COMUNE – Barberio puntualizza con l’Assessore al Bilancio

Le precisazioni del tutto e soltanto “tecniche”dell’assessore al bilancio Giuseppe Marcucci, non credo scalfiscano minimamente   la sostanza politica delle mie critiche al modo con cui da due anni e mezzo è amministrata la nostra Città. L’assenza di indirizzo politico da parte degli assessori c’è, esiste ed è sotto gli occhi di tutti che non vi è la benché minima programmazione in nessuno dei settori. Si campa, come suol dirsi, alla giornata puntando, magari, su iniziative ad effetto e del tutto estemporanee che lasciano il tempo che trovano.   

Proprio a  questo modo di fare si allinea nella sua replica anche l’assessore Marcucci quando definisce“non prevedibili” le uscite causate dai debiti fuori bilancio.

No, caro assessore, i debiti fuori bilancio,  non possono essere considerati alla stregua di un’onda anomala, improvvisa o, come lei afferma, imprevedibili sol  perché il  mare fino a ieri sembrava in bonaccia. Al contrario: è  proprio quando tutto sembra calmo che ci si deve fare, invece, un quadro  esatto della situazione, essere politicamente previggenti,    fare attenzione alle scadenze, dare un indirizzo, soprattutto  politico, ai conti comunali, attrezzandosi per tempo.  In una parola, bisognava tenere gli occhi aperti, così come ha fatto la precedente amministrazione attraverso l’ottimo assessore Vincenzo Andracchio. Quei debiti, infatti, se non sono ascrivibili alla attuale amministrazione e men che meno sono responsabilità della Giunta o dell’amministrazione Abramo,   non possono e non devono, però, essere considerati, da chi oggi governa la città, una novità o un fatto di cui si ignorava fino a qualche mese fa l’esistenza o la eventuale virulenza che avrebbero potuto avere sul bilancio comunale.   

Sulle spalle, alcuni di quei debiti, che tra l’altro sono stati  una spada di Damocle sul capo delle più recenti amministrazioni, hanno almeno un quarto di secolo e sono la testimonianza più severa per censurare un certo  modo di amministrare. Quei debiti- lei lo sa bene- assessore Marcucci- non sono per così dire figli di nessuno, o come genericamente lei afferma, relativi ai decenni trascorsi, ma hanno nomi e cognomi che nulla hanno a che fare con la passata amministrazione. Da quest’ultima, lei, come assessore al Bilancio   – è bene ricordarlo-  ha, piuttosto, ereditato, un bilancio comunale integro e anche    un “tesoretto” di ben 27 milioni di euro. Entrambe le cose  rappresentano non solo un  caso raro, se non unico, nel disastrato panorama della situazione finanziaria in cui versano gli enti locali e in special modo i comuni, ma anche la buoba amministrazione che si è praticata negli ultimi dieci anni.

 Ciò che, in altre parole, nella presente fase amministrativa si sarebbe dovuto fare   per non correre il rischio di rompere il patto di stabilità, era “prevedere”. Nel senso, non di interrogare la palla di cristallo, ma nel senso di attendersi, al pari di quanto si è sempre fatto negli ultimi dieci anni,  che i nodi rappresentati da quei debiti, un giorno o l’altro, sarebbero, comunque, venuti al pettine.  Da questa ottica virtuosa sarebbe dovuta scaturire  l’esigenza, tutta politica, di  programmare evitando,così come si è fatto negli ultimi due anni e mezzo, di lasciare libero corso  all’ottimismo.    In questa maniera ci si è comportati nella precedente consiliatura comunale. Se così non fosse stato crede, caro assessore, che lei, ancora oggi, avrebbe potuto vantarsi di aver  mantenuto invariati   i tributi e le tariffe (Tarsu, Tosap, Tassa della pubblicità, addizionale Irpef)  pagate dai cittadini? Grazie a che cosa avreste potuto prendere una decisione del genere, se aveste trovato un bilancio comunale sull’orlo del collasso? Un’ultima cosa: è vero, l,1 milioni di euro spesi per la bitumazione  delle vie cittadine per ospitare la tappa del Giro d’Italia, non c’entrano con il patto di stabilità. Ha ragione lei, quei fondi provengono dai proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione. Ma ha omesso di dire che quei soldi erano lì, disponibili e costituiscono una delle tante eredità facenti capo alla Giunta Abramo.

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Redazione

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