Il Rompicalcio

L’isola perduta

Dopo la sconfitta di domenica urge una risposta ferma da parte di Aiello e Auteri. Nessun alibi per Caputo e compagni
È bastata una trasferta in Terra di Lavoro contro una squadretta mediocre per ripopolare la casa giallorossa di fantasmi che sembravano cancellati da un inizio di stagione sfavillante. È bastata una batosta sul campo, il remake del western (già andato in scena l’anno scorso) costellato di risse e aggressioni, di tumulti dentro e fuori gli spalti. È bastata una domenica storta sotto tutti i punti di vista per farci capire che il “Mai più umiliati” è un progetto in costruzione, ancora lontano dall’essere realizzato.

UMILIATI AD ISOLA – Due rigori contro, due gol incassati, un rigore fallito, un autogol perfetto, un’espulsione imbarazzante, qualche schiaffone preso e restituito nella gazzarra, un approccio sbagliato alla gara e una netta superiorità tecnica mai messa in mostra. I campanelli d’allarme suonati da Vibonese e Barletta erano stati zittiti dai gioielli di Caputo e Longoni. A Isola, invece, le toppe di Auteri alle pesanti assenze nel reparto mediano non hanno sortito l’effetto sperato. Il Catanzaro ha subito due gol da una squadra che nelle prime nove partite ne aveva segnato solo uno. Le trame di gioco giallorosse soffocate dalla veemenza del pressing avversario. Il tridente offensivo intimidito dal gioco rude e dalle provocazioni isolane.

LA SCIOCCHEZZA DI CAPUTO – Com’era ovvio che fosse la partita ha lasciato anche strascichi disciplinari. Fortunatamente colpito solo Caputo, squalificato per tre giornate. Salterà Scafatese, Aversa e Monopoli ma tornerà per il durissimo filotto che attende i giallorossi prima della pausa natalizia (Gela, Siracusa, Brindisi, Melfi, Cisco). Non è detto che ritrovi al suo ritorno una maglia da titolare, viste le convincenti prestazioni di Longoni. La sciocchezza di Caputo è la seconda stagionale dopo l’espulsione in Coppa Italia contro l’Igea Virtus. Senza scadere in inutili moralismi e tenendo conto delle provocazioni subite come attenuante, il gesto rivolto al pubblico di casa e il comportamento di Caputo andrebbero sanzionati dalla società. In maniera ferma. Molto probabilmente arriverà una sacrosanta multa. Caputo è la punta di diamante della squadra. Sul sito ufficiale campeggia la sua immagine, e il FC Catanzaro non può tollerare determinati atteggiamenti. Non serve mandare un comunicato per ogni nuova rivendita aperta se poi non si prende posizione ufficialmente dopo una domenica complicata in campo e fuori.

RISCHIO FAZIONI – La debolezza di questo assetto societario è ormai conclamato. La tripartizione delle quote ne è un’impietosa fotografia. Le responsabilità gravano solamente su Aiello che ha saputo costruire, pur con risorse limitate, una squadra da vertice che punta alla vittoria del campionato. Nonostante la maggioranza sia ancora nelle mani del duo Bove-Soluri: una presenza inutile, un fardello che rischia di tarpale le ali al volo del Catanzaro. La possibilità che si creino fazioni nell’ambiente e nella tifoseria è quasi un dato di fatto più che un rischio da scongiurare. E se queste spaccature arrivassero nello spogliatoio, minerebbero in un batter d’occhio l’unità e la solidità del gruppo costruito da Auteri. Un dejà vu troppo facile da prevedere. La coesione raggiunta è testimoniata dai risultati (da record) del campo, un giudice inappellabile. La sconfitta di Isola è un incendio che può essere spento velocemente (come lo stop del Cosenza nello scorso campionato a Noicattaro) oppure può rivelarsi benzina sul fuoco (come la gara con la Cavese nell’anno di Bitetto). Per questo motivo sono necessarie chiarezza e fermezza da parte della società, mentre il duro Auteri dovrà vestire i panni del bravo pompiere, isolando la squadra. Una squadra senza alibi per la sconfitta di Isola.

CROCEVIA SCAFATESE – Per questo e tanti altri motivi, la gara con la Scafatese riveste un’importanza fondamentale. Bisogna voltare pagina in fretta. L’anno scorso, proprio alla vigilia della gara con i campani (più o meno in questo stesso periodo), si evitò in extremis il rischio-ammutinamento da parte dei calciatori giallorossi, in cerca di sicurezze dal punto di vista economico. Ma quest’anno, almeno sulla gestione corrente, le garanzie sono di Aiello. La seconda espulsione in due partite, dopo quella inutile di Bruno contro il Barletta, è il segnale di un nervosismo latente e ingiustificato. Inutile cercare i soliti retroscena per turbare un ambiente sempre a caccia di un briciolo di normalità. È evidente che questa squadra ha bisogno di essere supportata e rinforzata a gennaio per poter aspirare al salto di categoria. Sono bastate le prime squalifiche per far saltare il telaio di Auteri. La casella di Caputo sarà riempita dall’ottimo Longoni, ma a centrocampo il primo raffreddore rischia di essere letale. E Di Meglio non può essere la principale alternativa ai titolari in difesa. Con buona pace di chi gli ha offerto un mega-contratto pluriennale.

P.S.: l’anticipo della partita di domenica con la Scafatese, per la concomitante commemorazione dei defunti, è il segnale che non solo la squadra ma anche la città di Catanzaro è ancora molto lontana dalla tanto agognata normalità.

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Redazione

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