Intervistiamo

Panero, tra Santin e Veselinovic

di Alessandro Gallo

Probabilmente non tutti lo ricorderanno con la maglia giallorossa (specialmente i più giovani) visto che, sicuramente, la sua esperienza catanzarese non ha onestamente lasciato un ricordo indelebile da queste parti.
Quello che però andrebbe sottolineato è la serietà e la diponibilità, sia allora da calciatore ( da fonti..indirette) che adesso da quarantacinquenne allenatore.. “attempato” ( fonte diretta).
Stiamo parlando di Ezio Panero, ex attaccante- oggi si direbbe punta di movimento- cresciuto nelle gloriose giovanile del Torino e che ha conosciuto la massima serie con la maglia del Lecce.
Nella nostra città dei tre colli ha giocato per due stagioni: nel 1984- 85 ( campionato di serie c1) collezionando solo una presenza e l’anno successivo, collezionato nella serie cadetta 14 presenze e 5 reti.
Proviamo a ricostruire, attraverso i suoi ricordi, quella stagione negativa per i nostri colori, culminata con una nuova retrocessione in C1:
<< Ricordo quella stagione con piacere, nonostante sia culminata con una retrocessione- esordisce Panero-; a guidarci era inizialmente Santin che poi però venne esonerato e sostituito dallo slavo Veselinovic.
Ricordo tuttavia che dopo le prime due giornate eravamo nel gruppetto di testa, grazie al pareggio dell’esordio a Perugia ed alla vittoria alla seconda ottenuta contro il Cesena in rimonta.
Peccato per quella retrocessione, eravamo un bel gruppo >>.
La partita migliore di Ezio Panero con la maglia giallorossa?
<< Senza dubbio quella giocata in casa contro il Catania; venivamo da un periodo nero nel quale avevamo raccolto solo una vittoria, tra l’altro in trasferta ma non ricordo dove (Brescia), in cinque gare.
E poi la sfida contro il Catania, se non sbaglio, era molto sentita.
Ebbene, dopo essere passati in svantaggio nel primo tempo, una mia doppietta nella ripresa ci ha consentito di ribaltare il risultato e di vincere un incontro che avrebbe potuto rilanciarci definitivamente, invece!>>
Invece il Catanzaro si classificò al penultimo posto, davanti solo al Monza:
<< Se non ricordo male però la quota salvezza non era poi così lontana; credo che se avessimo fatto meno errori, specialmente nella fase centrale del campionato, forse ci saremmo potuti salvare >>.
L’anno dopo vai a Lecce e ritrovi mister Santin:
<< Ho avuto sempre un buon rapporto col mister; purtroppo per lui anche a Lecce, come a Catanzaro l’anno prima, non andò benissimo.
Venne esonerato e al suo posto fu chiamato mister Mazzone. Quell’anno sfiorammo la promozione che poi però riuscimmo ad ottenere l’anno successivo >>.
Cosa ricordi di quell’anno a Lecce?
<< La programmazione e la grande organizzazione societaria; io quell’anno disputai un ottimo campionato, culminato con 19 presenze e 4 reti quasi sempre entrando dalla panchina.
I miei compagni d’attacco erano gente come Pasculli, Tacchi e Paciocco, ancora oggi miti da quelle parti >>.
Tornando a parlare dell’anno successivo, nel quale il Lecce arrivò secondo e fu promosso ( insieme all’Atanta, la Lazio ed il Bologna) in serie A, ricorda che anche il Catanzaro sfiorò la promozione?
<< Certo! Mi pare che però fu proprio la sconfitta contro di noi a Lecce a tre giornate dalla fine a levare ogni altra residua speranza >>.
Il mister della vostra promozione era Mazzone, un mito anche dalle nostre parti. Che ricordo hai di mister Mazzone?
<< A mio avviso è stato uno dei più grandi allenatori italiani; a Lecce poi io ero diventato per lui una specie di amuleto.
Quando le cose non andavano per il verso giusto, lui mi spediva in campo negli ultimi minuti (spesso al posto proprio di Pablo Pasculli) ed io alcune volte facevo goal.
Una specie di Pippo Indaghi di fine anni ottanta >>.
Qual è la vita attuale di Ezio Panero?
< La società piemontese è da sempre attenta al mondo giovanile ed io sto lavorando con un gruppo di bambini che vanno dai 6 ai 12 anni.
Il mio obiettivo, come d’altronde quello della società, è quello di far capire loro in maniera piacevole i valori di uno sport che, specialmente a quell’età, deve essere inteso solo come gioco e, perché no?, magari anche come una sorta di scuola di vita >>.
Ezio Panero non sarà dunque stato tra i ‘pionieri’ del Catanzaro ma, la sua disponibilità e la sua educazione, lo collocano certamente tra gli atleti da ricordare con piacere. Inoltre la nostra chiacchierata ha avuto il merito di aver ricordato un grande come Carletto Mazzone, un personaggio mai dimenticato e che forse, mai come adesso, servirebbe ad un mondo del calcio sempre più falso e sempre meno genuino.

Alessandro Gallo

Autore

Tony Marchese

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