La Striscia

Vista da fuori

Cambieremo?

Premessa: chi scrive questo articolo può affermare serenamente
di non aver mai mancato un esordio di campionato del Catanzaro dalla stagione
1970-71. Per gli storici quella partita era un Catanzaro-Novara di Serie B
terminata 3-0 con goal di Gori, Mammì e Ciannameo.

Direi una menzogna se affermassi che il clima pre partita
che si respirava ieri davanti al Nicola Ceravolo era strano. Sarei tendenzioso poiché
parte interessata nell’iniziativa “Diserzione per Esistere”, ma se affermo che
il contesto è quello a cui stiamo assistendo da almeno due anni a questa parte
non credo di dire eresie.

Certamente ieri, in termini di presenze per una prima di
campionato, Catanzaro ha toccato il minimo storico, ma cambia poco, non saranno
certamente i numeri veri o falsi a  confermare ciò che sta succedendo attorno al
Catanzaro.

Il suo pubblico è disamorato, la gente non parla più di
calcio e tanti tifosissimi incalliti hanno preferito abbandonare.

E’ questo ciò che
dovrebbe fare riflettere. Vale soprattutto per i dirigenti seguiti dagli “affezionati
di parte”. Escludo da questa riflessione i tifosi sinceri, soprattutto quella
della provincia e di fuori regione che di tante situazioni catanzaresi non sono
informati. E non invito a questa riflessione la classe politica e gli
imprenditori della città perché forse comincio a capire che minore è l’interesse per una cosa che potrebbe portare benefici alla città stessa, meglio è.

A chi conviene crescere se tanti stanno bene così? Un
Catanzaro forte farebbe parlare della città e tanti occhi puntati addosso paradossalmente
potrebbero nuocere. Essere in primo piano, ritornare a essere ciò che era il
Catanzaro per una regione intera. A questo punto non so a quanti conviene.  

La crescita di una città è legata anche alla categoria di calcio che affronti e con cui ti vai a misurare. Una città in crescita potrebbe portare concorrenza fra
gli imprenditori abituati a operare in semi-regime di monopolio. La classe
politica dovrebbe adeguarsi, fornendo alla città quei servizi necessari per competere con piazze importanti e non con il Vico Equense di
turno e con il Pescina. O con l’Aversa Normanna che usa come barriere per il pre-filtraggio un camion su misura.

Brevemente veniamo a ciò che ho visto ieri.

I tempi in cui non si trovava un parcheggio da ieri sono
finiti. Lo stadio si raggiunge facilmente, ma davanti alla biglietteria dalle
ore 14,45 in poi sembra che una marea di gente voglia assistere alla prima del
Catanzaro. Basta avvicinarsi un attimo per capire che non è così. Lo intuisci
dal sudore delle persone e dalle imprecazioni colorite che senti. Purtroppo nulla
è cambiato. “Sta cazza e biglietteria elettronica” è diventata dopo la scala di
Piazza Matteotti il tormentone dei catanzaresi e dei cittadini della provincia.

Cortesemente non parliamo più di apprendistato e del dazio
da pagare per l’inesperienza, parliamo di mediocrità: l’unica verità. L’apprendistato lo aveva già citato Parente dopo il primo
anno disastroso di B, lo citò Pittelli dopo il primo anno di Lodo Petrucci, ci
auguriamo che non lo citi Aiello. Basta solo organizzarsi, dotarsi di personale qualificato e
aumentare i punti di distribuzione dei tagliandi d’ingresso anche per la
domenica della partita.

Altrimenti qualcuno dovrebbe spiegarmi perché ci si è convenzionati
con la Best
Union Company
che, all’interno di un circuito esclusivo, annovera alcune tra le società più blasonate del calcio italiano come Milan,
Inter, Napoli e Fiorentina (mei cojoni direbbe qualcuno). Peccato che non abbia, per il
momento, alcun punto di distribuzione nella città di Catanzaro mentre, nella
provincia, troviamo solo quattro punti vendita (zona Soverato…e le altre località?)
e per giunta senza il rotolo necessario per staccare il tagliando.

Organizzatevi,
fra due domeniche ci sarà l’appello.

Infine due
parole sulla squadra.

So che ha
ben giocato e che Auteri l’ha ben disposta in campo. Nove undicesimi che ieri
hanno giocato dall’inizio o sono subentrati facevano parte di quella squadra che, nella passata stagione, per ben ventuno giornate è rimasta imbattuta. Sappiamo che
mancava (e ancora manca) poco per sistemarla e puntare in alto, ma magari fosse
la squadra il problema. Sappiamo bene cosa è mancato al Catanzaro in questi anni
ed è inutile riproporlo. E’ mancata una SOCIETA’.

La fiducia
di averla un giorno non manca. Spero che dopo questi brutti e non invitanti vagiti
estivi qualcosa possa cambiare.

Buon lavoro Signor Aiello.

SF

Autore

Salvatore Ferragina

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