The invisible

Il Catanzaro riprende la marcia, in attesa che tutte le componenti inizino a supportare un progetto ambizioso.
di Giuseppe Mangialavori

Il Catanzaro riprende la marcia grazie ad una non facile vittoria contro il fanalino di coda V. Lamezia. Ma nessuna gara ha esito scontato in questo campionato e un super Mancinelli ha negato la gioia del gol ai biancoverdi. Un Catanzaro falcidiato da molte assenze importanti ha dimostrato di non essere proprio “Caputo-dipendente” e soprattutto di avere il carattere per rialzarsi dopo il primo stop stagionale. Mister Provenza ha ottimizzato le risorse umane a propria disposizione riuscendo nell’intento della conquista dell’intera posta in palio.

Ma il lato sportivo, che in questa stagione tante soddisfazioni sta regalando ai supporters giallorossi (a quelli che si degnano di andarlo a vedere, insieme a tutti coloro i quali si sforzano almeno di sentire il risultato finale), passa in secondo piano innanzi all’assenza ed allo strano letargo che affligge molte delle componenti che dovrebbero sostanziare e supportare la squadra espressione di un determinato territorio. Discorso vecchio, trito e ritrito ma non per questo inutile.

Non c’è bisogno di fare discorsi dell’altro mondo o disquisire sulla “Critica della ragion pura”! Anche Immanuel Kant si metterebbe a ridere! Altresì sarebbe inutile fare l’ennesima analisi pregressa dell’accaduto e di tutto ciò che ha portato La vecchia U.S. Catanzaro a ritargarsi “F.C.” sarebbe privo d’effetto (lo si è gia fatto).

Ma ci sono delle costanti che caratterizzano quest’”oggetto del desiderio” così amato (solo a parole) ma ahinoi altresì sfruttato e utilizzato per scopi che molto spesso nel tempo si sono rivelati estranei dall’amore per i colori giallorossi. Biechi scopi di natura economica o di narcisistico aziendale. Scopi di natura politica e chi più ne ha, più ne metta. E’ una costante che bisognerebbe riconoscere serenamente al fine di esorcizzare la creatura catanzarese proprio dai Catanzaresi (di Catanzaro) che hanno maltrattato (e continuano a farlo), quello che un tempo fu orgoglio di Calabria, simbolo di rivalsa di un’intera Regione e tutt’oggi patrimonio condiviso soprattutto dalla provincia (e non solo).

Quanti gli “invisibili” in stand by pronti ad uscire dallo stato comatoso dovuto al cambio dell’acronimo? Quanti imprenditori “invisibili” che sollevano le proprie spallucce in attesa non so di cosa? 

 

C’è sempre un perché pronto a soccorrere gli ignavi. Giustificazioni peraltro inconfutabili che però sanno tanto di mancanza assoluta di volontà e non di ragioni reali per il diniego di un apporto alla causa giallorossa. L’attuale dirigenza avrà anche manifestato qualche pecca in relazione ad aspetti comunicativi e organizzativi, ma malgrado ciò ha saputo risollevare la dignità sportiva che era oramai divenuta un lontano ricordo.

 

E così ci si ritrova innanzi al più che mai lento restyling del Ceravolo, forzato dalla necessità dell’adeguamento alle normative vigenti, a gente che invece di iniziare a ricostruire si preoccupa ancora oggi di giudicare e votarsi al peggiore pettegolezzo, a “ex” tifosi che (rispetto per le opinioni di tutti) fingono un misurato distacco dall’amata squadra perché al nome “Catanzaro” è stato anteposto un “F.C.” e tutto ciò?. Tutto ciò con la squadra del capoluogo di Regione che, contro ogni pronostico, viaggia spedita al secondo posto in graduatoria a sole sei lunghezze dalla squadra battistrada: il pronosticatissimo e benedetto Cosenza,  condannato sin dall’inizio a vestire i panni della corazzata leader.

L’amore palesato dalla new entry in Società, l’imprenditore Aiello è una certificazione indiscutibile di tutto ciò. Un uomo emigrato al nord, torna da imprenditore per abbracciare il vecchio amore e coloro che il vecchio “amore” lo possono quantomeno corteggiare a due passi da casa, cosa fanno? I finti sordi!

 

La cosa più strana per Catanzaro è che un allenatore (e che allenatore!) con la propria squadra magnificamente posizionata in classifica, debba fare prima un appello affinché venga ripristinato il sistema di drenaggio del Ceravolo (Stadio rimesso a posto per altri aspetti), poi ripetersi nei confronti di coloro che solo qualche anno addietro popolavano le gradinate dell’impianto catanzarese con la squadra ultima in classifica (forniti di cellulare sempre attivo al fine di chiamare l’amico per chiedere se si era stati inquadrati su Sky), per chiederne la presenza. Ma facciamo le persone serie please! Forse il calcio oltre ad essere bello per la propria imprevedibilità dal punto di vista prettamente sportivo, è bello anche per questi fenomeni che ben si sposano con l’assurdo. E per concludere c’è anche chi, al fine di dare un senso al nulla, si è permesso di scimmiottare sul dire del Dott. Provenza. Chi scrive ritiene che oramai i limiti della decenza siano stati ampiamente superati (ma nella vita mai dire “mai”…).

 

Questo Catanzaro e questi Uomini che orgogliosamente vestono i colori giallorossi, meritano il rispetto e il riconoscimento da parte di tutti, anche da parte di tutti gli “invisibili” che pretenderebbero di urlare con il proprio silenzio/assenza.

Il Catanzaro (alla faccia di chi non lo vorrebbe…) è più che mai vivo e vegeto e viaggia spedito verso la promozione in prima categoria e badate bene: promozione e non ripescaggio. Onore al Dottor Provenza, onore ai suoi ragazzi e onore a coloro che tra lo scetticismo comune hanno costruito questa macchina. Peccheranno si di un’organizzazione inappropriata e una comunicazione approssimativa (si può sempre migliorare in queste cose), ma sono mossi da vera passione e dal nulla stanno per regalare al Popolo Giallorosso il tutto. Non ci risparmiamo (in tutti i sensi…) dunque. Imprenditori e Politici che quando avete bisogno dei Catanzaresi per i vostri scopi, siete sempre pronti a battere cassa, non vi nascondete! L’età di pascoliana memoria è oramai un lontano ricordo e noi non siamo degli sprovveduti. Se ne siete dotati, palesate gli attributi, altrimenti abbiate il buon gusto di tacere.

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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