Progetto di ceramica-terapia per persone svantaggiate

Promosso dall’amministrazione provinciale, il progetto “Bottega scuola itinerante di ceramica-terapia” è stato ideato dal laboratorio di terracotta “Figulus”

E’ stato promosso dall’amministrazione provinciale di Catanzaro guidata da Wanda Ferro, il progetto “Bottega scuola itinerante di ceramica-terapia”. L’iniziativa è stata ideata dal laboratorio di terracotta “Figulus” di Franco Serratore ed è stata sostenuta dall’assessore provinciale alle Politiche di sviluppo, Roberto Costanzo. La proposta parte dall’esperienza della produzione di ceramica calabrese maturata modo particolare nel comprensorio del Lametino e nella città di Lamezia Terme. Scopo del progetto è quello di favorire l’attivazione di un’esperienza pilota di bottega itinerante che utilizzi la lavorazione della ceramica e la conseguente terapia a favore dei soggetti disagiati”. In particolare, gli obiettivi generali sono quelli di attivare gli stimoli sensoriali e la manualità; sviluppare l’autonomia; sviluppare l’autostima e facilitare la socializzazione.

A questo si aggiunge la volontà di sviluppare la creatività attraverso la produzione di oggetti legati alla tradizione locale. Fondamentale anche la decisione di puntare alla tradizione della ceramica magnogreca, anche con scelte innovative di design e di rivisitazione dell’oggettistica tradizionale. Il progetto, come hanno sottolineato i responsabili del laboratorio, sarà diviso in due corsi per un totale di 40 ore. Il primo sarà espletato nella struttura della cooperativa sociale Malgrado Tutto di Lamezia Terme, il secondo nella struttura dell’associazione di volontariato Emmaus di Catanzaro. Quest’ultima, nata nel 2000 su ispirazione del Movimento Emmaus dell’Abbè Pierre, da sempre porta avanti attività di volontariato in autofinanziamento e autogestione nei luoghi più diversi: dal reparto geriatria dell’ospedale civile “Pugliese”, all’Istituto Penitenziale Minorile “Paternostro”, ai Centri di accoglienza Caritas diocesani per ragazzi carcerati prima, e poi a quello per gli extracomunitari, all’istituto per minori “Don Vero”.

Senza dimenticare il servizio alla mensa per i poveri, l’assistenza domiciliare agli anziani,le colonie estive per i minori a rischio. Inoltre sono state organizzate svariate iniziative per evidenziare l’alto  degrado in cui versano i diseredati della città: la mostra denuncia del 2001 e quelle intitolate”Beati gli Ultimi” nel 2008; e, ancora, le iniziative anti razzista “Io non ho Paura” e “Io non Respingo”. La cooperativa “Malgrado tutto” di Lamezia Terme, oltre a gestire il Centro di identificazione ed espulsione per gli immigrati, da circa trent’anni porta avanti un centro di recupero per alcolisti e tossicodipendenti. Negli anni centinaia di ragazzi sono passati dalla struttura, altri invece sono ancora lì perché abbandonati dalle famiglie. I responsabili della cooperativa li hanno sostenuti nel loro percorso di ritorno alla normalità e quindi di reintegro se pur parziale nella società, attraverso lo svolgimento di diverse attività volte a riconquistare l’identità perduta. (msc)

Autore

Salvatore Ferragina

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