RAI: Catanzaro pretenda non una semplice redazione, ma la Sede Regionale

riceviamo e pubblichiamo

L’ottima presa di posizione da parte del sindaco Rosario Olivo rispetto all’anomalia calabrese che vede il capoluogo di regione sprovvisto della sede regionale della RAI ci dà spunto per riprendere questa nostra vecchia battaglia iniziata qualche anno fa attraverso una nutrita e riuscita raccolta firme.  Dopo quelle proteste Catanzaro ottenne una piccola sede ospitata sul retro del palazzo della Provincia: ma oggi, nostro malgrado, possiamo affermare con amara consapevolezza che quella piccola sede è stata l’ennesimo inutile contentino somministrato ad un territorio che – è bene rimarcarlo a caratteri cubitali – è pur sempre il capoluogo della Calabria. Anzi è proprio in virtù di detta prerogativa istituzionale che sono state avanzate tali richieste: infatti non si comprende come mai Catanzaro sia l’unico capoluogo di regione a non ospitare la sede RAI, dal momento che pure in Abruzzo sta per essere sanata un’analoga situazione che vedeva Pescara, e non L’Aquila, quale sede centrale. Insomma non possiamo nemmeno godere del mal comune con l’Abruzzo, essendo certi che l’anomalia RAI riguarda solo la Calabria. E la riguarda in modo ancora più pesante laddove si evidenzia l’ulteriore beffa rappresentata dalla piccola sede aperta nella nostra città che, nei fatti, non è una redazione e non può dunque svolgere efficacemente il lavoro per cui – con entusiasmo tradito – è stata originariamente costituita.

Ben venga dunque la posizione assunta da Olivo attraverso la richiesta ufficiale avanzata al sottosegretario Bonaiuti nella quale il primo cittadino evidenzia il “peso” di Catanzaro nell’economia dell’informazione televisiva pubblica a cui non corrisponde un’adeguata attenzione della RAI calabrese e a fronte del quale non è concepibile la carenza di una struttura redazionale propriamente detta. Com’è nel suo stile, il sindaco ha garbatamente rilevato che “Catanzaro – pur avendone diritto – non ha inteso mettere in discussione la sede di Cosenza, frutto di scelte operate negli anni Sessanta”. Su questo aspetto noi dissentiamo e per quello che ci riguarda, sebbene la richiesta avanzata dal sindaco sia in ogni caso un’ottima azione, nella nostra visione della politica preferiamo  ragionare in termini di diritti e doveri. E’ un diritto sacrosanto di Catanzaro non già avere una sede distaccata, bensì la sede centrale regionale. Tradotto col duro ma chiaro linguaggio politicamente scorretto significa che bisogna insistere per trasferire la RAI a Catanzaro per la ragionevole motivazione che questa è la città capoluogo di regione. Il nocciolo della vicenda sta tutto quì, che piaccia o no. Girarci intorno utilizzando buonismi può essere fuorviante e dare l’idea che Catanzaro si accontenti di un ripiego. In realtà bisogna dare dignità, ruoli e funzioni a Catanzaro attraverso contenuti concreti, e la RAI è uno di questi. E poco importa che siano trascorsi 25 anni dall’anomala istituzione in una sede diversa dal capoluogo di regione. Se quella scelta fu anomala, come obiettivamente è da ritenere, non è mai troppo tardi per porvi rimedio. Dunque, il sindaco di Catanzaro non pretenda una redazione della Rai in città: pretenda semmai, e lo faccia con convinzione e rabbia, la Sede Regionale Centrale della RAI.

Tony Poscia

Presidente associazione culturale Petrusinu ogni minestra

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