L’associazione ”NUOVA ERA” sul ”caso biotecnologie”

Riceviamo e pubblichiamo

Un sistema baronale dove ciò che prevale è la totale assenza di meritocrazia. Una frase forte che riassume lo stato in cui da troppo tempo versa il sistema universitario italiano. Un sistema fatto di crediti che rassomiglia sempre più ad una raccolta punti, un sistema caratterizzato da un totale distacco tra la realtà accademica ed il mondo del lavoro e capace infine di produrre, nella maggior parte dei casi, una formazione meramente dottrinale. Questi sono i problemi dell’Università italiana ai quali mai nessuno è riuscito a trovare rimedio, anzi ogni tentativo messo in atto ha sempre avuto la conseguenza di confondere e di “ingarbugliare” un sistema ormai “cotto”.

Ci dispiace che, ancora una volta, l’ennesimo episodio, a conferma di quanto scritto, arrivi dal nostro territorio, ma per fortuna o per sfortuna, dipende dai punti di vista, avendo a cuore le sorti della nostra comunità non possiamo che denunciare episodi che riteniamo  gravissimi, spiegarli e sensibilizzare al riguardo l’opinione pubblica, con il solo ed unico fine di migliorare il contesto in cui viviamo.

Per i più distratti riassumiamo l’accaduto partendo dal prodotto di questa ingiustizia.

Oggi, circa 50 tra ragazzi e ragazze laureati in Biotecnologie, non possono iscriversi al primo anno di specialistica perché di quest’ultimo, nell’ateneo Magna Grecia, si sono perse le tracce, detto in parole ancora più povere vuol dire che quest’anno, nel nostro Ateneo, il primo anno del corso di laurea specialistica in Biotecnologie non è stato attivato. Stiamo parlando di 50 studenti che avevano deciso di restare nella nostra terra per formarsi professionalmente, nutrendo il sogno di spendere le competenze acquisite nel territorio che amano. E’ quest’ultima una riflessione importante per comprendere, più di quanto possa apparire superficialmente, quanto sia grave l’episodio.

Il “caso”, con le dovute spiegazioni, una più che giustificata causa e le opportune soluzioni per gli studenti, si sarebbe interrotto nel momento in cui il diritto allo studio degli studenti sarebbe stato comunque garantito, ma ovviamente così non è stato. E’ accaduto invece che alla mancata attivazione del corso non sono seguite né spiegazioni, né adeguati rimedi, ma solo un silenzio che per giorni è apparso imbarazzato ed imbarazzante. Solo, infatti, dopo una lunga attesa, che, come è facile immaginare, ha creato numerosi problemi agli stessi studenti, sono arrivate le prime comunicazioni da parte degli organi “competenti”.

La prima spiegazione, da parte dell’Ateneo, è di quelle che lasciano stupiti. “Il primo anno di specialistica non sarà attivato per un non meglio specificato errore di comunicazione da parte della segreteria competente nei confronti del Miur”. Pensate alla reazione dei ragazzi e delle proprie famiglie, increduli ai propri occhi nel leggere una risposta che, cosa ancora più grave, non arriva con ufficiali comunicazioni che avrebbero denotato una certa sensibilità nei confronti della vicenda, ma solo grazie all’insistente “pressing” portato avanti, attraverso la stampa, da parte di quei genitori che non si sono voluti rassegnare al legittimo desiderio e/o diritto dei propri figli di continuare gli studi nella nostra città. Ma il mistero continua, anzi, si infittisce di particolari interessantissimi. Sempre dopo le continue richieste di questi genitori (ovviamente non soddisfatti da una risposta che, comprensibilmente, fa acqua da tutte le parti), arriva pochi giorni fa la seconda ed ultima motivazione, questa volta da parte da parte del Preside De Sarro, “La mancata attivazione del corso di specialistica in Biotecnologie è dovuta alla diminuzione dei posti disponibili decretata dal Miur”. Come per dire: non è colpa nostra. Lo stupore stavolta è forse ancora più grande e le domande naturali. Che fine ha fatto il fantomatico errore della segreteria? Perché questa versione è emersa solo ora? Perché l’Università non ne era a conoscenza e perché appena saputo non si è attivata tempestivamente per cercare di garantire una soluzione ottimale ai ragazzi che in ogni caso avrebbero ed hanno subito un torto palese? A tutto ciò ancora nessuna motivazione è stata data e da queste pagine invitiamo chi di dovere a compiere un intervento finalmente tempestivo ed esauriente.

Dopo le cause che hanno portato alla mancata attivazione del corso si pone ovviamente il problema del futuro dei “nostri” studenti e quindi il “problema soluzione” di un diritto certamente leso.

Alle ovvie domande di risarcimento in termini accademici è di questi giorni una soluzione comunicata ancora dal Preside della facoltà che annuncia l’attivazione di un master che andrebbe a sostituire il primo anno di specialistica (quello perso) e poi farebbe accedere, in virtù dei crediti grazie a questo acquisiti, al secondo anno di specialistica che quindi verrebbe di conseguenza riattivato. Ottimo, ma , e non per essere pignoli, sorgono ancora delle domande logiche che necessitano di risposte che, secondo noi, dovranno rappresentare garanzie per gli studenti e responsabilità importanti per l’Ateneo. Siamo sicuri che il secondo anno di specialistica sarà riattivato? Come fanno ad esserne certi i diretti interessati? E se il Miur tagliasse ancora i posti a disposizione del nostro ateneo? E se dovessero essere riammessi i posti di questa specialistica, dovremmo attenderci tagli in qualche altra nostra facoltà? Visto che i costi di un master sono certamente maggiori rispetto a quelli di un anno accademico, a quanto ammonterebbero? Potremmo aspettarci degli aiuti da parte dell’Ateneo viste le spese non preventivate delle famiglie?

Ci scusino i funzionari dell’istruzione accademica locale, ma sono domande legittime e non si stupiscano di questa nostra diffidenza, ma capiranno bene la natura di uno scetticismo che certamente non è una base solida sulla quale costruire una realtà accademica di spessore. Vorremmo invece che la base sulla quale possa poggiare il nostro mondo accademico, come è avvenuto in tante altre occasioni ( è giusto sottolinearlo), sia una base forte, fatta di meritocrazia ed efficienza. Costruiamo il sogno che l’ Ateneo Magna Grecia, perché no, possa rappresentare anche un eccezione positiva del panorama nazionale; ecco perché nasce la nostra rabbia per simili episodi e la nostra voglia di capire.

Potremmo continuare, ma per ora ci fermiamo qui, senza commenti e considerazioni ulteriori, sicuri di aver lasciato il segno tra chi ha una responsabilità enorme: la formazione professionale e culturale dei giovani che domani dovrebbero essere l’orgoglio e la base del nostro Paese.   

Autore

Redazione

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