Il Rompicalcio

Un incrocio di destini in una strana storia

L’entusiasmante duello tra il Catanzaro di Auteri e il Gela di Provenza rischia di essere deciso dagli intrecci politico-societari
Un incrocio di destini. Crudele, affascinante, romantico. Tra le due deluse dello scorso campionato. Tra le due miracolate dell’estate econo-pallonara. Tra due tecnici bravi ma diversi. Come carattere e come sistema di gioco. Auteri e Provenza davanti a tutti. Subito. Dopo otto partite di campionato Catanzaro e Gela sono di nuovo lassù in cima. E stavolta senza il Cosenza di Toscano nel ruolo di guastafeste. La classifica alla vigilia della nona giornata è molto simile a quella dello scorso anno, anche se le distanze sono più dilatate. Oltre a Catanzaro e Gela, anche Cassino e Scafatese stanno ripetendo la stessa partenza della stagione scorsa, candidandosi al ruolo di outsider. Non ci sono più Cosenza e Pescina promosse. Ci sono Cisco, Juve Stabia e Brindisi che promettono battaglia per le prime posizioni.

PARTENZA IN RITARDO – Paradossalmente Catanzaro e Gela avrebbero dovuto essere le squadre più in difficoltà a inizio stagione. La società giallorossa, dopo la telenovela della colletta salva calcio, ufficializzò Auteri il 18 luglio per iniziare il ritiro quattro giorni dopo, con due settimane di ritardo rispetto alle concorrenti. Il Gela riuscì a fare peggio dopo il minacciato addio di Tuccio, depresso dalla delusione play-off e dalle promesse disattese dall’Amministrazione Comunale. Il 3 agosto fu scelto Provenza che trovò al suo arrivo cinque giocatori sotto contratto. I siciliani partirono per l’esordio in trasferta a Castellammare di Stabia direttamente dal ritiro pre-campionato di Moccone, lasciato libero pochi giorni prima dal Catanzaro!

DOPPIO MIRACOLO – E invece i risultati sono sorprendenti: il Catanzaro di Auteri vince a ripetizione e gioca un calcio spumeggiante e offensivo. Ha asfaltato Cisco, Cassino e Juve Stabia. Sette vittorie e un pareggio hanno frantumato tutte le migliori partenze della storia giallorossa, Provenza compreso (16 punti l’anno scorso dopo 8 partite). Dal canto suo il tecnico salernitano non ci sta a mollare la prima posizione dopo averla vanamente inseguita per tutto lo scorso campionato. Ha una vittoria in meno perché ha pareggiato in trasferta a Siracusa e a Castellammare, ma ha un punto in più grazie a Bove e Soluri che lo portarono l’anno scorso a Catanzaro e avrebbero voluto confermarlo quest’anno, prima che Aiello “imponesse” Auteri.

SPETTACOLO E PRAGMATISMO – Il Gela ha già la fisionomia del suo allenatore. Una squadra impostata col 4-3-3 caro a Provenza, che impone la sua superiorità col possesso palla e col lavoro dei due esterni offensivi, con una solidità difensiva e una quadratura geometricamente perfetta. I siciliani hanno segnato 14 gol (meno di due a partita), ma ne hanno subito solo due (uno ogni 360 minuti) da Juve Stabia e Aversa. Il gravissimo infortunio dell’ex giallorosso Cunzi (4 gol in poco più di tre gare) è stato ben assorbito. Il Catanzaro avantitutta di Auteri, invece, ha stregato i tifosi. Con il suo carico di gol (20, due e mezzo a partita), un calcio quasi zemaniano, prodotto però di minori schematismi e maggiore libertinaggio dei tre attaccanti. Un tridente bohemien e anarcoide che diverte anche con la variante meno offensiva ma più talentuosa (Longoni). Un calcio che ricorda un po’ il Paternò sbarazzino di Pasquale Marino che, nella stagione 2001-2002, beffò il Catanzaro di Bitetto e il Giugliano di Giorgio Corona, partiti a braccetto come Catanzaro e Gela e finiti con un pugno di mosche.

GENNAIO DECISIVO – Sarà decisivo, come spesso accade, il mercato di gennaio e la condizione atletico-economica di marzo. Il mercato di riparazione lanciò definitivamente il Cosenza di Toscano verso la promozione, grazie agli innesti di Battisti e Mortelliti. Il Gela non sembra avere, per ora, la qualità di altre favorite (Juve Stabia e Catanzaro in primis). I giallorossi di Auteri appaiono un po’ sguarniti in alcuni reparti, soprattutto in mediana. Mancano un centrale e un esterno, nonostante i jolly Ciano e Benincasa siano carte sempre utili da giocare in più ruoli. I primi infortuni e le squalifiche, però, rischiano di indebolire un telaio finora perfetto.

PARTITA SOCIETARIA – E allora la sfida rischia di trasferirsi su altri tavoli, quelli societari. Da una parte il leader maximo Tuccio e la sua comprovata solidità economica, spesso frustrata da una città che (a suo dire) non gli ha mai facilitato le cose. Dall’altra il solito guazzabuglio, fatto di soci di maggioranza e di minoranza, di debiti reali e presunti, di bilanci incomprensibili e di puntuali penalizzazioni. Due settimane fa, in vista dell’ormai sicuro passaggio di quote, UsCatanzaro.net scriveva «Gli altri due soci conserveranno un 10% a testa “per una questione affettiva”. Una motivazione francamente curiosa se si pensa che Bove e Soluri hanno accompagnato il Catanzaro sulla sedia elettrica del fallimento». Ebbene, era uno scherzo. Il passaggio di quote non c’è mai stato e non sembra poter avvenire a breve. Bove e Soluri conservano la maggioranza, mentre si riaffacciano sui tre colli figure (Longo, Improta, l’Avv. Chiacchio) che sembravano ormai dimenticate, appartenenti alla schiera di creditori dell’era post-Lodo. Aiello avrà il compito di sbrogliare la matassa, ingarbugliata ancor di più dai soliti intrecci pericolosi con la politica. Che ha affossato più volte il Catanzaro con il Presidente-candidato Parente e con il Presidente-senatore Pittelli. Che ha salvato il Catanzaro a luglio con il Sindaco-collettore Olivo. E che rischia di incidere anche a primavera (fine marzo) con le elezioni regionali in Calabria e quelle comunali a Gela. Solo in quel momento, forse, scopriremo dove può arrivare il Catanzaro di Auteri. Nella speranza che Provenza debba di nuovo accontentarsi dei play-off.

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento