Cardiologia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro

Illustrate dal Professor Ciro Indolfi le innovative modalità di impianto percutaneo di valvola aortica realizzate su due pazienti al Campus dell’Università Magna Graecia

Un nuovo e importante traguardo è stato raggiunto dalla Cardiologia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, diretta dal Professor Ciro Indolfi, che, nei giorni scorsi, ha effettuato con successo, su due pazienti, per la prima volta in Calabria, un impianto percutaneo di valvola aortica, ossia la sostituzione di valvola aortica, senza anestesia generale e senza dover ricorrere ad un intervento chirurgico. Questa mattina, presso la Sala Multimediale dell’Unità di Emodinamica del Campus universitario “Salvatore Venuta”, il Professor Indolfi insieme alla sua equipe, composta dalla dottoressa Carmen Spaccarotella, dalla dottoressa Annalisa Mongiardo e dal dottor Daniele Torella, ha illustrato e spiegato alla stampa le modalità di questi innovativi interventi, attraverso anche la proiezione di materiale audio-visivo inerente la procedura di impianto. Erano presenti il Direttore Generale dell’Azienda Mater Domini Antonio Belcastro e il Direttore Sanitario Caterina De Filippo. Il Professor Indolfi, in apertura, ha voluto ripercorre le tappe più significative ed i ragguardevoli risultati ottenuti dalla Cardiologia universitaria catanzarese: la Cardiologia dell’Università di Catanzaro è stato il primo centro pubblico in Calabria ad effettuare il trattamento dell’infarto in emergenza (2002), è centro-hub della rete regionale dell’emergenza cardiologica, ed attraverso l’eliporto, di recente inaugurazione, è possibile trasferire con eliambulanza direttamente alla Cardiologia del Policlinico universitario i pazienti con sindromi coronariche acute riducendo significativamente i tempi “door-to-balloon”. Proseguendo nel suo intervento, il Professor Indolfi si è focalizzato sugli aspetti tecnici e scientifici degli interventi di sostituzione valvolare aortica percutanea effettuati con successo su due pazienti, uno di 67 anni ed una di 83 anni, che verranno dimessi rispettivamente già questo pomeriggio e domani mattina. I pazienti, prima dell’intervento, presentavano chiare controindicazioni all’intervento chirurgico e gravi sintomi di riferibili ad una stenosi aortica severa. La valvola aortica può ammalarsi per diversi motivi: vi può essere una anomalia congenita che può richiedere la correzione subito, se grave, oppure predisporre ad una degenerazione che avviene più tardi nella vita; oppure vi possono essere delle malattie acquisite che colpiscono in particolare e persone anziane. La valvola, invecchiando, si indurisce e vi si depositano noduli di calcio che ne impediscono il funzionamento. Attraverso la tecnica utilizzata dall’equipe diretta dal Professor Indolfi, è possibile sostituire la valvola aortica attraverso l’arteria femorale, senza intervenire chirurgicamente aprendo il torace. Si tratta quasi di un intervento in day hospital che comporta per il paziente soltanto un’anestesia locale con grandi benefici anche economici per il sistema sanitario grazie a pochi giorni di ricovero al posto di una complessa operazione di cardiochirurgia. In pratica la protesi viene introdotta attraverso l’arteria femorale e guidata fino alla valvola aortica danneggiata, un intervento di estrema rilevanza perchè si rivolge alla persone anziane dove la degenerazione della valvola aortica per calcificazione è sempre più frequente, ma è particolarmente indicata per tutti quei pazienti in cui l’intervento tradizionale a cuore aperto può diventare pericoloso. Si introduce la protesi attraverso un piccolo foro, grande meno di un centimetro, praticato nell’arteria femorale della gamba. Le protesi sono costituite da una struttura metallica all’interno del quale sono montati dei lembi valvolare fatti di pericardio porcino trattato chimicamente sia per ridurre la capacità allergica che per aumentare la resistenza meccanica. Queste protesi, una volta impiantate, sono simili a quelle utilizzate per la chirurgia tradizionale. Le protesi sono progettate e realizzate appositamente per essere piegate in un piccolo catetere senza il rischio di danno alla valvola e per essere introdotta per via trans-vascolare.

Autore

Salvatore Ferragina

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