A Tallini non piace il nuovo Corso Mazzini

Le fiorierie ricordano i contenitori dei nostri olivocoltori

Corso Mazzini, da ”salotto buono’ della città, è diventato ”palestra’ dove si esercitano e trovano posto le contraddizioni, le indecisioni, l’incapacità di una maggioranza politica sempre più inidonea ad affrontare le numerose emergenze che assillano il centro urbano. In più occasioni ho avuto modo di evidenziare come le modalità impiegate per intervenire nel centro storico della città, da tempo ormai, appaiono irrispettose del contesto in cui gli stessi interventi si realizzano, destabilizzando l’immagine della città senza riconferire la perduta identità del luogo. In particolare sugli interventi operati su Corso Mazzini e dintorni, più volte ho avuto modo di soffermarmi sul discutibile gusto del bello, già manifestato dall’attuale amministrazione sugli interventi stessi : – è il caso della ferita inferta da questa maggioranza politica al Comune, in uno dei punti nevralgici della parte storica della nostra città, Piazza Roma, attraverso l’installazione di fioriere cilindriche in acciaio satinato che ricordano i contenitori dei nostri olivicoltori, abbinate ad anonime panchine in legno ed acciaio intervallate da cubi in cemento misto a graniglia colorata che configurano uno spazio in stridente contrasto con il preesistente; -è il caso della demolizione e ricostruzione dell’ascensore di ”Bellavista’ che, in tutta evidenza dimostra come i rovinosi interventi in un contesto urbano già consolidato rimangono tali anche se, come semplicisticamente si tenta di fare, si cerca di sostituire la benda che l’avvolge; – è il caso della sistemazione dello spazio aperto del S. Giovanni a ”spazio per esposizioni’ che, irrazionalmente, nel tentare di trasformare uno dei luoghi più ventilati della nostra città, in un’amena sala da museo, ha creato un vero e proprio ”pasticcio estetico’ che la sensibilità dei responsabili dell’attuale maggioranza, non riesce a percepire ed eliminare.
Ma, lo scempio di Corso Mazzini continua con un ulteriore, sciagurato intervento, che l’insensibilità e la miopia estetica di questa maggioranza politica osa qualificare come ” intervento di arredo urbano”, !!! I lavori, iniziati con una miriade di rovinosi interventi di foratura sul lastricato della pavimentazione in basalto di recentissima installazione, sono iniziati da qualche giorno e gli ”elementi dissuasori’, di fatto, più che oggetti di arredo, assumono il valore estetico di posticce e confusionarie barriere mirate ad azzerare il tentativo della ”maggioranza Abramo’ mirato ad umanizzare la fruizione del Corso trasformandola da veicolare a pedonale.
Questo intervento di ”arredo’, in fase di attuazione, per ora, nel tratto prospiciente il S.Giovanni, si somma agli altri già eseguiti nel tempo, senza alcun rapporto e connessione formale, creando un ”disordine’ e ”disturbo visivo’ , oltre che funzionale, che trasforma in volgare uno spazio urbano già caratterizzato nel suo contesto. Si è perso il collegamento tra luogo e progetto. Cosi, nel predetto spazio, i lampioni, il cancello in ferro che delimita il terrazzo del S. Giovanni, la cartellonistica, le ringhiere esistenti, le colonnine in ghisa, ed ora i vasi la cui forma sferica offende il paragone con gli antichi otri, non dialogano visivamente tra loro per diventare, nella loro autonomia formale, elementi dissonanti. A tal punto, data l’importanza e la delicatezza dell’intervento, è il caso di chiedersi se le professionalità tecniche che hanno suggerito detta soluzione, sono state appositamente selezionate con specifico concorso pubblico di idee, oppure se, come è probabile, i tecnici che con le loro strampalate idee progettuali, poco per volta, stanno distruggendo il Corso, sono gli stessi tecnici che lo hanno progettato e realizzato per tutt’altra finalità. E’ mai possibile che il tutto possa essere stato concepito dall’ennesima idea geniale dell’attuale assessore al traffico Roberto Talarico? In detta ultima ipotesi, torna d’attualità quanto affermato nel settembre 2005, in fattispecie analoga, dal coordinatore regionale del sindacato architetti : ”si è elevato smisuratamente il ruolo prettamente amministrativo dei professionisti dipendenti che operano nella P.A., riconoscendogli una competenza che per ruolo e scelta non possono avere e la possibilità di progettare di tutto, con la consapevolezza che da qui a poco non si avranno più opere di architettura ma semplici attività di servizi che mortificano la nostra millenaria cultura’.

Un quotidiano locale, ad un articolo di cronaca che, per l’appunto, tratta dell’argomento, assegna il seguente titolo: ”la metamorfosi del Corso’. Mai appellativo è stato più appropriato di questo! Corso Mazzini, da farfalla qual’era, è diventato un bruco su cui l’attuale maggioranza comunale, non soddisfatta ancora, continua ad accanirsi con i suoi sciagurati interventi per farlo diventare larva, un non luogo. Ecco perché ci meraviglia perché il Sindaco Olivo non sia ancora intervenuto a fermare, con una sua autorevole iniziativa, coloro che continuano imperterriti anche in giorni di riposo, come sabato, a distruggere ciò che faticosamente altri hanno costruito nell’interesse della collettività.

Il Consigliere Comunale – On. Mimmo Tallini

Autore

Salvatore Ferragina

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