ESPRESSO risponde ad accuse di Mastella

L’espresso risponde alle accuse di Mastella

Dopo le dichiarazioni del ministro Clemente Mastella, in relazione all’articolo di Riccardo Bocca “Palazzo d’ingiustizia”, ecco le precisazioni de L’espresso

 
La partecipazione al ‘Vaffanculo Day’ organizzato da Beppe Grillo ha riacceso la discussione se vari sintomi di disaffezione e sfiducia nei confronti della classe politica rivelino la rinascita del qualunquismo. Non credo che la crociata ormai decennale di Grillo contro tutti possa essere definita qualunquismo, perché caso mai si tratterebbe di una sorta di neo-savonarolismo laico.

Il problema è quello della gente che partecipa con lui, e persino di quelli che lo vanno a sentire per puro divertimento, perché se si divertono è perché viene sollecitato pur sempre qualche loro rancore profondo. D’altra parte le 150 mila copie (sino a luglio, che poi se va bene diventano 300 mila lettori) di ‘La casta’ di Stella e Rizzo non sono noccioline: tutti quei lettori che si interessano a come vengono spesi e sprecati i soldi pubblici, non sono gente che vuole soltanto divertirsi. È gente che cerca materia alla propria indignazione o almeno alla propria insoddisfazione nei confronti della classe politica e degli amministratori degli enti pubblici.

Ma si tratta di ‘qualunquismo’? Il qualunquismo storico (lo racconto ai giovanissimi) nasce quando nel dicembre 1944 (nella Roma già liberata, ma mentre i fascisti dominano ancora l’Italia del nord), Guglielmo Giannini fonda un giornale, ‘L’uomo qualunque’, che già nel 1945 raggiunge le 850 mila copie di tiratura (tantissimo per quei tempi) sino a che nel 1946 dà origine al movimento omonimo che manderà ben 30 deputati alla Costituente. Che poi il movimento da un lato venga strumentalizzato dalla Democrazia cristiana e infine si smembri andando a ingrossare le file del partito monarchico e del neonato Movimento sociale, ci dice soltanto che il suo richiamo catalizzava i malumori dei vecchi fascisti epurati e di chi, uscito frastornato da vent’anni di dittatura, non riusciva a capire né la dialettica tra partiti diversi, né la retorica post-resistenziale che chiamava tutti a un pronunciamento ideologico. Era insomma il movimento dei ‘vaffanculo’ dell’epoca, ma per ragioni del tutto diverse da quelli odierni.

Il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha dichiarato questa mattina, nel corso della sua conferenza stampa, che se le notizie che lo riguardano nell’articolo “Il palazzo dell’ingiustizia” sono veritiere, si dimetterà da deputato. In caso contrario, ha chiesto che si dimetta da giornalista Riccardo Bocca, autore dell’articolo.

“L’espresso” ribadisce i seguenti punti:

1) Nell’articolo si spiega che il ministro Mastella ha controfirmato con il ministero dell’Interno una convenzione nel “Patto Calabria sicura” per l’assunzione di 60 operatori per gli uffici giudiziari e le Procure delle zone di Lamezia Terme, Gioia Tauro e della Locride.

2) “L’espresso” ha spiegato che senza gara pubblica, ma con una trattativa privata multipla, l’incarico di selezionare il personale è stato affidato alla società Worknet Spa.

3) “L’espresso” ha svelato che il responsabile della filiale di Reggio Calabria, che ha svolto parte delle selezioni, si chiama Bruno Idà, arrestato lo scorso febbraio all’interno delle indagini sul traffico di carne infette del clan di ‘ndrangheta Iamonte, e presente nelle intercettazioni che riguardano il manager Antonio Saladino, indagato dal pm Luigi De Magistris nell’inchiesta Why not.

4) “L’espresso” ha specificato che le selezioni nelle filiali di Lamezia Terme e Catanzaro sono state seguite dall’ufficio commerciale della Worknet e da Nadia Di Donna, secondo gli investigatori braccio operativo di Antonio Saladino (che nelle intercettazioni la chiama «Nadiuccia»)

5) L’espresso” ha ricordato che in un’intercettazione il ministro Mastella chiamava amichevolmente Antonio Saladino «Tonì», e veniva da lui chiamato «Clemente».

Tale è la gravità dei fatti, che il prefetto di Reggio Calabria, Francesco Musolino, dopo l’anticipazione dell’articolo, ha dichiarato: «Le notizie recentemente acquisite mi inducono a prevedere immediatamente una radicale verifica delle procedure seguite per l’appalto in questione, non escludendo l’adozione anche di provvedimenti drastici fino alla rescissione del contratto». Quanto al ministro Mastella, ci aspettiamo che mantenga l’impegno preso in conferenza stampa. Il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha dichiarato questa mattina, nel corso della sua conferenza stampa, che se le notizie che lo riguardano nell’articolo “Il palazzo dell’ingiustizia” sono veritiere, si dimetterà da deputato. In caso contrario, ha chiesto che si dimetta da giornalista Riccardo Bocca, autore dell’articolo.

Fonte Espresso(05 ottobre 2007)

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento