Manifestazione Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo

Nello splendido scenario dello stabilimento V.I.P. Sporting Club di Isca sullo Ionio (CZ) si è svolto l’incontro organizzato dall’Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo dal titolo “Fuggire dalla Calabria. Perché”.

La cornice del Mar Jonio ha fatto da sfondo ad una nutrita ed interessata presenza di pubblico che ha partecipato al dibattito che si è sviluppato dopo la presentazione del libro di Nicola Giovanni Grillo “Fuggire dalla Calabria. Perché” edito da Geva edizioni alla presenza dell’autore stesso.
Il libro dal forte tratto autobiografico è il racconto della storia di un calabrese che dopo la laurea tenta di rientrare in Calabria e che a causa della sua scarsa duttilità ad adattarsi ad una realtà opaca e conservatrice vive un’esperienza professionale fatta di condizionamenti ed intimidazioni che alla fine lo costringono a lasciare per sempre la propria terra. Per l’autore questo libro non è un invito a gettare la spugna, ma aiuta a creare la consapevolezza delle mille difficoltà che attanagliano la Calabria. Grillo ha concluso con un invito agli amministratori presenti alla manifestazioni ad essere la speranza ed il nostro futuro

La serata è stata allietata dal noto cantastorie calabrese Rocco Jenco che si è esibito con due brani dal titolo “Chista terra simu Nui” e “La storia di Gioacchino Murat”.

La manifestazione di Isca- ha detto l’avv. Gennaro Maria Amoruso presidente dell’associazione promotrice e segretario nazionale dell’U.N.A.I.E.- ha rappresentato un notevole momento di riflessione e di dibattito per il nostro sodalizio. La Calabria continua a pagare il prezzo di ritardi strutturali, siamo una regione a forte vocazione migratoria, il tasso di emigrazione è tornato ad essere quello di qualche decennio fa, oggi partono non solo i lavoratori dell’industria ma anche quelli del terziario. Una vera e propria emorragia colpisce coloro che si sono laureati presso gli atenei calabresi, che la Calabria non riesce ad assorbire nel mondo del lavoro. Consideriamo questa situazione un’ emergenza nazionale che colpisce la nostra terra con la stessa violenza dei roghi estivi, oggi viviamo non solo la cosiddetta “fuga di cervelli” ma subiamo un vero e proprio impoverimento di capitale umano e culturale. Tutti gli investimenti nella cultura e conseguente “produzione” di laureati che poi viene assorbita da altre regioni si rivelano improduttivi per la Calabria. In tutto questo scenario risulta sconcertante il silenzio delle istituzioni locali in merito a quelle che potrebbero essere le misure per  fermare questa emorragia di cervelli, ma soprattutto verso la predisposizione di serie e strutturate “politiche del rientro”, intese non solo come la possibilità di rientro fisico dei tantissimi calabresi sparsi per il mondo, ma anche con l’attivazione di un significativo circuito di scambio di esperienze e di incontro fra le professionalità, molte delle quali di grande eccellenza, che vivono fuori dalla regione d’origine. Tutto questo potrebbe facilitare nuove iniziative imprenditoriali verso la Calabria e l’attivazione, per mezzo dei calabresi nel mondo di nuovi mercati per le imprese calabresi. Per questi motivi chiediamo all’Ente Regione l’attivazione di un tavolo permanente che si occupi di “politiche del rientro” e che coinvolga non solo gli attori istituzionali come enti, sindacati ed imprenditoria, ma che sappia recepire i suggerimenti che arrivano da quel vivo e variegato mondo rappresentato dall’associazionismo in emigrazione. Siamo certi che solo una precisa e forte strategia da parte della politica regionale può creare un circolo virtuoso che aiuti la Calabria ad uscire dal suo buio ed a porsi con grande attenzione verso il mediterraneo. La nostra associazione, impegnata sin dal 1982 nel settore dell’emigrazione, vuole essere un’ attrice sociale in primo piano nella proposta di soluzioni a questi problemi.

Il dibattito moderato dal Prof. Sergio Scicchitano, docente di presso l’Università Tor Vergata di Roma e consigliere di Amministrazione Anas, che ha evidenziato le difficoltà e lo stato di disagio dei giovani laureati ed il forte scollamento tra il mondo universitario e quello del lavoro, giovani che considerano la fuga dal proprio paese come l’unica alternativa rimasta. I problemi esistono, ma noi calabresi non dobbiamo attendere l’intervento dello Stato per far rinascere la nostra terra, non ci dobbiamo rassegnare alla situazione attuale e soprattutto dobbiamo imparare a camminare con le nostre gambe.

Si sono poi succeduti gli interventi di qualificati relatori.

