La Striscia

Catanzaro ancora corsaro, tre trasferte sette punti

Caputo prima e Iannelli dopo, affondano la Vigor di Zizza, Cantafio e ecc ecc…

Si arriva a Lamezia intorno alle 14,00 e il clima pre partita non è quello degli ultimi due anni.

I tifosi biancoverdi hanno abbandonato i sogni di promozione, contestano apertamente la società, rea a loro giudizio di non spendere abbastanza per costruire una squadra degna per la loro città.
Allo stadio non c’è il pubblico delle grandi occasioni, mancano gli striscioni e le bandiere, la gradinata est, cuore pulsante della tifoseria biancoverde presenta larghi spazi vuoti, un altro gruppetto assiste alla partita dalla collinetta limitrofa allo stadio, contestando la dirigenza lametina.
I tifosi giallorossi ci sono ma non si vedono, sono in incognito in tribuna, e le guardie giurate che garantiscono il servizio d’ordine sono pure della città capuologo.
Il Catanzaro in pratica, fra tifosi imboscati, giornalisti, guardie giurate, forze dell’ordine e dirigenti, possiamo dire che non era solo.
All’entrata delle squadre in campo nessun appaluso della tifoseria avversaria al tecnico Provenza, ma ad essere sinceri neanche nessuna contestazione, tranne qualche insulto che è rimasto isolato.
Zaminga è stato invece subissato dai fischi sin dal primo minuto, dobbiamo dire che all’ex vigorino i fischi hanno fatto proprio bene, alla fine risulterà forse il migliore in campo dei nostri.
La formazione mandata in campo oggi era difficile azzeccarla in quanto in settimana troppi infortuni avevano condizionato l’andamento degli allenamenti, Provenza ha riproposto il vecchio modulo 4-4-2 e ha inserito sulle ali Mangiacasale dal primo minuto e Armenise spostato a sinistra.
Indubbiamente la qualità in campo dell’undici giallorosso  era superiore, ma nel primo tempo la squadra non riusciva a esprimere il gioco sulle ali, poichè Berardi non era in giornata e spesso e volentieri la l’undici catanzarese non era rapido nelle ripartenze, anche perchè Armenise soffriva la posizione e Mangiacasale era impreciso negli appoggi.
Iannelli, che ricorda il Chiarella ex giallorosso dei tempi d’oro per impegno e dedizione e per quanto tiene impegnati i difensori avversari,  era imprtantissimo in questa fase, poichè solo un colpo di magia poteva sbloccare il risultato.
Caputo, che come al solito si defilava dal gioco, quando toccava palla diventava letale, il suo goal lo dimostra ampiamente, un sinistro di rara  potenza e precisione che s’insaccava alla sinistra di Panico proteso inutilmente in volo.
La ripresa iniziava sulla falsa riga del primo tempo, con la Vigor più sbilanciata in avanti e con il Catanzaro che poteva, ma non ci riusciva per i motivi di cui sopra, a dare il colpo definitivo del Ko.
Gli ampi spazi lasciati dalla squadra vigorina non venivano capitalizzati dai nostri perchè la manovra non era fluida e quando capitavano azioni con praterie davanti, Mangiacasale si complicava la vita intestardendosi in un dribbling quando eravamo in superiorità numerica.
A questo punto serviva una mossa dalla panchina e Provenza provvedeva.
Entravano Bruno e Criniti rispettivamente al  posto di Armenise e Caputo e il Catanzaro faceva quello che doveva fare.
Un calcio semplice e veloce, i due velocizzavano la manovra e con passaggi di prima sfruttavano i larghi spazi che avevamo a disposizione.
Mangiacasale lanciato da Criniti si presentava a tu per tu con Panico e veniva falciato da dietro, il rigore (penso che il difensore abbia preso palla e gambe) sembrava netto ma Berardi sbagliava e si faceva deviare il tiro in angolo.
I tifosi vigorini a quel punto si esaltavano al grido  “Vi-gor Vi-gor” ma Iannelli, sul conseguente corner al calcio di rigore parato,  di testa li castigava e rovinava sul più bello il coro, in quanto è rimasto bloccato sul “Vi”. 
Anche il Ds Zizza che aveva contestato il rigore e che si era esaltato  per la parata di Panico, si lanciava contro il nostro medico sociale Gualtieri e contro il preparatore Raione, rei di avere esultato per il rigore concessoci.
Si creava un pò di scompiglio e dovevano intervenire le forze dell’ordine per placare l’ira dovuta all’imbunnamento del Ds opinionista che probabilmente non avrà potuto vedere il goal di Iannelli, ma sono sicuro che magari da esperto moviolista, come ai bei tempi,  se lo rivedrà in Tv.
Anche fra il primo e il secondo tempo c’era stata qualche aggressione verbale in Tribuna Stampa, ma nulla di eccezionale, non sempre si può vincere, non sempre è Natale.
A fine partita tornando verso Catanzaro anche i nomadi (non quelli di “Vagabondo”) erano con le bandiere giallorosse che festeggiavano e che appaludivano al passaggio del pullman della squadra.
Concludendo una piccola considerazione anche se siamo ancoro solo alla sesta giornata.
Questo Catanzaro dovrà adesso sfatare il tabù Ceravolo, perchè in trasferta si viaggia a gonfie vele, un pareggio, due vittorie, cinque goal fatti e soprattutto zero subiti.
Bene per i giallorossi.
SF  

Nella foto il Signor Cantafio

Autore

Salvatore Ferragina

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