Rassegna stampa

Catanzaro, Guerini invia segnali

Dieci giorni dopo, parla Ferrigno

CATANZARO — Fanno ben sperare i primi contatti del Catanzaro, che si sta muovendo su elementi di buon affidamento. Innanzitutto, per quanto riguarda l’allenatore, il più vicino al Catanzaro continua a essere Piero Braglia, anche se in queste ultime ore s’è fatta strada anche la possibilità di un ritorno di Vincenzo Guerini. Quest’ultimo, sarebbe ben lieto di allenare la compagine giallorossa, a ulteriore conferma che, nonostante la categoria, il Catanzaro gode ancora di buona considerazione nell’ambiente del calcio.
«Però — ha riferito Guerini — , non voglio apparire come un allenatore che si propone. Se qualcuno mi chiamasse, sarei ben lieto di parlare di programmi. Solo progetti seri mi possono interessare. Posso solo dire che Catanzaro è una piazza intrigante, di primo livello per i ricordi e gli amici lasciati in questa città, che non considererei mai questa sistemazione una retrocessione, e che ho gli stessi stimoli di un ragazzino» . Guerini ha già allenato il Catanzaro, nella gestione di Albano, nell’’87-88, classificandosi al 5˚ posto in serie B e sfiorando la quarta promozione in A. Il curriculum del tecnico, che nella passata stagione fu chiamato da Gaucci a Catania, è addirittura prestigioso, avendo allenato in A (Pisa, Ancona e Piacenza), in B (Empoli, Bologna, Catanzaro, Brescia, Ancona, Reggina, Ternana, Siena e Catania), e in C1 (Spal e Catania). Anche i potenziali rinforzi sono in linea con le promesse della società.
Ai nomi di Michele Menolascina (’70) del Brindisi, Dino Giannascoli (’75) del Gladiator e del difensore Giovanni Caterino (’72) del Crotone, s’aggiunge quello di Gioacchino Prisciandaro (’70).
Insieme alla società e ai tifosi, pensa al riscatto anche il laterale giallorosso Fabrizio Ferrigno. «È inutile — dice il giocatore — continuare a piangerci addosso. L’ultimo atto della stagione è stato assurdo. Queste giornate di vacanza, non mi hanno cancellato quell’occasione capitatami nei primi minuti della finale. Ho sbagliato uno stop, che in 15 anni non avevo mai fallito. Forse, le infiltrazioni alla caviglia dolorante mi hanno condizionato. Poi, il rigore sbagliato e, soprattutto, l’espulsione di Toledo, ci hanno tagliato le gambe. Ci è crollato il mondo e non ci siamo più ripresi. Mi è dispiaciuto per i tifosi, come noi devono ripartire dalla gara precedente e da quell’entusiasmo».
Sulle modalità per vincere in C2, Ferrigno ha le idee chiare. «Bisogna seguire — dice il giocatore — l’esempio del Foggia dell’anno scorso, confermando i più bravi ed ingaggiandone altri di pari livello. Attenzione, però, perché spendere soldi non assicura la vittoria».
Sulle probabilità di lasciare Catanzaro, Ferrigno spiega: «La reazione dei tifosi mi ha fatto male, ma non tanto da farmi disinnamorare della città.
Mi è dispiaciuto particolarmente sentirmi chiamare venduto. Ma sanno quanto avrei guadagnato a salire in C1? Premio partita, ingaggio quasi raddoppiato e non aggiungo altro. A Catanzaro sto bene e voglio vincere senza affanni. Non scappo quando la barca affonda. Non tutti i miei compagni la pensano come me, ma la maggior parte vuole la rivincita. È stato sicuramente uno dei gruppi migliori in cui ho giocato» . Un pensiero anche per Moscelli: «Fabio ha avuto una giornata tremenda. Si dice che non sarà riconfermato? E’ la legge del calcio, farà bene altrove». Infine, un suggerimento per gli acquisti: «Mi ha impressionato Corona, un grande attaccante». Poi i saluti. Quelli di «un uomo vero, non un venduto».

Salvatore Blasco – Gazzetta dello Sport

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God

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