L’OCCHIO SULLA CITTA’ – Il muro che non c’era…

di Nuccio Cantelmi

Capita, ogni tanto, di vedere cose nuove dove prima lo sguardo si posava assuefatto. Capita, invece, di non vedere ciò che diamo per scontato. Ad esempio, il muro in cemento in località Giovino di Catanzaro Marina era qualcosa che mi aspettavo di vedere per sempre. Aveva un suo perché.

A che serve un muro? Un muro crea divisione. Discerne ciò che è dentro da ciò che è fuori. Insegna ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. A Berlino, un muro divideva il bene dal male. In Palestina, un muro divide i buoni dai cattivi. Il muro di Catanzaro Lido, quindi, cosa divideva?

Sicuramente, i cittadini dalla vista del mare. Per il resto, quel muro non serviva a null’altro che sfidare la gravità. Più spesso mi sono chiesto a cosa servisse quel muro e perché il vento cittadino non riuscisse a buttarlo giù allo stesso modo in cui butta giù ogni velleità di rinascita di questa città.

Eppure, un giorno è caduto. Il muro è caduto. Sgomento.

Il primo pensiero è stato incerto: non c’è un muro che c’era, o c’è un muro che non c’era? Confuso.

Soprattutto, mi confondeva il pensiero del cambiamento, della novità. La novità spaventa, confonde e crea scompiglio. Ecco perché quel muro ha vissuto per trent’anni: per ricordarci che cambiare è pericoloso, si corre il rischio di migliorare!

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento