SCUOLA – L’obiettivo della protesta non sono le Forze di Polizia

Lettera aperta del COISP agli educatori e a chi tende a “strumentalizzare” le manifestazioni studentesche nella città di Catanzaro: ai ragazzi va fatto capire che l’obiettivo della protesta non sono i professionisti delle Forze di Polizia!

Quella che è scesa in piazza oggi a Catanzaro, è stata una protesta senza nessun tipo di contenuto, estranea alle vere motivazioni che, condivisibili o meno, hanno spinto alcune persone, in altre città d’Italia, a manifestare contro un provvedimento del Governo, mentre tante altre hanno fatto della
protesta di piazza l’alibi per sfogare istinti e recriminazioni lontani da motivazioni e fatti oggettivi. Non è compito nostro dare giudizi sul senso della mobilitazione di piazza, non esprimiamo posizioni politiche su un argomento che, questo lo possiamo ben dire, proprio perchè tanto importante, avrebbe meritato un’attenzione più responsabile da parte degli addetti ai lavori, che forse si sono fatti scudo di tanti ragazzi, ma non possiamo esimerci dal sottolineare come la manifestazione di piazza a Catanzaro si sia trasformata in una protesta senza ritegno contro le forze di polizia, con cori e atteggiamenti ingiuriosi. Riteniamo di poter dire, senza tema di smentita, che la protesta degli studenti, mandati nelle piazze dagli adulti, senza preoccuparsi di ciò che sarebbe potuto accadere, sia stata strumentale rispetto a quelli che erano altri intenti. Se da un lato i cortei dei ragazzi si sono trasformati in una sfilata carica di odio verbale verso le Forze dell’Ordine, chiamate a garantire l’incolumità stessa dei manifestanti, dall’altro è inaccettabile l’irresponsabilità dell’atteggiamento di chi a questi ragazzi non ha spiegato bene cosa significa far valere i propri diritti, pur attraverso la protesta, purché questa sia civile. L’appello va forte a questo punto a tutti coloro che nella società hanno un ruolo fondamentale, quello di educatori. Dalle famiglie, ai professori ai presidi, nessuno può tirarsi indietro rispetto
a quello che è l’unico compito davvero fondamentale per la costruzione di una società in cui sia garantita la convivenza, l’insegnamento del rispetto delle regole e degli altri. Tensioni sociali come quelle dello storico ’68 avrebbero dovuto far capire quanto pericoloso possa essere mettere l’un contro l’altro strati della comunità, veicolare messaggi di odio piuttosto che di confronto costruttivo. Una società che non sappia parlare, che non sappia insegnare ai propri giovani il rispetto delle istituzioni è una società destinata irrimediabilmente a fallire.

                                                                                                                                    Giuseppe Brugnano

   Responsabile Politico Ufficio Stampa COISP, Sindacato Indipendente di Polizia.

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