INTERVENTI Convegno su sviluppo e sicurezza promosso da Confindustria

”Quarantacinque miliardi di euro: è questo il fatturato annuo della ‘ndrangheta Spa. Quasi tre punti di Pil”. E’ il dato fornito dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, intervenendo al convegno su sviluppo e sicurezza promosso a Catanzaro da Confindustria. “E’ tale – ha aggiunto Maroni – il contesto in cui si muovono le forze dell’ordine: una straordinaria potenza economica che investe, fa innovazione, condiziona i mercati e che può contare anche su una componente militare di controllo del territorio, intimidazione. Ma non è solo questo, la ‘ndrangheta e’ diversa dalle altre perché ci sono le ‘ndranghete e per questo l’attacco deve essere attuato in modo diverso da quello che si porta avanti contro le altre consorterie. Credo che nell’ambito delle forze dell’ordine e della magistratura tutti sappiano fare bene il loro mestiere. In Calabria proprio di recente sono stati messi a segno colpi molto forti con arresti di latitanti e smantellamento di situazioni criminose con connessioni anche nel mondo delle amministrazioni”.

Dieci dei 45 miliardi di fatturato della ‘ndrangheta provengono da estorsioni, pizzo e usura. E’ un dato, ha sostenuto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che evidenzia quanto il problema della criminalita’ riguardi gli imprenditori. ”E’ questo – ha detto Maroni – il fronte di attacco che dobbiamo potenziare. Nel disegno di legge sulla sicurezza prevediamo l’obbligo per le imprese che hanno vinto appalti pubblici di denunciare i tentativi di estorsione. La sanzione e’ l’esclusione dagli appalti”.

PORTO GIOIA PORTA INGRESSO DROGA
Il porto di Gioia Tauro e’ la porta d’ingresso della droga utilizzata dalla ‘ndrangheta ”scelta come referente dai cartelli colombiani per il traffico di stupefacenti”. A dirlo e’ stato il ministro dell’Interno Roberto Maroni. ”Sui 45 miliardi di euro di fatturato della criminalita’ organizzata – ha specificato Maroni – il 60% viene dal narcotraffico”. Al riguardo Maroni ha rivolto un invito al presidente della Regione, Agazio Loiero, e a quello di Confindustria Calabria, Umberto De Rose, a ”fare una riflessione insieme per focalizzare quali iniziative sono da prendere sul porto di Gioia Tauro”.

ALFANO, 41 BIS NON E’ UNA TORTURA E VA RAFFORZATO
Non credo che il 41 bis sia una tortura anzi io sono dell’idea che bisogna rafforzare il carcere duro per i mafiosi”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano partecipando a Palermo al dibattito su ‘Il ruolo delle istituzioni” che si e’ svolto all’istituto alberghiero dedicato a Palo Borsellino a Palermo. ”I mafiosi – ha aggiunto il ministro – hanno piu’ paura che gli vengano confiscati i loro beni che essere arrestati e la nostra azione di contrasto puntera’ adesso ad inasprire la confisca dei beni di provenienza illecita. In questi cinque mesi di governo abbiamo attuato il piu’ grande progetto di contrasto ai boss e la mafia se ne e’ accorta”.

DOBBIAMO ODIARE I BOSS
”Noi dobbiamo odiare i mafiosi”, ha aggiunto Alfano. ”Da quando ci svegliamo dobbiamo avere – ha aggiunto – un sentimento negativo verso i boss e capire che la Sicilia sarebbe piu’ bella senza di loro. Se ciascuno di noi fara’ quello che la vita lo ha chiamato a fare noi schiacceremo la mafia”. ”C’e’ stato un momento – ha osservato – in cui di mafia non si parlava in Sicilia, poi dopo le stragi e dopo i delitti degli uomini delle istituzioni c’e’ stato un risveglio delle coscienze e nessuno ora puo’ dire la lotta alla mafia non mi riguarda”.

Angeletti:
“Puntare tutto sulla legalita’ e sulla sicurezza”, e’ la ricetta per il Mezzogiorno secondo Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, intervenuto oggi a Catanzaro al convegno organizzato da Confindustria con istituzioni e forze sociali. “Da qui si parte per risolvere tutta una serie di problematiche del territorio. La forza della criminalita’ organizzata – ha sottolineato il leader della Uil – sta nella capacita’ di mettere paura, e lo Stato quindi e’ chiamato a neutralizzare questa capacita’, non solo rendendo certe le conseguenze per chi delinque, ma anche e soprattutto dimostrando di poter difendere i cittadini, e di saper tutelare le imprese. Il discorso vale una volta di piu’ per gli imprenditori, perche’ non si puo’ lasciare solo chi opera economicamente in regioni come la Calabria o le altre del Mezzogiorno”. “Se un imprenditore trova la forza di mettersi contro la criminalita’ – ha aggiunto Angeletti – deve sapere che sara’ tutelato, non solo fisicamente, ma anche economicamente. Questo e’ fondamentale perche’ il bisogno di sviluppo e’m strettamente collegato al bisogno di lavoro. Bisogna proteggere le aziende perche’ cio’ significa proteggere i lavoratori. Questo, in zone come la Calabria, deve tradursi anche nella predisposizione di normative adeguate. Ad esempio nella materia degli appalti, la normativa attuale e’ concepita contro le normali forme di corruzione, ma non contro la pervasivita’ della criminalita’ organizzata. E in tutti i casi a farne le spese, alla fine, sono i lavoratori”.

Marcegaglia:
”O si sta con la legalita’ o contro la legalita’. Non ci potranno essere situazioni mediane”. Lo ha detto il presidente degli Industrali italiani, Emma Marcegaglia, parlando a Catanzaro al convegno promosso da Confindustria su sviluppo e sicurezza. ”C’e’ un circolo vizioso – ha aggiunto Marcegaglia – che va spezzato in modo netto: lo diciamo forte e con determinazione anche dalla Calabria a venti giorni dall’iniziativa analoga che abbiamo tenuto a Caserta. Ci sono dati che evidenziano che laddove c’e’ un tasso di illegalita’ molto forte, c’e’ un tasso di crescita assai basso. In Calabria ci sono potenzialita’ straordinarie. Se arrivassimo in 15 anni ad un livello di crescita pari a quello del nord, avremmo tre milioni di occupati”.

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