Pierfrancesco Mirarchi, sindaco del Comune di Isca sullo Ionio, ha rimarcato il dovere civico di ogni calabrese che ha il dovere di fare qualcosa di importante per la propria terra per farla crescere e per aiutarla. La nostra è una terra che vive di grandi contraddizioni che però deve smettere di piangersi addosso. Oggi c’è una classe dirigente di giovani sindaci che cerca di far spirare un vento nuovo, qualcosa sta cambiando, ma servono risposte concrete ed una classe politica nazionale che sia intelligiente e che sappia ascoltare i bisogni veri dei cittadini.

Ha portato il saluto dell’amministrazione provinciale di Catanzaro l’assessore alla pubblica istruzione Giacomo Matacera, il quale ha sottolineato come l’emigrazione è la piaga madre della nostra regione, parafrasando il testo di una canzone tradizionale ha raccontato la disperazione di una madre che ha visto il proprio figlio emigrare e non tornare più. Come rappresentante delle istituzioni c’è l’impegno per creare le condizioni affinché i calabresi tornino, perché la Calabria sana si ribelli a  condizionamenti di ogni genere.

Giuseppe Cosentino dell’Associazione Romana Andreolese (A.R.A.) ha sottolineato come incontri come questo sono un arricchimento culturale, un momento per riflettere e ripercorrere le proprie esperienze personali che hanno portato fuori dalla Calabria tanti calabresi. L’impegno delle associazioni in emigrazione è stato quello di custodire, mantenere vivi e tramandare i valori della nostra terra, oggi ci dobbiamo impegnare per la fase successiva quella di fare in modo che le esperienze e le professionalità raggiunte fuori vengano messe a servizio dei paesi d’origine in modo da aiutare queste realtà.

Michele Drosi, sindaco del comune di Satriano, il quale ha invitato i calabresi ad osare di più, sia come amministratori, ma soprattutto come cittadini, perché classe politica è la sintesi di quello che gira nella società. Le riflessioni sulla Calabria mi portano a dire che dobbiamo cambiare approccio con i problemi, la società civile si deve scuotere, deve vivere guardando alle regole sapendo che ci sono dei diritti e dei doveri. Dobbiamo dunque modificare il nostro ragionamento ed il nostro approccio ai problemi del sud perché conosciamo tutta la storia di interventi straordinari per la nostra regione fatto di finanziamenti a pioggia che hanno creato tante cattedrali nel deserto senza produrre alcuna ricchezza ed occupazione.

Natale Giaimo, assessore ai trasporti della provincia di Catanzaro ha definito particolarmente stimolante il dibattito promosso dall’associazione Internazionale Calabresi nel Mondo. Il problema dei giovani che vanno lontano dalla Calabria a studiare e che poi restano fuori è molto sentito, molti non rientrano perché raggiungono posti di eccellenza. Spesso la classe politica porge al calabrese facilitazioni assistenziali molte volte non dovute invece di predisporre occasioni di sviluppo e di ricchezza, per cambiare la nostra terra deve cambiare il modo di ragionare della classe politica tutta

Pino Soriero consigliere di ammistrazione dello Svimez e presidente dell’Associazione “Il Campo”, ha definito l’incontro una serata di grande emozione perché il tema tocca un modo di essere del calabrese, un modo di vivere la Calabria difficile e complesso. Serve un livello più alto di coscienza su temi come quelle del libro di Grillo che definisce “un pugno nello stomaco”. Occasioni come queste ci devono stimolare a far crescere una coscienza più alta contro la rassegnazione al degrado ed all’intervento violento della delinquenza organizzata. Chi ha a cuore una certa immagine della della nostra terra non si rassegni ad una logica feudale che la Calabria moderna rifiuta, serve quella spinta di forze giovani che non vogliono rassegnarsi.
Sono seguiti poi gli interventi del prof. Pietro Nocita, docente universitario a Roma, di Matteo Caridi, avvocato in Catanzaro, di Caterina Marceca dirigente scolastico, dell’attore Mario Bombardieri e di Francesco Trimboli in rappresentanza delle associazione Calabresi di Milano.
Particolarmente gradito e condito da una punta di commozione è stato l’intervento telefonico di Pasquale Néstico da Philadelphia U.S.A., presidente di Filitalia International e membro del Consiglio Generale degli Italiani all’estero (CGIE). Néstico originario di Isca sullo Ionio  si è complimentato con l’associazione per l’incontro organizzato ed ha sottolineato il fatto che in un  mondo globalizzato anche da lontano si possono seguire le vicissitudini ed i problemi che assillano la nostra amata Calabria e come emigrati ci sentiamo partecipi e soffriamo con voi.  Allo stesso modo ci sentiamo anche partecipi alle conquiste e dei passi avanti che la nostra pur travagliata Regione sta facendo, con la speranza che un domani, non lontano, la Calabria possa diventare la Florida d’Europa.

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