La Striscia

Princi: “Trattativa ancora aperta. Domani aspetto una chiamata di Pittelli”

Situazione ingarbugliata e di non facile lettura, Asfalto rovente sull’A3…

Si riapre uno spiraglio per la cessione del Catanzaro. La foto è ironica ma non casuale, poichè se sia vera luce quella che passa dalla porta non lo sa nessuno. In serata Nino Princi, a conclusione di una giornata convulsa e segnata da incontri saltati (pare non per volere dell’imprenditore reggino), ha mandato un “segnale di pace” al presidente Pittelli dichiarando: “Non considero chiusa la trattativa. Domani a mente fredda vedremo di trovare una soluzione. Potremmo sentirci telefonicamente con il senatore Pittelli per fissare un ulteriore incontro. Ripeto, i presupposti per chiudere la trattativa ci sono tutti. I dettagli sono stati esposti sia a Muraca, sia al presidente. Anche questo aspetto resta per me un impegno da rispettare. Chiaro, questa volta mi auguro che l’incontro, una volta fissato luogo e data, non resti solo sulla carta. Altrimenti vorrebbe dire che non c’è l’intenzione di cedere la società. Una scelta legittima, basta che sia resa pubblica. Anche per rispetto della tifoseria. Il mercato sta entrando nella fase finale. In più già oggi avevo avuto la disponibilità di un imprenditore a investire soldi nel Catanzaro, sotto forma di sponsor. Certo, con lui non abbiamo fatto bella figura. Comunque, preferisco cancellare questa giornata. Domani vediamo di riprendere nel migliore dei modi la trattativa con una telefonata cordiale”. Domani Princi in ogni caso non potrà incontrare Pittelli: l’imprenditore è fuori Calabria per impegni presi in precedenza. Ma non è escluso che si possa trovare un’intesa per la cessione della società magari nel fine settimana o al più tardi lunedì mattina. Di sicuro siamo all’ultima chiamata. (Anche se di sicuro doveva essere anche oggi e molte altre volte). Anche perché il futuro prevede una difficile ricapitalizzazione da fare entro gennaio, una squadra che minaccia lo sciopero, la zona playoff che si può rapidamente allentare e lo spettro a giugno di un secondo fallimento. La domanda è fin troppo semplice: a chi conviene tutto questo? Lo diciamo subito: non conosciamo la risposta, ma sappiamo a chi non conviene.

Autore

Salvatore Ferragina

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