Catanzaro Night News

Altra Catanzaro sull’isola pedonale

È vero: è l’isola pedonale la principale responsabile del tracollo economico di Catanzaro! Ma mi chiedo, nessuno ricorda com’era florida e ricca la nostra città quando su Corso Mazzini era consentito il transito nel doppio senso di marcia? Negozi letteralmente assaltati da orde di consumatori provenienti da ogni dove per ammirare le pregiate stoffe ed i rinomati velluti catanzaresi. Edicolanti che alle 8 del mattino avevano ultimato tutte le copie dei principali quotidiani locali, nazionali e persino internazionali, con Catanzaro unica città della Calabria a distribuire con estrema puntualità ben 100 copie giornaliere del New York Times, del Le Figarò, Le Monde, Daily Mirror ed El Paìs. I nostri ristoratori servivano il pranzo a partire dalle 11 e 30 e sino alle sette di sera, per non parlare delle cene nelle folkloristiche “putiche” di cui Catanzaro era stracolma nella scorsa decade, che si protraevano sino a notte inoltrata. Il teatro, poi, sembrava un… mercato, tanta era la folla vociante e urlante innanzi alle famosissime compagnie teatrali cittadine per i cui spettacoli si ricevevano accrediti dalle TV di tutto il mondo. Per non dimenticare le scuole cittadine, ai cui corsi si accedeva solo dopo attenta valutazione del curriculum familiare (minimo sei laureati in famiglia nelle precedenti due generazioni per iscriversi negli istituti all’interno della cinta muraria), era richiesto un QI non inferiore a 200 e nel 1998 Catanzaro rischiava di far chiudere persino l’Oxford University, per via degli innumerevoli studenti europei che ambivano a frequentare i corsi di pianificazione urbanistica presso i poli d’eccellenza della città capoluogo. Bistrò e café, dal vago accento parigino, erano affollati ad ogni ora del giorno della notte ed un paio dei più rinomati non erano dotati neanche di chiusura esterna, bensì di sola porta girevole, poiché dal giorno dell’inaugurazione, avvenuta in pieno boom economico catanzarese, non avevano rispettato un solo giorno di chiusura. Dove sono finiti quei mirabili e ruggenti anni della migliore catanzaresità? Torneranno? I nostri amministratori avranno l’onestà intellettuale di tornare sui loro passi e far rinascere l’economia ed il turismo sui Tre Colli?
Questa insana idea dell’isola pedonale, che come dice la parola stessa è un’isola in mezzo ad un mare di nulla, rischia di far naufragare definitivamente la città! Possibile che nessuno a Palazzo De Nobili si renda conto di questa incredibile stortura? Il danno provocato dalla ZTL (il nome stesso evoca alle menti il nome di un virus letale, al pari di altre impronunciabili sigle come H1N1, o eserciti rivoluzionari come l’EZLN) sembra irrimediabile, difficile recuperare gli anni d’oro, la Bell’epoque della Catanzaro da bere! Ma è inutile guardarsi alle spalle, comportarsi come stucchevoli laudator tempus acti. Allora, guardiamo al futuro, al movimento, all’automobile, alla corsa, al calcio, al pugno ed alla lotta, alla velocità ed al trasporto su gomma, come in tutte le capitali del Nord Europa. Abbattiamo ogni barriera, infrangiamo la ZTL, ricopriamo di asfalto i gradoni e i sanpietrini dal Cavatore sino a Porta Marina. Abbattiamo la Basilica dell’Immacolata ed ergiamo un multipiano sino al cielo dove parcheggiare i veri capolavori della modernità: le nostre automobili! Rendiamo Corso Mazzini transitabile in ogni direzione e proponiamoci per ospitare una tappa del Mondiale di Formula 1 (che cosa ha Montecarlo che non si possa realizzare a Catanzaro?). Autorizziamo la sosta in tripla fila e nelle aiuole di piazzetta Nicholas Green, proponiamo che i piloni del Ponte sullo Stretto partano da Fondachello o dal Pianicello, permettiamo che i nostri figli accedano in classe direttamente in automobile, vietiamo l’acquisto di automobili sotto i 3000 di cilindrata su tutto il territorio cittadino. Solo così, forse, i nostri negozi avranno un po’ di ossigeno, le vetrine offriranno merce unica a prezzi imbattibili, i nostri commercianti e ristoratori individueranno l’unicità del prodotto che contraddistingue un esercizio commerciale piuttosto che un altro, creando così quel rapporto di fiducia tra cliente e commerciante, unica salvezza del commercio al dettaglio nell’epoca dei mega centri commerciali. Solo l’abbattimento della ZTL o isola pedonale ridarà occupazione a decine di migliaia di lavoratori catanzaresi, che a causa della infelice ed infausta isola si sono visti costretti a migrare verso i Call Center di Viale Magna Grecia o di Caraffa e Settingiano, dove lungimiranti imprenditori hanno saputo cogliere il disagio della disoccupazione e colmare quel vuoto creato dalla scellerata amministrazione comunale e dalla sua ZTL. Solo un caotico strombazzamento di clacson e un fetore pestilenziale di tubi di scappamento gioverà ai bambini nelle scuole elementari e materne, che educheranno l’udito alle prime note e l’olfatto a riconoscere i primi odori.
Insomma, per metterla in sigla, dalla Zona a Traffico Limitato dobbiamo passare alla Zona Franca della Circolazione Stradale Senza Se e Senza Ma.
Giacomo Farrelli (Associazione Altracatanzaro)

Autore

Salvatore Ferragina

Scrivi un commento