Il Rompicalcio

Umilianti collette per un furgone scassato…

Riflessioni a ruota libera dopo l’avvenuta iscrizione e alla vigilia della “nuova” stagione
Colletta doveva essere e colletta è stata. Per i soci del Catanzaro era un’alternativa umiliante ma obbligata. La benzina era finita, il distributore automatico di Aiello chiuso. UsCatanzaro.net aveva scritto che era la soluzione più probabile, forse la peggiore, ma l’unica realistica in grado di salvare «quel simulacro di calcio professionistico che va in scena da qualche anno a Catanzaro». Non c’erano altre alternative. La soluzione, comunque, è arrivata. Lasciando per strada i rottami di un furgone scassato. Oggi il Catanzaro sembra un vecchio Minibus Volkswagen, il furgoncino che ha ispirato pagine di letteratura americana on the road, quello di Little Miss Sunshine, quello delle atmosfere dei Beach Boys. Un mito che vive di storia e di luce riflessa, ma che fatica a reggere la strada.

TELETHON GIALLOROSSO – Questa sorta di Telethon giallorosso (dai fini meno nobili) è servito a mettere un po’ di acqua nel radiatore. Ma il serbatoio continua a essere bucato. Dei tre passeggeri, Soluri è saltato giù alla prima fermata, dimenticando i bagagli e un po’ di azioni a bordo. Il pilota Bove continua a spingere il furgoncino in panne, solo con braccia e tenacia. A tenere dritta la barra del volante è rimasto Aiello. Ma il furgoncino non è suo e, dopo il pieno per arrivare a fine stagione, ha dimenticato di passare in carrozzeria per riparare il radiatore. Le sue garanzie sono già finite? Sicuramente le sue promesse (“Catanzaro mai più umiliato”) sono già storia. “Signori, si scende” o “Capolinea, gente” potrebbero essere la soluzione. Ma qui si parla di un furgoncino privato, mica di un autobus pubblico. La rottamazione è stata evitata. Adesso serve un acquirente che lo rimetta a lucido. E che lo rifornisca di benzina.

CAPOLINEA GENTE – Soluri ha garantito di volersi disimpegnare dal 30 giugno in poi. Bove è disponibile a lasciare il giocattolo ad altri imprenditori, ma dice che per ora si va avanti così. Aiello ha dimostrato di non avere le chiavi per guidare. Altrimenti non si spiega come sia stato possibile arrivare a 24 ore dal fallimento. E non si spiega perché, a meno di un mese dall’inizio della stagione ufficiale, non ci sia uno straccio di organigramma, un barlume di programmazione, un’idea di progetto tecnico. Le altre squadre rimandate dalla Covisoc sono già pronte. La squadra di Provenza è stata smantellata. Ma dalle cessioni non è stato ricavato un euro. Sarebbe bastato vendere qualche calciatore per ripianare le perdite.

IL RUOLO DEL COMUNE – Invece si è scelta la strada della colletta. Con tutti i lati oscuri, i reali “salvatori della patria” e i garanti virtuali. Si è scelta la strada del passato, quella che i tifosi giallorossi conoscono bene e che, ormai, ha provocato anche la nausea da “Ceravolo”. Tra sponsorizzazioni, anticipi e oboli per salvare «un patrimonio della città», il Comune potrebbe essere l’azionista di maggioranza della società, facendo diventare l’autobus pubblico. Ma, ovviamente, non potrà essere così. E il Sindaco, al massimo, vigilerà (espressione abusata, inutile, vuota) ma non potrà sicuramente metter bocca sulle decisioni che verranno prese dai vecchi-nuovi-postdatati soci. L’FC Catanzaro rimane pur sempre una SpA.

MORALISTI E AGIOGRAFI – Il dibattito sul ruolo del Comune e del Sindaco Olivo nel salvataggio della squadra ha provocato una spaccatura in due fazioni. Da una parte i moralisti anti-spreco, quelli che la città muore, le buche si allargano, gli zingari comandano, il traffico è tremendo, la gente non arriva a fine mese. Dall’altra gli agiografi bipartisan dell’operato della Giunta, quelli che il Sindaco ha fatto il miracolo, il Catanzaro è l’unica cosa che ci è rimasta in città, non mi piacciono gli altri sport, per la fede dei nostri padri il sacrificio andava fatto, cosa vuoi che siano 2,75 euro a persona. Si può discutere all’infinito sull’opportunità di utilizzare fondi pubblici per salvare una SpA calcistica. Ma tant’è. Lo fanno tutti, lo facciamo anche a Catanzaro. Sulla ricca laguna è proprio il Sindaco Cacciari ad annunciare la scomparsa del Venezia. E a Venezia il calcio conta come il due spade con la briscola a denari. Il Sindaco Olivo, però, può chiedere conto se i soldi pubblici erogati dal Comune siano stati e saranno destinati per il bene del Catanzaro e per un progetto chiaro, oppure se verranno fagocitati in un pozzo senza fondo. Di questo dovrà rendere conto ai catanzaresi alle prossime elezioni. Della colletta, del fallimento 2006, del Lodo Petrucci assegnato al senatore Pittelli, della ristrutturazione dello stadio.

CERCASI IMPRENDITORI – L’unica soluzione che tronchi sul nascere un possibile Aiello-Bove-Soluri bis è legata a coloro i quali, nel bene o nel male, continuano a foraggiare le varie proprietà che si succedono alla guida del Catanzaro. Quegli imprenditori che, anziché entrare in prima persona alla testa della società meritandosi gloria imperitura, si accontentano di restare nell’ombra, di aderire alle collette, di concedere sponsorizzazioni qua e là senza rischiare. E soprattutto senza investire in un progetto serio, di medio-lungo periodo, che faccia da volano economico per un città abbattuta. Tornaconto personale e interesse collettivo. Non dovrebbe essere complicato. Com’era in passato, negli anni della serie A. Quando tutti parlavano dei giallorossi e venivano sui Tre Colli. In questa stagione solo una volta si è parlato del Catanzaro sui network nazionali. Grazie al record d’imbattibilità dei ragazzi di Provenza. Guarda caso l’allenatore salernitano è l’unico a non essere più in sella.

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Redazione

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