CRONACA – Per PRINCI era stato richiesto l’arresto 2 mesi fa

Gli inquirenti impegnati nelle indagini sull’autobomba di Gioia Tauro, tra le altre piste, battono quella degli affari e degli interessi che ruotano attorno a Nino Princi, l’imprenditore dilaniato dallo scoppio dell’ordigno che ignoti avevano collocato sotto la sua Marcedes. L’inchiesta si muoverebbe, dunque, anche nel contesto delle attività imprenditoriali di Nino Princi e non si esclude che l’episodio di sabato mattina possa essere collegato ad un regolamento di conti.

Le indagini si stanno concentrando principalmente sugli interessi economici e sui rapporti dell’imprenditore con le consorterie mafiose della zona. Infatti, Nino Trinci, era da tempo nel mirino degli investigatori. La Procura distrettuale antimafia aveva chiesto nei suoi confronti una misura cautelare per concorso esterno in associazione mafiosa. Il provvedimento, in cui figurerebbero altre persone, è stato depositato alla sezione Gip due mesi fa, dopo l’omicidio del primo febbraio a Gioia Tauro del pregiudicato Rocco Molè, ma la mole di lavoro dei magistrati reggini non avrebbe consentito di dare un impulso veloce ai provvedimenti.

Nino Princi, 45 anni, è sempre ricoverato nel reparto di rianimazione degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. I medici, subito dopo il ricovero, sono stati costretti ad amputargli braccia e gambe per le gravissime lesioni riportate nell’esplosione. L’imprenditore con interessi nel mondo del calcio ha perso anche la vista e molto probabilmente anche l’udito.

Fonte:Apcom

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Redazione

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