PAPI. UNO SCANDALO POLITICO.

Luigi de Magistris, Angela Napoli e Doris Lo Moro alla presentazione del libro a Catanzaro
CATANZARO 21 AGO 2009 – Indignazione per “le condizioni in cui la politica e dunque il Paese sono stati ridotti”, volontà di ritorno al rispetto ed al senso vero delle istituzioni, senso di responsabilità e consapevolezza di doversi impegnare in prima persona per il cambiamento. Su questi temi, in una perfetta e trasversale sintonia, si sono incentrati gli interventi delle parlamentari Angela Napoli (Pdl), componente della Commissione antimafia, e Doris Lo Moro (Pd), nonché dell’eurodeputato Luigi de Magistris (Idv), presidente della Commissione controllo bilanci, nell’ambito dell’incontro tenutosi ieri a Catanzaro per la presentazione del volume “Papi. Uno scandalo politico”, alla presenza di due degli autori, Marco Lillo e Claudio Pappaianni. Presenti anche il presidente della Pro Loco Città di Catanzaro Filippo Capellupo e l’assessore comunale alla Cultura Antonio Argirò.

La presentazione dell’instant book è servita ai due giornalisti dell’Espresso per spiegare dettagliatamente quanto il caso “Berlusconi” non sia una faccenda di gossip, ed Angela Napoli, poi, ha mostrato di condividere l’impostazione. “La mia indignazione di donna politica candidata per la quinta volta è davvero tanta – ha detto la parlamentare -. Leggendo Papi provo davvero fastidio, e non guardo in faccia nessuno nel dire cose del genere, non perché ciò che c’è scritto non è vero, ma purtroppo perché è vero. Il problema non sono le singole vicende che riguardano Berlusconi di per sé – ha aggiunto la Napoli ricordando che ve ne sono altre che riguardano esponenti di centrosinistra -, ma il fatto che esse testimoniano l’esistenza di un sistema degenerato. Un sistema che mette da parte qualsiasi forma di meritocrazia, di trasparenza, di etica. La mia rabbia è aumentata dal primo giorno in cui ho varcato la soglia del Parlamento in questa legislatura. Ero abituata a frequentare un’aula in cui eletti ed elette erano rispettosi dell’Istituzione parlamentare, forse perché prima le candidature venivano stabilite in base ad altri criteri. Ma non posso nascondere il mio disorientamento nel vedere le mie giovani colleghe, vestite in maniera certamente non consona al Parlamento che, all’ingresso di Berlusconi, accorrevano per sbaciucchiarlo, evidentemente non consapevoli del ruolo affidato loro”. “Io sono molto preoccupata – ha proseguito Napoli -. La donna deve scendere in politica, ma deve essere degna di farlo. Non tollero la mancanza di meritocrazia, e posso parlare liberamente perché io non ho nulla da nascondere. Appartengo ad uno schieramento politico, ma ho sempre mantenuto la mia autonomia per poter dire liberamente ciò che penso. Io faccio politica da tanto tempo, ma oggi dover andare a Palazzo Grazioli a piegarmi al signore di turno per avere una candidatura significherebbe non poter più guardare negli occhi i miei elettori, e perdere la mia dignità di donna e di politica. La Politica è una cosa seria, sia essa uomo o donna. E, lasciatemi dire, soprattutto se è donna”.

Invitata al tavolo della presidenza dalla prima fila, dove seguiva l’incontro, anche Doris Lo Moro, citata dalla collega Napoli come esempio di donna politica seria e preparata, ha ripreso l’intervento della prima, dicendosi totalmente d’accordo, e non ha lesinato mea culpa come esponente del centrosinistra: “E’ stato veramente gravissimo – ha detto – che non ci sia stata alcuna seria opposizione agli scempi che si stavano consumando in termini, soprattutto, di selezione della nuova classe dirigente. Questa assoluta mancanza di meritocrazia che il sistema ci obbliga a subire è realmente offensiva, e devo convenire che il modo delle giovani colleghe di ostentare la propria avvenenza in Parlamento colpisce con una certa violenza. Non è più possibile tollerare tutto come se fosse ‘normale’. Questo è un Paese alla deriva – ha detto Lo Moro senza mezzi termini -. Io mi chiedo e vi chiedo, serve un parlamentare che tornando a casa debba vergognarsi dei suoi alleati come dei suoi avversari politici? Ma soprattutto mi chiedo quali responsabilità abbiamo noi che facciamo politica e che dobbiamo rappresentare i cittadini, soprattutto se non ci opponiamo a questo sistema di potere arrogante e privo di qualsiasi etica e morale”.

Di “totale deriva morale e culturale” ha parlato anche Luigi de Magistris, che pure ha puntato il dito contro un sistema in cui “la corruzione non passa più per le valigette piene di soldi, ma per le raccomandazioni, le consulenze e le partecipazioni nei consigli d’amministrazione, e passa anche per ciò che è descritto in Papi. Senza contare, poi – ha aggiunto –, quale sia la concezione della donna e del suo corpo che emerge in una vicenda in cui l’avvocato di Berlusconi parla di lui come di ‘utilizzatore finale’ della compagnia di ragazze estranee in qualche caso pagate”. “Un sistema in cui – ha avvertito l’eurodeputato – le azioni di erosione della democrazia e le imposizioni si manifestano in ogni settore, come in una sorta di pericoloso accerchiamento, per giungere alla realizzazione di un piano piduista ed autoritario. Un sistema in cui, ne sono convinto, in autunno ci sarà un nuovo affondo di questo Governo contro l’indipendenza e l’autonomia dell’informazione e della magistratura, primi baluardi della democrazia. E allora, come primo impegno, dobbiamo difendere la stampa libera e coraggiosa, che pure comincia a diventare rara, ma dobbiamo anche censurare il conformismo giudiziario e l’atteggiamento di alcuni magistrati distratti, o forse dovrei dire attenti a non mettersi in rotta con il potere. Ma, quel che più conta, dobbiamo smettere di tollerare, di subire, di sottostare. C’è un’Italia – ha concluso de Magistris raccordandosi perfettamente alle parole di impegno espresse dalle due parlamentari – che vuole puntare su valori e principi che non sono prerogative della sola destra né della sola sinistra. Un’Italia che va organizzata e motivata, perché vuole una valida alternativa all’attuale sistema”.  

Autore

Salvatore Ferragina

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