CRONACA – Parco Romani. In 33 saranno giudicati dal gup

FONTE GAZZETTA DEL SUD

Abuso d’ufficio, violazione del testo unico per l’edilizia e truffa aggravata. Sono queste le accuse in concorso contestate a trentatrè persone coinvolte nell’inchiesta sul parco commerciale “Romani” a Sala, per le quali il pubblico ministero Luigi de Magistris ha chiesto il rinvio a giudizio al giudice per le udienze preliminari che ha già fissato la data della prima udienza che si terrà venerdì 5 settembre davanti il giudice Adriana Pezzo.
L’indagine, avviata quattro anni fa, ruota sul parco commerciale e direzionale con un valore di decine di milioni di euro, in corso di realizzazione nel quartiere Sala in un’area di 27.000 metri quadri. Un’indagine particolarmente complessa e che oggi vede sotto accusa l’intero iter per la realizzazione dell’opera. Secondo le indagini, l’iter per la realizzazione del parco “Romani”, ancora in fase di costruzione e per il quale era previsto inizialmente un investimento di oltre 60 milioni di euro, sarebbe stato segnato da diverse irregolarità che, negli anni, hanno portato anche ad alcuni sequestri del cantiere, dissequestrati poi da una seconda decisione del Tribunale del Riesame, dopo che la prima aveva confermato il sequestro.
Secondo la tesi dell’accusa, tutti gli ostacoli che si sarebbero presentati nel corso dell’iter per la realizzazione dell’opera, sarebbero stati eliminati grazie ad una serie di aggiustamenti non sempre regolari e legittimi. Il risultato finale, sempre secondo le tesi sostenute dal pm e dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, si tramuterebbe in occupazioni di area demaniale, inglobamento illecito di una strada comunale, violazione dei vincoli ambientali e idrogeologici, difformità progettuali, realizzazione di opere abusive (poi in parte demolite), violazione delle norme edilizie e sismiche, e così via. Da qui anche il coinvolgimento di pubblici ufficiali che, secondo le tesi dell’inchiesta, avrebbero facilitato la ditta privata e non tutelato gli enti pubblici, a partire dal Comune di Catanzaro e dalla Regione Calabria. Comportamenti che avrebbero permesso l’ammissione non regolare della ditta Romani al Piano di recupero urbano, impedendo anche l’incasso da parte del Comune di circa tre milioni di euro per l’area interessata dall’opera. Ma dalla indagini sarebbe emerso anche il comportamento non regolare del collegio di vigilanza che, secondo l’accusa, non avrebbe svolto regolarmente il suo compito e il fatto che sarebbe stato «osteggiato, impedendo l’incasso anche con le forme fideiussorie da parte del Comune, della somma di oltre due milioni e ottocentomila euro, valore stimato dal settore patrimonio dello stesso ente per l’acquisto dell’area di proprietà comunale da parte della ditta Romani».
Il pm ha anche contestato l’illecita esecuzione di sbancamenti su diversi livelli oltre alla modifica sostanziale dello stato dei luoghi «in assenza prima di concessione edilizia e poi di permesso a costruire». Ma non basta. Secondo l’accusa, il sito sul quale sta sorgendo il parco commerciale «risulta essere attraversato dalla condotta dell’acquedotto “Simeri – Passante”» che è stato spostato su richiesta della ditta Romani senza il consenso, sempre secondo l’accusa, del Comune. Oltre, ovviamente, al fatto che sarebbe stato violato il vincolo inibitore a costruire a distanza minore di dieci metri dal torrente Musofalo, nei cui pressi sorge il complesso, «qualunque opera o fatto che possa alterare lo stato, la forma, le dimensioni, la resistenza e la convenienza all’uso a cui sono destinati gli argini». Il pm pone l’accento anche su un muro di contenimento degli argini. «La ditta nella ricostruzione dell’argine ha provveduto – ha sostenuto il pm – alla nuova inalveazione del corso d’acqua ubicando il muro di sponda in posizione rototraslata verso l’argine opposto producendo il restringimento della larghezza trasversale dell’alveo».
Infine, un ulteriore capo della rubrica è dedicato alle fideiussioni, con i 33 indagati che farebbero tutti parte di una maxi truffa che ha indotto in errore la Regione Calabria, che ha erogato oltre dieci milioni di euro in favore del Comune di Catanzaro. Infatti, solo agli ultimi sette indagati, nell’ambito delle funzioni riportate, è contestato solo il concorso in truffa.

Tutti i nomi degli indagati

Ecco i nomi delle 33 persone per le quali il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio e gli incarichi ricoperti all’epoca dei fatti contestati:
Rosa Romani, 69 anni, committente ed esecutore dei lavori;
Gaetano Romani, 61, committente esecutore, progettista e direttore dei lavori;
Alfonso Carbone, 57, progettista esecutore dei lavori;
Carolina Ritrovato, 56, dirigente pro tempore del del settore Urbanistica del Comune;
Paola Giacinti, 54, referente del progetto nell’ambito del Pru e dirigente coordinatore dell’area gestione del territorio del Comune;
Luigi Ambrosio, 60, responsabile unico del procedimento del Pru;
Antonio Pescatore, 70, segretario comunale e direttore generale;
Vincenzo Belmonte, 60, dirigente del settore Urbanistica del Comune;
Vittore Merlo, 70, funzionario del settore Urbanistica;
Remo Rizzo, 55, funzionario del settore Urbanistica;
Francesco Paolo Cecati, 56, soprintendente ai Beni Ambientali;
Giancarlo Del Sole, 50, funzionario della Soprintendenza ai Beni Ambientali;
Massimo Nisticò, 56, dirigente del servizio del dipartimento Lavori pubblici della Regione;
Filippo Caliò, 56, funzionario del servizio del dipartimento Lavori pubblici della Regione;
Domenico La Gamma, 55, dirigente del settore Protezione civile e geologico della Provincia;
Nello Grassi, 41, funzionario del settore Protezione civile e geologico della Provincia;
Ernesto Fazio, 42, funzionario del settore Protezione civile e geologico della Provincia;
Ettore Guzzetto, 60, funzionario del settore Protezione civile e geologico della Provincia;
Carmelo Salvino, 55, dirigente di servizio all’assessorato regionale ai Lavori Pubblici;
Alfredo De Petrillo, 62, responsabile del procedimento all’assessorato regionale ai Lavori Pubblici;
Enrico Fattinanzi, 71, responsabile scientifico del Pru;
Filippo Pietropaolo, 45, presidente del collegio di vigilanza del Pru;
Vincenzo Andracchio, 75, componente del collegio di vigilanza del Pru;
Antonio Borelli, 52, tecnico comunale del settore urbanistica;
Rosario Vincenzo Concolino, 53, tecnico comunale del settore urbanistica;
Umberto Cosco, 52, tecnico comunale del settore urbanistica;
Eugenio Salvatore Silipo, 56, mediatore per il reperimento di polizze fideiussorie;
Ada Maria Marino, 33, legale rappresentante di una società di brokeraggio;
Alessandro Marino, 67, gestore di fatto di una società di brokeraggio;
Domenico Ventura, 66, legale rappresentante di una società finanziaria;
Marco Pietroluongo, 31, amministratore unico di una società finanziaria;
Pasquale Pisanello, 33, amministratore unico e collaboratore di fatto di una società finanziaria;
Stefano Piacentini, 33, amministratore unico di una società finanziaria.

Giuseppe Mercurio

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Redazione

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