Invasioni di Campo

Reset

Il consueto appuntamento con la rubrica di Guerrieri.

Molti atleti di ogni generazione, nel corso della loro vita sportiva hanno avvertito l’esigenza di un Reset. Sarà capitato a Roberto Baggio , anno 1994, nel forno di Pasadena, teatro del suo più doloroso errore dal dischetto. E così ad Agostino Di Dio negli spogliatoi del Ceravolo, con gli avversari del Sora a cantare e ballare a pochi metri di distanza.
L’atleta può facilmente resettare e ha molte possibilità per farlo, lo dice la storia.
Roberto Baggio ha infatti continuato a far splendere la sua stella regalando tutto ciò che di bello può essere offerto con il gioco del calcio e Di Dio ha proseguito la sua onesta e poco brillante carriera fra i manti più o meno erbosi di serie C e D.

Se a volere il reset non è l’atleta ma il tifoso, tutto diventa però tremendamente più complicato. Mai come in queste ore, l’aficionado della pelota, quello sincero, che prima d’ andare allo stadio non sta a pensare a come abbinare il colore della felpa a quello della spranga, avrebbe voglia di un reset.

Reset.
Un semplice ritorno al passato non sarebbe sufficiente; a quale passato poi? A quello che ci ricorda il quotidiano sportivo spagnolo “Marca” magari? E cioè ai diciotto morti collegati al mondo del nostro calcio italiano dal 1963 ad oggi?

In questi anni ognuno ha proposto la propria personalissima soluzione. Il più delle volte però, contribuendo a irrobustire la logica dell’emergenza che quasi sempre è infausta e talvolta suicida. Più poliziotti e carabinieri, più controlli, più recinzioni, più restrizioni, più telecamere fisse. ..

La realtà è che da anni, tutti noi amanti del calcio stazioniamo affannati davanti a un bivio in attesa che sia troppo tardi per imboccare la strada giusta.

Potremmo chiudere la baracca e dichiarare morto il calcio, considerato in fondo che l’attività dell’encefalo è nulla da anni. I media probabilmente non se ne accorgerebbero neanche: i giornali continuerebbero a scrivere i loro titoli su un calciomercato senza calcio, le radio a sparlare di un match che non sarà mai giocato e Biscardi ad ospitare al suo processo politici e magistrati senza toga per il ventinovesimo anno consecutivo…

Orfano del calcio, il tifoso potrebbe tornare addirittura al cortile e al pallone.
Quello stesso cortile in cui la quantità di gel nei capelli è proporzionale al numero di improperi ricevuti da compagni e avversari.
E quello stesso pallone che così semplice, bianco e nero… per il campo quasi nessuno nota più. Gli esperti del marketing accorgendosene hanno provato subito a renderlo più attraente per meglio risaltare i loghi dello sponsor: l’hanno colorato di blu, giallo, grigio, rosso…tanto da cancellare il gusto della sorpresa al materializzarsi del pallone arancione, nelle giornate in cui la neve è ammucchiata in collinette sporche ai bordi del campo.

Ci sarebbe un’altra strada probabilmente, lontana dal cortile e dal pallone ma che consentirebbe ugualmente il Reset auspicato: quella della normalizzazione.

Come si trattasse di uno spettacolo di teatro, andrebbero eliminate le barriere fra pubblico e attori, esclusa la presenza di forze armate e legalizzata, solamente legalizzata, la vita all’interno degli stadi.
Quelli veri, quelli a norma, e non quei monumenti fatiscenti i cui standard di sicurezza non consentirebbero nemmeno la disputa di un torneo di boccette.
Corro il rischio di essere ripetitivo, ma a distanza di poche settimane mi sento in dovere di utilizzare questo spazio per rilanciare la stessa proposta: considerare come requisito indispensabile all’iscrizione del torneo di serie A la proprietà dello stadio. Magari non a partire dal prossimo anno, ma in un arco di tempo ragionevole.
Basterebbe un briciolo di coraggio e la consapevolezza che vale la pena provarci.

Allora forse, dopo il reset, questo rutilante spettacolo potrà essere chiamato Calcio. Almeno la Serie A e la serie B.
La serie C è meglio lasciarla da parte…lì del Calcio c’è rimasta solo la palla.


Francesco Guerrieri

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento