PETRUSINU OGNI MINESTRA RISPONDE A NUNZIO RAIMONDI

Riceviamo e pubblichiamo

Lunedi 5 ottobre u.s. è stato riportato su un giornale calabrese un articolo a firma Nunzio Raimondi, parte del quale è stato  pubblicato in prima pagina. Brillante è stata la descrizione della Catanzaro di una volta in cui rispecchia quello che era e quello che rappresentava il capoluogo di regione per l’intera Calabria. Opera senz’altro meritoria che è servita principalmente a coloro che vorrebbero nascondere o cancellare la gloriosa storia del capoluogo regionale.

Nel citato articolo, però,ai tanti apprezzamenti sul passato, fa eco l’analisi spietata di un presente che certamente non soddisfa noi catanzaresi. Fra le tante stimolanti domande che si pone il sig. Raimondi spicca quella in cui chiede “dov’è finito il fervore intellettuale di Catanzaro?” E noi cerchiamo sommessamente di portare un modesto contributo “alla causa”(che pare sia quella di far ritornare agli antichi fasti la nostra città) facendo alcune considerazioni.

Tutti siamo consci che oggi le cose vanno diversamente rispetto a ieri, e non poteva essere diversamente, solo che bisogna prendere atto che attualmente le prestazioni intellettuali declinano ad un livello assai modesto. Ma tale metamorfosi investe tutto lo stivale o tutto il globo.

Ci permettiamo di ricordare che, purtroppo, i  meravigliosi tempi delle “rughe”(citate nell’articolo di cui in premessa) sono abbondantemente superati, e non solo per Catanzaro.

Viviamo in un’era tecnologica che ci costringe spesso a stare relegati in casa ed in cui il computer ed il cellulare la fanno da padrone. Volenti o nolenti facciamo parte integrante pure noi di tale periodo innovativo.

Anche noi, come il sig. Raimondi, ci rifugiamo spesso nel ricordo del lavoro amanuense e del gettone telefonico. Ma l’aspetto sconcertante e non da sottovalutare è che la società odierna in generale sta toccando sempre più il fondo, perché prevalentemente marcia.

In questo contesto di grigiore totale la Calabria fa la parte del leone. È risaputo che nelle cose negative la nostra regione eccelle! È quella terra che conta appena duemilioni di abitanti vale a dire meno della metà di una vera città metropolitana.

Una regione caratterizzata da un campanilismo esasperato e becero impegnata a tutto tondo a nascondere la visibilità del capoluogo di regione e di tutto quello che di positivo in esso accade.

Perché si teme Catanzaro?

In tale contesto continua ad andare avanti una Catanzaro esageratamente civile e composta, che attraversa quella crisi universale che attanaglia tutte le realtà urbane, comprese quelle di mezza tacca, con i propri galoppini o cavalier serventi, che cercherebbero di ostentare opulenza e progresso.

Catanzaro, però, era ed è una città carismatica che conserva il suo fascino e che al momento opportuno attira anche i più ostili.  A comprova di ciò, possiamo citare i continui successi di pubblico che riscuotono molte manifestazioni (mostre anche internazionali, teatro, eventi) promosse in terra catanzarese. Vogliamo ricordare la folla oceanica che accorre a tutte le edizioni della notte piccante e che viene documentata da tv nazionali (di recente canale cinque) e locali e da testate di giornali di una certa rilevanza.

Per non parlare delle quattrocentocinquantamila presenze al concerto di Vasco Rossi.

Tutto questo accade in città che continua a restare avviluppata in una morsa di una classe politica (salvo qualche eccezione)  che soprattutto nell’ultimo trentennio non è stata all’altezza della situazione e ha finito per penalizzare la città favorendo spoliazioni, sottrazioni, ridimensionamenti etc. Il nostro concittadino sig. Raimondi, ottima penna, che ama certamente Catanzaro (ha usato spesso  nel suo articolo tale  breve frase, che non tanto facilmente esce fuori dalla bocca dei catanzaresi), dovrebbe soffermarsi anche su quanto suesposto ed in tal caso, siamo convinti che si renderà conto che non troverà più spazio in prima pagina.

La Calabria è anche questa! Ma ritorniamo alla domanda  formulata dal sig. Raimondi alla quale intendiamo replicare, con tutta sincerità, affermando che nonostante tutto, ancora oggi molteplici sono gli eventi culturali che si susseguono in città.

Forse il sig. Raimondi è costretto a svolgere qualche attività professionale che lo impegna a tempo pieno, quindi, non sempre può venire a conoscenza (capita anche a noi) di tutto ciò che la nostra, non più piccola Catanzaro, offre.

Se dovesse essere così ci permettiamo di suggerire  al nostro apprezzato concittadino di staccare un pò la spina e permettersi qualche svago in più, vivendo intensamente la nostra città con pregi e difetti,  come  del resto tutte le città del mondo.

Speriamo infatti che vada a frequentare  quel parco, dove prima vi era una boscaglia impraticabile , che oggi pullula di gente e che tutti ci invidiano perché unico nel suo genere nel meridione d’Italia.

Concludiamo dicendo che il nostro intervento non è polemico con il sig. Raimondi ma abbiamo voluto fare delle puntualizzazioni per non  prestare indirettamente il fianco ai detrattori di Catanzaro che non sono pochi.

Mentre per gli altri articoli che si sono succeduti  è d’obbligo un “no comment” dal momento che è difficile  interpretare il pensiero di un catanzarese quando scrive sulla sua città, infatti  di solito bisogna sfogliare la margherita  per capire se è a favore o contro la città che gli ha dato i natali.

                                                                                                                                                                                  

                                                                                      ASSOCIAZIONE  CULTURALE

                                                                                     “PETRUSINU OGNI MINESTRA”

Autore

Salvatore Ferragina

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