L’Arpacal sull’incendio alla “Big Service”

Proseguono i monitoraggi dell’ARPACAL sull’area interessata dall’incendio che il 7 settembre scorso ha distrutto il capannone Big Service a S. Maria di Catanzaro.

Continua a rimanere alta l’attenzione sull’area che il 7 settembre scorso fu interessata a Catanzaro, nel quartiere Santa Maria, da un grosso incendio che distrusse completamente un capannone industriale. I tecnici  del servizio tematico Aria del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria), guidati dal dirigente dott. Clemente Migliorino, stanno infatti continuando le attività di monitoraggio dell’area circostante, nonché delle ricadute sul terreno e su campioni di vegetali delle sostanze rilasciate nell’aria in occasione dell’incendio.
A tale proposito, il dott. Migliorino, con una lettera inviata alla Prefettura di Catanzaro – che ne aveva fatto richiesta – ha relazionato sullo stato del monitoraggio e delle analisi, già realizzate ed in corso di svolgimento. Immediatamente allertati dai Vigili del Fuoco, i tecnici del Servizio Aria dell’Arpacal di Catanzaro, già a poche ore dallo scoppio dell’incendio, avevano infatti definito una procedura di monitoraggio dei livelli di diossine e Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), eventualmente dispersi in aria, mettendo in funzione all’interno dell’area colpita dall’incendio un campionatore ad alto volume.
Lo stesso giorno e per i giorni successivi, sono stati misurati con analizzatore portatile le concentrazioni di polveri PM2,5 e, per valutare la presenza di composti organici volatili, sono state effettuate delle analisi in sito con un  Gas–massa portatile; inoltre sono stati eseguiti due campionamenti delle acque di spegnimento.
Dal 10 settembre scorso, il Servizio Tematico Aria del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal ha anche attivato il monitoraggio della qualità dell’aria all’interno della Ditta Procopio confinante con la ditta Big Service oggetto dell’incendio. La dotazione strumentale dell’unità mobile ha permesso di rilevare le concentrazioni di PM10, NOx, BTX, CO, O3, SO2 e parametri meteo. Per valutare le ricadute sul suolo degli inquinanti emessi durante l’incendio, l’Agenzia ambientale calabrese sta approfondendo l’indagine su campioni di suolo e vegetali prelevati nell’area circostante lo stabilimento incendiato.
“Inoltre, durante le attività di campionamento del 18 settembre scorso – comunica il dott. Migliorino alla Prefettura – è stato rilevato, nell’area di pertinenza della citata ditta, scorrere ancora dell’acqua, che si presume possa essere derivante dalla rottura di una tubazione della rete idrica; essa si infiltra nel sottosuolo dopo aver attraversato l’area coperta dai residui di combustione creando, quindi, un potenziale inquinamento della falda acquifera. Di ciò è stato informato il Comune di Catanzaro per i provvedimenti di competenza. In ogni caso, a parere di questo Ufficio, al fine di cautelare la salute pubblica, come pure salvaguardare la falda acquifera da probabili infiltrazioni di sostanze inquinanti, si ritiene necessaria una immediata rimozione dei rifiuti rimanenti, con ripristino dello stato dei luoghi”.
Il rapporto delle attività sinora svolte, infine, è consultabile sul nuovo sito web dell’Arpacal, all’indirizzo www.arpacalabria.it , nella sezione Dati Ambientali – Rapporti.

 

Catanzaro, 27 ottobre 2009

Autore

Salvatore Ferragina

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