Catanzaro Night News

Cocaina sull’asse Gioia-Crotone-Catanzaro

Le fiamme gialle eseguono 38 misure cautelari per droga infliggendo così, un altro duro colpo ai malavitosi dei territori di Gioia Tauro,

Crotone e Catanzaro. Dopo gli ingenti sequestri nel porto a fine del 2009, continua nell’area gioiese l’offensiva della Guardia di Finanza contro il traffico di droga, i cui provenienti rappresentano la prima fonte di reddito della ‘ndrangheta. E questa mattina presso il comando provinciale della Gdf ,a rendere nota un’altra brillante operazione del Corpo dello Stato, messa a segno dai finanzieri della Compagnia di Gioia Tauro, ci hanno pensato il comandante Alberto Reda e i procuratori Pignatone e Creazzo, entusiasti della “proficua sinergia istituzionale” che ha sgominato un’organizzazione dedita al traffico ed allo spaccio di cocaina composta da 38 elementi, dando esecuzione ai provvedimenti emessi dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, Domenico Santoro, su richiesta dei sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia Roberto Di Palma e Giuseppe Bontempo che hanno sviluppato un’indagine iniziata dalla Procura della Repubblica di Palmi e coordinata dal Procuratore capo Creazzo e dal sostituto Musolino. 

L’operazione denominata “alba chiara” mette fine allo spaccio di droga a Gioia Tauro, Crotone e Catanzaro dove era affiliato un gruppo di malavitosi che faceva riferimento ai numerosi appartenenti alla famiglia dei fratelli Bevilacqua Antonio e Damiano.

“Si tratta di un’organizzazione che nelle dinamiche criminali di quell’area sta assumendo sempre nuovi spazi  andando progressivamente a sostituirsi a gruppi storici quali quello dei Molè – afferma il procuratore Creazzo – L’operazione assume quindi, grande rilievo proprio perchè identifica e rallenta la crescita della nuova manovalanza a disposizione della cosca egemone su Gioia Tauro”.

Questa brillante operazione mette in evidenza “la perfetta sinergia tra la Magistratura, la Procura e le forze dell’ordine – evidenzia il procuratore Pignatone – ed è il frutto di un minuzioso lavoro di mesi, di una squadra che ha raggiunto un importante risultato pur avendo poche risorse”.

Le investigazioni sviluppate tra l’inizio del 2007 ed il giugno 2009, sotto la direzione del Comando Provinciale di Reggio Calabria e con il supporto operativo e tecnico dello Scico (Servizio centrale investigazione criminalità organizzata della Guardia di Finanza), ha impegnato 150 militari reggini ed altri 50 appartenenti ai Comandi di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Catania.

“E’ stato impiegato anche un elicottero AB 412 del Gruppo aeronavale di Messina che ha assicurato la necessaria copertura al personale operante a terra oltre a numerose unità cinofile – ha aggiunto il comandante della Gdf, Alberto Reda – Inoltre, il rifornimento dell’ingente attività di spaccio di cocaina, che nel secondo semestre del 2007 è stato accertato da svariate trattative e cessioni di droga per quasi 12 chilogrammi pari ad un valore di 2 milioni di euro, avveniva principalmente sul mercato gioiese ma anche nel catanzarese”.

A dare ulteriori dettagli sull’operazione e anche sul commercio di droga che ha quindi, portato all’arresto in carcere di 29 persone, 5 agli arresti domiciliari e 4 con obbligo di dimora,  ci ha pensato il Comandante della Compagnia di Gioia Tauro, Luca Barbara che ha evidenziato come “al traffico di sostanze stupefacenti partecipavano interi gruppi familiari, genitori, figli e donne”.

“Dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali – aggiunge il comandante Barbara – lo stupefacente veniva di volta in volta, appellato con codici come per esempio vino, macchina grande o piccola, assicurazione, cavalli e tanti altri nomi dati per occultare il traffico. Inoltre, la banda usava la tecnica a gancio cioè acquistavano le sostanze stupefacenti a credito, lo rivendevano e poi lo pagavamo al fornitore”.

Autore

Salvatore Ferragina

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