Rassegna stampa

Catanzaro, mai più playoff

L’illusione di rientrare nel calcio che conta, s’è scontrata con la dura realtà

CATANZARO — Amarezza, frustrazione, delusione e rabbia: chi più ne ha ne metta. Ancora una volta, l’illusione di rientrare nel calcio che conta, s’è scontrata con la dura realtà. Giustificati gli occhi bagnati dalle lacrime; per niente, invece, gli atti vandalici che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ ordine. Doveva essere una festa, invece la finale s’è chiusa con 5 arresti. Le premesse per farcela c’erano tutte: due risultati su tre da sfruttare, più di 20 mila persone a supporto della squadra, un arbitro che ha finalmente fischiato un rigore a favore. Niente da fare e le polemiche investono tutti.
C’è chi se la prende con i giocatori, chi con il tecnico Dellisanti, chi con l’imponderabile. «Abbiamo fatto quanto era nelle nostre possibilità per stare vicino alla squadra — afferma il d. t. Gianni Improta —. Purtroppo, alcuni di loro non hanno retto la pressione. Comunque sia, bisogna sempre guardare avanti.
Già da ieri, ci siamo messi a lavoro, per programmare una stagione vincente. Faremo di tutto per arrivare primi, senza più passare da questi maledetti playoff».
Improta, ha anche chiarito il diverbio col dg dell’Acireale Lo Monaco: «Mi ero avvicinato ad inizio partita a Lo Monaco per porgere il benevenuto da parte della società, quando ho ascoltato dallo stesso dirigente siciliano che l’Acireale sarebbe stato aggredito da alcuni tifosi giallorossi e che la nostra società avrebbe organizzato l’agguato. Ho perso la pazienza, e l’ho invitato a non permettersi di asserire cose tanto gravi e assurde».
L’Acireale, però per bocca del suo presidente Pulvirenti ieri sera ha dato la propria versione dei fatti.
«Mai visto una cosa del genere su un campo di calcio: siamo stati aggrediti anche prima di entrare nello stadio. Su quanto accaduto abbiamo presentato una denuncia alla Questura di Catanzaro e per conoscenza anche ai dirigenti della società e ai commissari della Figc».
A Catanzaro, intanto, tutti, a partire dal vicepresidente Poggi, hanno voglia di dimenticare la mancata promozione e puntare subito alla rivincita. Le buone intenzioni, però, non possono cancellare in poche ore la delusione, la voglia di non interessarsi di calcio, di andarsene in vacanza. Come avviene dopo un naufragio, tutti vorrebbero risalire su un’imbarcazione diversa che, indipendentemente dalla pur fondamentale affidabilità, consenta di cancellare dalla memoria l’incidente.
Se è vero che i responsabili finali sono quelli che scendono in campo, molti di loro non dovrebbero più comparire.
É chiaro che il concetto va sempre applicato con giudizio nel rispetto di bilanci e prospettive di crescita. É il caso, per esempio, di Toledo, che si è fatto espellere in maniera puerile da un arbitro che non aveva alcuna voglia di farlo. S’aggiunga che il brasiliano era recidivo, perché a Nocera aveva recentemente inscenato una strampalata reazione, chiedendo di uscire in una fase delicata della gara, perché era stato giustamente rimproverato dai compagni. Rimandarlo fra i dilettanti delle spiagge di Rio o considerarlo un capitale? I tifosi esasperati, alla fine, lo hanno aggredito. La violenza, come detto, va sempre condannata.
Diversa l’interpretazione degli episodi collegati a Moscelli, che ha sprecato un rigore ed almeno un’azione clamorosa. Eguale dovrebbe, però, essere la valutazione sull’opportunità di ripresentarlo in una nuova e credibile edizione.
Il barese è attaccante di grande generosità ed emotività, ed è più volte venuto in conflitto con i tifosi. Anche per Moscelli, così come per altri suoi compagni, è necessaria una separazione, che sarà senz’altro utile alle due parti. S’aggiunga che è inevitabile che conclusioni di questo tipo comportino una capacità di rinnovamento. Nell’edizione stagionale del Catanzaro, non c’è stato nulla che appartenesse ad un concetto di programmazione, su cui impiantare ipotesi di continuità. S’aggiunga che i programmatori sono cambiati, presidente e società sono diversi, e c’è, addirittura, una voglia di eliminare qualsiasi rapporto con il passato. Possibile anche la separazione da Franco Dellisanti.

Salvatore Blasco – Gazzetta dello Sport

Autore

God

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