Pittelli, gli imprenditori e il regalo di Natale

L’editoriale di Francesco Ceniti

Maledetto il giorno in cui mi svelarono: “Babbo Natale non esiste”. Mi sarebbe piaciuto scrivergli una bella lettera in nome di tutti i tifosi del Catanzaro: “Sotto l’albero non vogliamo Ibrahimovic o Ronaldinho, ma una società che riesca a fare la società. Almeno per due campionati di seguito”. Niente da fare, in Lapponia di giallo e rosso hanno solo le aurore boreali. E allora la lettera dei tifosi del Catanzaro deve per forza avere interlocutori certi. Tipo? Il presidente Pittelli, gli imprenditori facoltosi e gli amministratori dal buon cuore e con una sciarpa al collo.
MALE ENDEMICO Intanto, permetteteci una premessa: dovremmo richiedere a chi di dovere la certificazione Doc per “azienda in perenne crisi”. Come il Catanzaro nessuno mai in tutta Italia. Sono circa quindici anni che il leit motiv è sempre lo stesso: non ci sono soldi, non si pagano gli stipendi, stiamo per fallire, programmazione inesistente. Oddio, qualcosa è cambiato: nei primi tempi questi strani fenomeni spuntavano sul finire dell’inverno per poi raggiungere l’acme a giugno. Un periodo ciclico che ha avuto come conseguenza 14 anni di C2. Poi ci hanno regalato un trattamento completo durato due stagioni e concluso con un bel colpo di spugna alla nostra storia (due gli assassini, ma diversi i complici). Così siamo ripartiti dal via, ma senza mutare pelle: nuova società e vecchi patemi.
TRE UOMINI IN BARCA E arriviamo ai giorni nostri. Caro presidente Pittelli, mi consenta. Oltre a essere uno stimato professionista, lei è anche un senatore della Repubblica. Un anno e mezzo fa,  ha deciso volontariamente di prendersi in carico le sorti del Catanzaro. Noi comuni mortali le abbiamo dato fiducia. Chi meglio di lei poteva garantire serietà dopo anni di fiele? Questa fiducia è stata estesa anche al signor Coppola, per noi tifosi un signor nessuno, ma ci bastava la sua garanzia. Ora, come avrà imparato in questi mesi la gestione di una società di calcio non è una cosa semplice e non si può improvvisare. Servono soldi, pianificazione, pazienza, passione, tempo da perdere e tante altre cose. Caro senatore, adesso lei ci fa sapere di voler dividere con altri le responsabilità e non nasconde le difficoltà economiche. Di questo la ringraziamo, sempre meglio sapere lo stato di salute del malato. Certo, non era quello che ci aspettavamo dopo il fallimento. In ogni caso, nonostante le smentite di prammatica anche i vicoli del corso sanno che esiste una trattativa tra lei e l’ingegnere Noto per un cambio di proprietà. I vicoli sanno anche che tra richiesta e l’offerta c’è un po’ di distanza. Come regalo di Natale chiediamo a entrambi di fare un passo indietro. O avanti. In altre parole: il senatore Pittelli rinuncia a qualcosa (i pettegoli dei vicoli dicono che ci sia anche un debito con Coppola), gli imprenditori mettono sul piatto un rilancio (spese di gestione e ricapitalizzione). Abbiamo usato il plurale? Sì e volutamente. Perché accanto a Noto, nella nuova società ci sarebbe posto per un altro industriale facoltoso.
ADESSO O MAI PIU’ Insomma, possiamo davvero costruire una società forte in grado di ridare soddisfazioni alla tifoseria giallorossa. Perdere questa occasione per calcoli o peggio ignavia sarebbe un colpo mortale per la città. Perché una squadra in A o B vuol dire un giro d’affari notevole per molti commercianti. Non c’è alternativa. O meglio: una esiste. Ma davvero le conviene senatore Pittelli essere ricordato come il presidente che ha affossato del tutto il Catanzaro? Sarebbe una politica miope che siamo sicuri non appartiene alla sua filosofia. Come lei ha ricordato, il Catanzaro ha la possibilità di raggiungere la C1 nei prossimi mesi. Per farlo, però, occorre una società forte e in grado di dare risposte certe ai giocatori. E in questo momento, ci dispiace dirlo, quella che lei presiede è una azienda precaria che tira a campare. Non facciamoci ancora del male: cari amministratori eletti dai catanzaresi, riportate al tavolo della trattativa il senatore Pittelli e gli imprenditori. Smussate le distanze, lavorate sui particolari, mediate fino a notte fonda. Ma, per favore, regalate un Natale diverso ai tifosi del Catanzaro. In fondo, non chiediamo Ibrahimovic o Ronaldinho.   

Autore

Francesco Ceniti

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