AMBIENTE – Le città del sud ultime in ecomobilità

Anche a Catanzaro poche soluzioni innovative per la mobilità.
 Poche auto a basso impatto ambientale e ancora nessun dato sulla qualità dell’aria.
E’ trentottesima nella classifica di ecomobilità delle 50 città italiane

Le città italiane sono ancora alla ricerca della mobilità sostenibile. Auto poco inquinanti, bici, mezzi a gpl e metano, soluzioni innovative come il car sharing, trasporto pubblico efficiente non hanno ancora preso piede sulle strade urbane nazionali dove inquinamento e congestione dominano. E tanto più lontane dal raggiungere standard accettabili di mobilità sostenibile sono, tranne rare eccezioni come Bari, le città del sud. Catanzaro, così come  Reggio Calabria, è posizionata verso il fondo della classifica di eco-mobilità (al trentottesimo posto, subito sotto Reggio Calabria che si è classificata al trentasettesimo posto) contenuta nel rapporto “Mobilità sostenibile in Italia” elaborato da Euromobility  e Kyoto Club in collaborazione con Assogasliquidi e Consorzio Ecogas, che ha passato al setaccio le 50 principali città italiane per monitorare tutte le iniziative prese in fatto di eco-mobilità.
“In materia di mobilità sostenibile –ha detto Lorenzo Bertuccio– direttore scientifico di Euromobility – esiste un’ Italia a due velocità. Da una parte ci sono città, soprattutto al nord, che investono in innovazione per raggiungere una mobilità sostenibile, dall’ altra ci sono città, soprattutto al sud e Catanzaro tra queste, che scelgono, spesso a causa di bilanci ritretti, di  non investire in questo settore strategico per la qualità della vita dei cittadini”.
Gli indicatori di cui si è tenuto conto per stilare la classifica sono stati in particolare le innovazioni introdotte per la gestione della mobilità (car sharing, bike sharing,  taxi collettivi, le piattaforme logistiche per le merci, i mobility manager, car pooling ecc);  lo stato di salute delle città in relazione alla presenza di auto di nuova generazione o alimentate a combustibili alternativi (Gpl, metano); l’ offerta di trasporto pubblico, le piste ciclabili, le ZTL, le corsie preferenziali; l’ adozione di strumenti di gestione e di pianificazione del traffico. Le 50 città monitorate sono i 20 capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Province autonome e le città con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti.
Molti gli indicatori in cui Catanzaro si attesta agli ultimi posti della classifica che vede in testa le città del nord e prima fra tutte Bologna. Catanzaro, infatti, non dispone di piattaforme logistiche, non ha attivato ne’ car sharing, ne’ bike sharing; ha avviato poche misure innovative in fatto di mobilità,  si sono adottate misure di traffic calming ed alcune iniziative come le giornate senz’ auto, ma il mobility manager, figura essenziale per la gestione degli spostamenti sistematici e per la diffusione di una nuova cultura della mobilità, è assente.
E, ancora, arrancano i trasporti pubblici locali: sul fronte dell’ offerta Catanzaro è ventisettesima  (ma questo dato è disponibile per sole 44 città su 50) e ha la più bassa estensione di corsie preferenziali rispetto al totale della rete di trasporto pubblico locale (anche se ci sono alcune città che non le hanno affatto).
L’ indice di motorizzazione è poco al di sotto della media, 60,4 auto ogni 100 abitanti, contro i 61,7 della media sulle 50 città, ma sono poche le auto a basso impatto ambientale: solo il 2,67% di veicoli sul totale del parco sono a Gpl (nessuno è a metano), contro il 3,6% della media sulle 50 città.

“Questa ricerca – ha concluso Bertuccio – dovrà diventare un punto di riferimento per valutare le politiche della mobilità sostenibile e per diffondere l’ innovazione nella Pubblica Amministrazione. Spero inoltre che sia di stimolo per tutte quelle città, come Catanzaro, che oggi ancora stentano a raggiungere standard di qualità nell’ eco-mobilità”.

Autore

Redazione

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