Contraddizioni della sentenza del Consiglio di Stato sulle Dogane a Reggio

riceviamo e pubblichiamo

Contraddizioni della sentenza del Consiglio di Stato sulle Dogane a Reggio

Abbiamo individuato tutte le contraddizioni della sentenza con cui il Consiglio di Stato assegna le Dogane a Reggio. Ora auspichiamo un forte, quanto doveroso, intervento politico della deputazione catanzarese affinché venga azzerata politicamente una sentenza ottenuta altrettanto politicamente.
Palazzo Spada ha motivato la sua bizzarra decisione parlando di “insufficienza, contraddizione e illogica” da parte della richiesta di Catanzaro! Il sindaco di Reggio, Scopelliti, ha commentato la cosa affermando che <<la “Cassazione” amministrativa ha valorizzato gli elementi di merito, riportando correttamente la questione nei suoi giusti termini e affermando, significativamente, un principio fondamentale: “il capoluogo non può essere la regola”>>.
Ma se “il capoluogo non può essere la regola”, ci può spiegare Scopelliti perché nelle altre regioni tale regola non solo esiste ma è pure rispettata rigorosamente senza pruriti da parte di nessuno? In realtà la sensazione che si ha è che il Consiglio di Stato abbia sbagliato o, per dirla diversamente, abbia subìto il “fascino” di qualche segreteria politica.
Ma andiamo per ordine. Vogliono farci credere che le maggiori entrate in un territorio giustifichino, in quel medesimo territorio, l’ubicazione delle Dogane. Peccato che la Direzione delle Dogane per la Toscana ha sede a Firenze laddove le maggiori entrate sono registrate a Livorno; la Direzione per la Sicilia ha sede a Palermo ma le maggiori entrate sono registrate a Siracusa; la Direzione per la Puglia si trova a Bari nnostante le maggiori entrate si registrano a Lecce; in Friuli ha sede a Trieste ma le maggiori entrate sono a Udine; in Emilia Romagna ha sede a Bologna laddove i maggiori introiti si registrano a Parma e Ferrara e altresì dicasi per altre sedi.
Vogliono farci credere che assegnando a Reggio l’importante ufficio si ottemperi al criterio dell’economicità e funzionalità per lo Stato. Peccato che la realtà dice l’esatto contrario! Infatti il criterio sopra menzionato va rapportato a tutto il territorio regionale e non solo ad un quinto di esso, e la razionale organizzazione dei servizi deve tener conto delle distanze tra le singole province e la fattiva raggiungibilità delle stesse, non ultimo in ragione dei chilometri che distanziano l’una dall’altra: in quest’ottica Reggio è la sede più disagiata, più decentrata, più periferica, più scomoda, più costosa, più illogica.
Vogliono farci credere la provincia di Reggio vanta le maggiori entrate per via del porto di Gioia Tauro. Peccato che sia la provincia di Vibo Valentia a registrare i maggiori introiti a livello regionale tant’è che, in considerazione di ciò, è stata annessa a Reggio che – in assenza di Gioia Tauro, autonoma sede dirigenziale – risultava essere estremamente povera di introiti sia a livello doganale che a livello accise al punto da non giustificare in sé neanche la sede dirigenziale (altro che Direzione Regionale!!!).
Vogliono farci credere che la scelta di Reggio sia la più logica. Peccato che la Direzione regionale per poter svolgere i compiti che le sono propri (programmazione, indirizzo, coordinamento, controllo degli uffici locali) deve essere ubicata in posizione strategica ed equidistante dalle varie province al fine di renderla fruibile a tutti i dipendenti dislocati territorialmente in ambito regionale (Cosenza, Corigliano Calabro, Crotone, Catanzaro, Lamezia Terme, Vibo Valentia, Gioia Tauro, Reggio Calabria) anche  per la formazione degli stessi e la partecipazioni a riunioni operative.
Vogliono farci credere che Reggio sia la scelta più coerente. Peccato che non siano stati valutati altresì i dati sugli erogati dei distributori statali di carburante dai quali scaturisce un rilevante gettito per la regione Calabria, massimamente proveniente dalla provincia cosentina (che rientra nell’ambito di Catanzaro).
Insomma, vogliono farci credere ciò che è incredibile!
Infine, per fugare accuse di campanilismo, oltre a riaffermare che Catanzaro e’ la scelta naturale in quanto capoluogo di regione e sede degli altri organi di più stretto contatto con l’agenzia delle Dogane (Regione Calabria, Direzione Regionale delle Entrate, Direzione Regionale del Territorio, Comando Regionale Guardia Finanza, e vari altri enti direttivi), ove la scelta sia motivata esclusivamente – come pare nella fattispecie –  su dati di introito, la sede dovrebbe essere Vibo Valentia; viceversa, per ragioni di massima fruibilità da parte di operatori e dipendenti, più opportuna sembrerebbe la sede di Lamezia Terme. 
Insomma, alla luce dei dati oggettivi e della realtà, non possiamo temere di affermare ancora una volta quanta incongruenza vi sia stata nella sentenza di Palazzo Spada. Un errore madornale. Ecco perché invitiamo il sindaco Rosario Olivo e la presidente della provincia Wanda Ferro a convocare d’urgenza la deputazione catanzarese, per reclamare ciò che è giusto. Per il bene del Paese e soprattutto per riportare un po’ d’ordine in questa nostra disordinata terra di Calabria, che primeggia solo per campanili.

Associazione Culturale “NuovaMente

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Redazione

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