Restituiteci gli orizzonti

Un anno in più che se ne va…
di Giuseppe Mangialavori

Se una squadra di calcio e la società che ne sta a  capo, sono una cartina al tornasole dello status di una comunità, allora si può ben dire che Catanzaro tutta, di questi tempi, non gode di buona salute, anzi…

Capoluogo di Regione, con un tessuto imprenditoriale non di certo da terzo mondo, con potenzialità (da tutti i punti di vista) di tutto rispetto (e che i ridicoli detrattori tacciano), si prepara a rilanguire innanzi all’indifferenza dei più. Certo è che le sopraccitate potenzialità dovrebbero essere lette da chi ha (o ha la presunzione di avere) cultura d’impresa e non solo… L’allarme finora taciuto e non formalizzato a dovere, sta per scattare, anzi tutto il fard utilizzato per truccare le rughe della seppur giovane creatura sta lasciando lo spazio alla cruda realtà.

La gestione neanche biennale dell’FC segna maledettamente rosso (senza giallo…) e con la macchina malamente in riserva, il conducente (forse, anzi certamente con lauto ritardo) lancia SOS preoccupanti.

 

I responsabili di questa situazione? Non siamo un tribunale, ma certamente non si tratta di un solo colpevole. Le percentuali di responsabilità vanno distribuite sin dalla nascita della nuova creatura venuta al mondo in vitro e “grazie” (si fa per dire) ad un inspiegabile parto cesareo estivo con il nascituro in ottime condizioni di salute. Circa tre…chili di peso per iniziare a vivere una nuova esistenza (oppure la bilancia era truccata???), con prospettive di essere anticipatario, la primina a cinque anni di età ecc. ecc.

 

Battezzato con ampie garanzie da parte di coloro che oggi (forse) sono già depositari… di un destino che speriamo non si compia per una seconda volta. Il Battesimo dovrebbe essere strumento catartico dal “peccato originario”… e invece… no! Per l’F.C. non è stato così. Sembra un clone dell’ultimo infausto periodo di vita della gloriosa Uesse. E cosa fa un buon team di medici quando vede che l’ammalato sta per stramazzare esanime? Se ne frega. Aspetta che il tracciato divenga piatto per rimbalzare responsabilità e quant’altro. C’è una patologia? Si aspetta che l’ammalato si riduca in fin di vita per cercare solo all’ultimo istante il “miracolo”, con i “santi” del posto che, impegnati in un sette e mezzo d’altri tempi, non si curano delle preghiere di chi con i propri soldi, ha consentito e consente loro di essere tali. Ci sarà un Carlo VIII, un … Napoleone III, qualche alleato d’oltre… Pollino ad aiutare la baracca a non sprofondare per l’ennesima volta? Ancora non è dato sapere tanto. Si spera, come si è sperato forse per troppo tempo.

 

Quali sono i soci promotori che dovrebbero intervenire per il benedetto Project financing? Come mai questo strumento panacea di tutti i mali giallorossi (sin da prima del fallimento dell’Uesse) non è ambito proprio dalle aziende del posto? Esiste sul serio la pianificazione di un Progetto serio con tanto di analisi dei costi (certi) e dei ricavi (potenziali)? O si vuole prendere a prestito il solito pluriutilizzato fard… per truccare un impianto oramai vetusto e tirare a campare in tutti i sensi?

 

Se le sorti della società giallorossa sono legate ai vari interessi che si potrebbero sviluppare intorno al benedetto (o maledetto, ancora non lo sappiamo) stadio, e allora che gli imprenditori locali si dessero una mossa (converrebbe anche a loro, o no?), se al contrario gli stessi preferiscono lasciare il pasto allo “straniero” (ammesso e non concesso che ce ne sia uno), allora un giorno non dovranno lamentarsi di non avere banchettato in tempo o, peggio, non dovranno giocare vigliaccamente di ostruzione… come si è soliti fare nella città dei due mari e… dei mille venti. In una situazione del genere, sarebbe le stessa classe imprenditoriale catanzarese ad uscirne sonoramente sconfitta: nella sostanza, nella dignità, nell’immagine e per sempre.

Il tutto in uno scenario in cui anche gli addetti ai lavori sono (giustamente) esplosi in dichiarazioni chiare che solo sordi recidivi potrebbero far finta di non sentire. Ripianare il deficit con lo sgravio dei contratti pesanti? Potrebbe anche non bastare. Una squadra che doveva essere un’ “invincibile armata”, ricalca le disfatte di Filippo II… in una situazione ai confini della realtà.

 

Da qualche parte giunge voce che l’Uesse non sia fallita… Ahihaihai. Non è che si vuole ricominciare dal CND a debiti zero pianificando l’ennesimo fallimento? Cosenza docet… Non è tanto facile (in tutti i sensi e anche dal punto di vista economico) risalire la china dai dilettanti. Se qualcuno… ha in serbo progetti al momento fantascientifici, che si prodigasse a salvare adesso una navicella che sta in C2 (in condominio al quinto posto con altre società) e con potenzialità di playoff, anziché stare inerme innanzi all’ennesimo tracciato piatto per ripartorire una nuova, vecchia creatura e magari di nuovo in vitro e con un altro “cesareo” (rischiosissimo da ripetersi e i bravi ginecologi lo sanno) e con battesimi che non purificano da peccati originari…

 

Troppi i nostri quesiti, nessuna risposta certa, in un momento in cui c’è chi ha il dovere/diritto di darle. Si parlasse chiaramente senza ipocrisie o, peggio falsità degne del peggior Pinocchio.

Ciò detto, buon 2008 a tutti i Fratelli giallorossi che ancora amano quelle cinque consonanti bagnate dalle quattro vocali, nella speranza che nessuno si permetta il lusso di negare ai nostri (leciti) sogni di rinascita, anche gli orizzonti.

 

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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