CATANZARO. Una premessa va fatta subito: da una partitella d’agosto, nel pieno della preparazione atletica, con le gambe imballate per i carichi di lavoro e per le tossine accumulate, qualunque valutazione tecnico-tattica lascia, inevitabilmente, il tempo che trova. Una seconda premessa va però fatta anche: gli stessi limiti, in genere, ce li hanno gli avversari di turno. Fatte queste premesse c’è da dire che la partita amichevole di ieri a Chiaravalle tra il nuovo Catanzaro di Braglia e la Vibonese ha lasciato parecchio amaro in bocca ai circa quattrocento tifosi che, spostandosi dal capoluogo o dai centri rivieraschi, aveva deciso di seguire da vicino questa prima uscita di un certo impegno dei giallorossi. Il risultato finale della partita (1 a 1) dà immediatamente il senso delle difficoltà incontrate dal Catanzaro che addirittura era passato in svantaggio e che solo nella seconda parte del primo tempo è riuscito a riequilibrare la gara grazie al pareggio, su rigore, di Ferrigno. Ma quello che ha più lasciato perplessi gli spettatori presenti è stata la difficoltà di manovra del Catanzaro. Il centrocampo, infatti, ha mostrato molti limiti in fase di impostazione, così come la difesa è apparsa spesso in affanno. Molto, è bene ripeterlo, dipende certamente dalle ancora incerte condizioni atletiche, ma è evidente che la squadra ha comunque bisogno di qualche puntello nella zona centrale del campo e, soprattutto, in difesa visto che alcuni giocatori della retroguardia non hanno le caratteristiche tecniche necessarie per la difesa a tre.
M.S.
