TEATRO POLITEAMA: I MOMIX NELL’ANTEPRIMA MONDIALE “BOTHANICA”

AL POLITEAMA I MOMIX NELL’ANTEPRIMA MONDIALE “BOTHANICA”
LE QUATTRO STAGIONI VISTE DAL GENIO DI PENDLETON

 

Il ronzare delle api, la vita segreta degli alberi, i colori meravigliosi dei fiori. L’ultima creazione di Moses Pendleton, fondatore dei Momix, arriva – nell’ambito dell’anteprima mondiale in Italia – al Politeama di Catanzaro venerdì 3 e sabato 4 aprile. Un’esclusiva per la Calabria che il Politeama è riuscito ad assicurarsi grazie alla collaborazione con Ruggero Pegna.

Dalla passione di Pendleton per la natura nasce anche questo suo nuovo spettacolo. Di fiori e di piante si parla (anzi, si danza) in Bothanica, con un attenzione particolare al mutare delle stagioni.
«Mi sono ispirato per prima cosa a Vivaldi e al suo ciclo delle Quattro Stagioni», dice infatti il coreografo.
Lo spettacolo è diviso in due parti: Winter Spring (il nome delle due prime stagioni Inverno-Primavera, ma anche, in inglese, “lo slancio (spring) dell’inverno”) e Summer Fall (Estate-Autunno, ma anche “la caduta dell’estate”). E in questo semplicissimo ma discretamente affascinante gioco linguistico si nasconde molta della elementare, ma sensata e accattivamete, filosofia Pendleltoniana.
Le coreografie sono un insieme di elaborati giochi ottici, intessuti di semplici ed efficaci strutture dinamiche che attingono dal patrimonio storico della modern dance americana.
Il panorama sonoro è impressionante per varietà: ben trentacinque diverse fonti sonore, comprese una discreta quantità di registrazioni di canti degli uccelli; canti dei quali Pendleton accumula da anni, nelle sue quotidiane escursioni nella natura.
Alla base di Bothanica c’è però anche il desiderio di trarre lezione dall’osservazione della natura nel senso, appunto, un po’ ingenuo e forse ancora “hippy” del termine.
«Questa – dice Pendleton – è l’essenza dei Momix: si vede un fiore in un uccello, un essere umano in una roccia, una donna in un uomo. Bisogna usare la fantasia, l’immaginazione, la creatività. Spesso nel mio lavoro uso cose non umane per descrivere qualcosa di umano. E’ un modo per ottenere una certa obbiettività nell’osservare i fatti umani. Nei nostri spettacoli cerchiamo di provocare quella che io chiamo “optical confusion”: un modo per eccitare i nervi del cervello e stimolare la creatività».

 

MOMIX – LA COMPAGNIA

Conosciuta nel mondo intero per le sue opere  di eccezionale inventiva e bellezza, MOMIX è una compagnia di ballerini, diretta dall’americano Moses Pendleton. Sin dalla fondazione ha acquisito grande notorietà per la sua capacità  di evocare un mondo di immagini surreali utilizzando il corpo, costumi, attrezzi, luci e giochi d’ombra.La compagnia ha spesso realizzato progetti speciali come pure televisivi. Record assoluto di pubblico nei paesi dove è stato rappresentato questi ultimi anni.
Oltre alle annuali apparizioni al Joyce di New York, la compagnia si esibisce in tutto il mondo effettuando tournées in Canadà, Spagna, Italia, Grecia, Francia, Inghilterra, Austria, Svizzera, Irlanda, Olanda, Portogallo, Argentina, Brasile, Russia Australia e tutto l’Oriente.

MOSES PENDLETON 
– DIRETTORE ARTISTICO

Regista e Coreografo, Moses Pendleton è nato e cresciuto in una fattoria per l’allevamento del bestiame da latte nel nord del Vermont. Si è laureato in letteratura inglese al Dartmouth College nel 1971 e, quello stesso anno, ha fondato assieme a Jonathan Wolken il Pilobolus Dance Theatre.
Negli anni ’70 Pilobolus conquista le platee di tutto il mondo grazie ad una geniale ed insolita combinazione di acrobatismo e fantasia: nel 1975 vince il Premio della Critica a Berlino e nel 1977 viene presentato a Broadway
Pur rimanendo uno dei direttori artistici di Pilobolus, Pendleton inzia a lavorare da solo: nel 1979 è coreografo ed interprete nell’ Integrale Erik Satie all’Opéra di Parigi. Nel 1980 fonda la Compagnia MOMIX.
Nel frattempo Pendleton riporta sulla scena il balletto dadaista di Francis Picabia Relâche per il Joffrey Ballet, impersona il Pagliaccio nella produzione di Juri Ljubimov della “Kovancina” di Mussorgskij alla Scala di Milano e, nel 1982, alla Deutsche Oper di Berlino, allestisce ed è interprete nella produzione del balletto “Tutuguri”, basato su testi di Antonin Artaud.
Nel 1985 è coreografo del “Pulcinella”  di Stravinskij per il Ballet de Nancy, e nel 1987 firma il “Platée” di Rameau al Festival di Spoleto negli U.S.A. Nel 1988 è responsabile della realizzazione coreografica de “Les Mariés de la Tour Eiffel” di Cocteau in occasione dell’inaugurazione della Sala Florence Gould all’Alliance Française di New York. Nel 1989 firma la coreografia di “AccorDION” per il Teatro Vorbühne di Zurigo. Nel 1993, è responsabile della coreografia della “Carmen” di Lina Wertmuller al Teatro dell’Opera di Monaco di Baviera.
Per il cinema, nel 1982 produce il premiato documentario “Moses Pendleton Presents Moses Pendleton” per ABC Arts; nel 1984, partecipa con Julian Lennon a “Too Late for Goodbyes” diretto da Sam Peckinpah e nel 1991, al film “FXII”. Cura inoltre la coreografia del balletto ispirato ai “Quadri di un’Esposizione” di Mussorgskij-Ravel con l’Orchestra Sinfonica di Montreal diretta da Charles Dutoit, il film di questo spettacolo è vincitore di un premio internazionale. Ha infine diretto numerosi “specials” per il canale televisivo francese “Antenne 2” e per la RAI . Il suo film tridimensionale “Imagine”, girato nel 1994 con il metodo IMAX, ha ottenuto grande successo in tutte le sale del mondo dov’è in funzione questo procedimento. Ha contribuito alla realizzazione delle coreografie di video musicali quali “Batdance” per il film “Batman” con musica di Prince, e ad altri video per cantanti e gruppi quali White Lion, Shadowfax, Zucchero e Cathy Dennis.
Moses percorre oltre un chilometro a nuoto al giorno, registra le sue idee e scatta una quantità enorme di fotografie – soprattutto a sé stesso. Parte delle sue foto sono state esposte in alcune mostre a Londra, Milano e Aspen.
Abita nel Connecticut con Cynthia Quinn, ballerina di MOMIX. La loro figlia Elisabeth, anche lei ballerina, fa parte del balletto dell’Opera di Berlino.

 

 

 

 

Autore

Salvatore Ferragina

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