Il messaggio di Natale di S.E. Mons. Antonio Ciliberti

Cristo, Messia Salvatore illumini la mente degli uomini

Carissimi,

in questo tempo d’Avvento ed in prossimità del Natale, continua ancora il mio peregrinare per la Visita Pastorale, iniziata già da quattro anni. Dovunque, noto una certa tensione ed un’attesa di speranza, tra la fantasmagoria di luci colorate e l’esposizione di innumerevoli beni di consumo, nonostante le ristrettezze determinate dalla crisi economica. È l’atmosfera natalizia, creata dalla civiltà dei consumi, nella quale, tuttavia, si innesta insopprimibile il bisogno di Dio. In questo particolare contesto reale, vorrei attualizzare la celebrazione del Natale. Viviamo nel cuore della cosiddetta civiltà moderna: siamo i figli della modernità! E spesso siamo orgogliosi di autodefinirci tali. Quali sono gli elementi costitutivi della modernità? La risposta a questo interrogativo ce la da la storia del processo di maturazione costante della nostra cultura e della nostra civiltà. L’uomo della modernità ha scoperto il valore della ragione, elemento costituivo della nostra identità, e l’ha esaltata sino ad innalzarla a valore assoluto. L’esaltazione della ragione è il primo elemento costituivo della modernità ed il secondo è costituito dall’applicazione delle sue innumerevoli potenzialità in una crescente tecnologia, protesa a procacciare all’umanità quei beni di consumo nei quali illusoriamente l’uomo spera di trovare l’appagamento del naturale bisogno di felicità. Esaltazione della ragione e avanzata tecnologia costituiscono l’essenza della modernità. Dinanzi a questo preciso dato, qual è, però, l’esperienza che ci accomuna? La risposta è semplice perché quotidianamente la viviamo insieme: la ragione non è l’assoluto perché non ha in sé il potere di risolvere tutti i problemi dell’uomo. La tecnologia avanzata, con l’abbondanza dei suoi beni di consumo, non ha il potere di appagare la brama di infinito dello spirito umano che va oltre le cose, perché cerca di più. In queste condizioni di limiti ed impotenza, come l’uomo di tutti i tempi, ancor più l’uomo della modernità, accreditato da una maturazione culturale crescente, avverte di non bastare a se stesso. È l’esperienza che già faceva Isaia e riproposta dal grande filosofo greco Platone, quattro secoli prima di Cristo. Per l’uno e l’altro, gli uomini di tutti i tempi, hanno implorato l’indispensabile aiuto dall’alto. Questa implorazione risuona perenne nell’animo dell’uomo: ora in maniera esplicita, non di rado implicitamente, ed arriva sino al cuore di Dio, in cui l’uomo trova solo la sua origine. E Dio non è sordo a questa implorazione accorata. Risponde in maniera esauriente, non tanto con teorie intrise di alte verità, ma in forma semplice ed eccezionale, venendo personalmente incontro all’uomo, anzi assumendo su di sé, nell’unità della sua Persona divina, la nostra umanità segnata: Dio, in Gesù Cristo si fa nostro fratello! Questo è l’evento più straordinario di tutta la storia: Dio si fa uomo, mediante la maternità verginale di una donna immacolata: Maria! È il mistero insondabile del vero Natale cristiano. Nella contemplazione di questo avvenimento sconvolgente, noi restiamo attoniti e pieni di stupore. Ma questo suggestivo atteggiamento non è esaustivo della nostra responsabile compartecipazione. Noi, con Cristo, dobbiamo celebrare il nostro Natale. Questo è possibile e sarà meravigliosamente assai bello, se gli apriremo la vita e l’accoglieremo nella profondità dell’anima. La forma, misteriosa, ma vera, per celebrare nella verità questo evento di grazia, sarà quella di accogliere Gesù Cristo, Verbo di Dio, e di instaurare con Lui un rapporto di autentica cristificazione, mediante l’Eucaristia, transustanziando la fantasmagoria delle luci e la caducità del consumismo nello splendore della grazia; celebreremo nella pienezza della verità e della gioia il Natale cristiano. Il recupero degli autentici valori del Natale ci aiuterà a riscoprire le fondamenta su cui si edifica la vera civiltà, preconizzata da Dio ed attesa de tutti: giustizia e verità, libertà ed amore. Nella situazione in cui si dimena la nostra società, segnata da ingiustizia e falsità, dominata da egoismo ed interessi di parte, dilaniata da odio e lotte intestine, frastornata dalla criminalità e dalla violenza, delusa dalla politica e il malgoverno, insicura delle istituzioni e degli opposti estremismi, possa lo splendore che irradia Cristo, Messia Salvatore, illuminare la mente degli uomini e muovere il loro cuore perché insieme, a più mani, si possa lavorare, in profonda sintonia con l’opera di Dio, a costruire una società giusta, sostanziata dalla certezza della speranza. In questa prospettiva, il mio augurio si fa anche preghiera perché, quanto abbiamo contemplato nella verità della parola, si incarni nell’esperienza della vita: buon Natale e sereno anno nuovo!

+ Antonio Ciliberti,
Arcivescovo Metropolita

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Redazione

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