Dogane a Reggio. Italia, Repubblica delle banane!

riceviamo e pubblichiamo

La decisione del Consiglio di Stato che toglie a Catanzaro, per dare a Reggio, la Direzione Regionale delle Dogane suscita molta perplessità. E non si tratta di una perplessità figlia di una pur legittima rivendicazione delle prerogative, ancora una volta mortificate, afferenti al capoluogo di regione: si tratta piuttosto di un disorientamento totale, una sorta di anarchia imposta dall’alto, che non fa percepire le istituzioni come garanti dell’ordine, del buon senso, di ciò che è giusto. Di fronte a tutto ciò l’opinione pubblica rimane spaesata giacché, pericolosamente, viene ad essere erosa nella gente la fiducia nelle istituzioni del Paese. E’ una sentenza così inaccettabile da indurre a pensare che essa abbia dovuto rispondere non già al diritto, bensì a pressioni di stampo politico, dunque all’interesse del politicamente più forte. Se tale sensazione corrispondesse a verità, la perplessità diffusa che si avverte farebbe crollare la credibilità delle istituzioni fomentando la percezione che nella Repubblica Italiana si decida tutto in base alla convenienza particolare di una fazione. A chi giova tutto questo? Può il giovane sindaco in carriera Scopelliti, e con lui la potente  politica dello Stretto, gioire per il perpetuarsi di una anomalia? Si può gioire sullo Stretto così egoisticamente sapendo che le Dogane a Reggio recano danno all’intera Calabria? E si può gongolare beati per avere, ancora una volta, strappato non già l’ennesimo ufficio al capoluogo di regione ma la sua stessa dignità? A chi giova indebolire il capoluogo di regione e, con esso,  l’intera regione?

I “suggeritori” politici di questa sentenza, e le successive gongolanti dichiarazioni provenienti da Reggio, incrinano la compattezza piuttosto molle dell’establishment istituzionale calabrese, nel tentativo arrogante di crearne uno tutto incentrato sulla delegittimazione del capoluogo. Lo spazio di interesse per la costruzione di Catanzaro quale capitale regionale compiuta  scompare di fronte alla prepotenza politica del più forte

La sentenza sulla direzione delle Dogane è solo l’ultima in ordine di tempo delle ingiustizie inferte a Catanzaro, e quindi alla Calabria; ma probabilmente è l’Italia a rappresentarsi quale Repubblica delle Banane se le sue istituzioni non sono nemmeno in grado di garantire l’ordine più basilare della pubblica amministrazione, a partire dai contenuti negati a qualche capoluogo di regione. Il Consiglio di Stato pare abbia motivato che << la richiesta di Catanzaro appare insufficiente, contraddittoria e illogica>>.  Ai comuni mortali invece pare piuttosto che ad essere insufficiente, contraddittoria e illogica sia proprio la sentenza medesima! Insufficiente perché liquida troppo banalmente le legittime rivendicazioni di Catanzaro dal momento che non solo si bypassa il ruolo di capoluogo regionale con inusitata impudenza, ma anche perché –  trattandosi di ufficio direttivo – la direzione delle Dogane deve poter agevolmente “dialogare” con  altri organi presenti nel capoluogo di regione (Regione Calabria, Direzione Regionale delle Entrate, Direzione Regionale del Territorio, Comando Regionale Guardia di Finanza, eccetera); contraddittoria perché pur rilevando che nessuna norma imponga alle agenzie fiscali di localizzare le proprie strutture regionali di vertice nei capoluoghi regionali, di fatto queste sono tutte allocate rigorosamente ed esattamente nelle città capoluogo di regione (come si rileva dall’art. 6 del Regolamento di Amministrazione dell’Agenzia delle Dogane); illogica perché la scelta della sede deve tener conto dei motivi di economicità e di organizzazione razionale dei servizi, ciò che esclude categoricamente Reggio se pensiamo anche solo a ragioni geografiche e funzionali  rispetto ad un territorio ampio qual è quello calabrese su cui non insiste fortunatamente solo l’ufficio doganale di Reggio ma anche quelli di Cosenza, Corigliano, Crotone, Catanzaro, Lamezia, Vibo e Gioia Tauro;
E’ questo il motivo per cui l’opinione pubblica si è fatta l’idea che la sentenza sia stata partorita nelle stanze di qualche segreteria politica più che in quelle pertinenti di Palazzo Spada. A questo punto, se esiste una classe parlamentare catanzarese, ci si aspetta di vederla all’opera con gli stessi mezzi aggressivi usati da chi ha umiliato Catanzaro: per esempio si può azzerare la sentenza del Consiglio di Stato attraverso un emendamento alla Finanziaria o – meglio ancora – attraverso una Legge Speciale per Catanzaro Capoluogo che metta inequivocabilmente i puntini sulle i. Se questo non accadrà bisognerà convenire tutti, amaramente, che la nostra è la Repubblica delle Banane!

Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”
Il Direttivo ed il Gruppo Istituzionale Comunale

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Redazione

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