Catanzaro Night News

CIMINO SULL’ISOLA PEDONALE: “ SI FACCIA MENO PROPAGANDOA E PIU’ CONFRONTO”

 

La pubblicità, che anche in politica da taluni è considerata l’anima del commercio, se insistita, rischia di diventare disinformazione. E’ quella che rischia di trasformare la già pesante quanto inutile polemica sull’isola pedonale, nella guerra stupida di Corso Mazzini. Si vorrebbe imporre una divisione “ideologica” tra sedicenti liberatori del Corso e quanti, commercianti in prima fila, vorrebbero mantenerlo ostaggio di piccoli interessi commerciali ed elettorali. Se, come chiediamo da due anni, e oggi in particolare, il Consiglio Comunale fosse chiamato a discutere dell’argomento, vedremmo uno per uno chi sta da una parte e chi dall’altra. Invece, accade che un piccolo gruppo di persone vuole inventarsi situazioni e posizioni che non ci sono. Ed eroismi, diciamo, da mitica lotta antifascista. Occorre allora ripristinare, per rispetto dei cittadini, alcuni elementi di verità. Il primo: il Corso è stato ristrutturato da un’amministrazione diversa, che ha saputo cogliere al volo l’opportunità che l’Europa, con finanziamenti finalizzati, ha concesso alle città per liberarle dal traffico e valorizzare centri storici. E’ l’Europa che ha “pagato” Catanzaro per farle cambiare la vecchia mentalità e ridare bellezza al suo volto prezioso. Questa nuova filosofia, per sostenersi e diventare realtà accettata e vissuta, aveva bisogno di parcheggi, di un nuovo piano della viabilità e di un servizio trasporti adeguato. Senza queste novità il Corso, pur rinnovato e più bello, sarebbe diventato ostacolo all’ordine urbano e alla libertà delle persone e del commercio. Quest’insieme di elementi necessari, ancora dopo molti anni non ci sono. Ovvero sono in parte carenti e in altre parti disordinati e precari. Non aver saputo accompagnare le realizzazioni di questi elementi all’esistente Corso Mazzini rinnovato, è causa delle tensioni odierne, dell’ incomprensione di molti cittadini e del risentimento di tanti commercianti. Qualcuno per coprire queste contraddizioni ha pensato di crearne una più grande. E, cioè, modificare il volto del Corso con opere di natura strutturale che lo appesantiscono e lo fanno meno bello. Se invece si fosse operato con coraggio, tempestività, nella direzione indicata dall’Europa non si avrebbe oggi questo disordine. E, soprattutto, questa stupida “guerra”del Corso, che poco ci è mancato non diventasse “guerra” sul Corso. Ancora una volta l’invito alla prudenza e alla responsabilità: si faccia meno propaganda e più confronto. Uniti si lavora meglio e si può accettare tutto. Lo dice uno che del “Corso liberato”, che non significa solo isola pedonale, è da sempre convinto assertore, pagandone anche in passato un prezzo politico non irrilevante”.

Autore

Salvatore Ferragina

Scrivi un commento