l’arbitro fa il classico segno a due mani di alzarsi e proseguire. A questo punto i quaranta e passa tifosi dell’Igea inveiscono contro il collaboratore che sta due metri sotto la loro postazione. Come d’incanto, con l’azione che oramai è svanita e con la palla a centrocampo, alza il braccio e segnala il fallo di Corapi.

Tutto questo non serve per giustificare i nostri calciatori, i quali hanno tutto il tempo di piazzarsi e prendere in consegna gli avversari. Il cross di Grillo è una palombella lenta sul secondo palo (immaginate il goal di Riise della Roma alla Juve a palla ferma). Inspiegabilmente solo soletto il terzino Vicentini che doveva essere marcato da Lodi (“Davide, Davide” gridava dalla panchina Auteri) colpisce tranquillamente di testa e trafigge Vono vanamente proteso in tuffo.

Loro pareggiano ma c’è ancora il recupero da giocare. Il finale amaro è reso ancora più indisponente dal fatto che nei minuti finali i ragazzi di Auteri tirano fuori quella cattiveria mancata per quasi tutti i novanta minuti. In due minuti ci buttiamo nell’area avversaria e una punizione di Corapi non viene sfruttata a dovere da De Franco di testa. Proprio allo scadere ci si mette anche il portiere Deliperi a fare il Buffon della situazione, dopo un batti e ribatti in area. Il portiere siciliano prima para su Di Cuonzo e poi sulla linea riesce a salvare un goal fatto di Mosciaro. Il tiro dell’attaccante giallorosso, a botta sicura e a porta vuota, subisce una deviazione di un difensore (forse con un braccio) che ne rallenta la potenza. Deliperi con un volo all’indietro salva sulla linea.

Termina con i calciatori dell’Igea che salutano i propri sostenitori, convinti che la salvezza è possibile.

I giallorossi del Catanzaro mestamente raggiungono gli spogliatoi consapevoli di non aver giocato bene, distanti fra i reparti, imprecisi. Comunque bisogna dare atto a questi ragazzi che stanno tirando la carretta da inizio campionato. La società, ma anche i tifosi, lo sanno bene: la rosa è ristretta e occorre necessariamente integrarla. I tre attaccanti schierati oggi andavano a mio avviso sostituiti subito. Ma da chi? De Franco aveva i crampi e doveva uscire, ma chi poteva entrare?

Bisogna avere dei ricambi, siamo la capolista e lo saremo anche domani, a prescindere dal risultato della Juve Stabia. Ma Auteri per poter mettere al sicuro questo campionato deve puntare almeno su quindici titolari. Anche perchè il girone di ritorno è sempre diverso da quello d’andata.

SF

Autore

Salvatore Ferragina

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