La vicenda dell’ex Stac ha del paradossale

riceviamo e pubblichiamo

La vicenda dell’ex Stac ha del paradossale e, scorrendo le pagine locali, qualunque considerazione o giudizio rischia di fomentare infinite polemiche. Tentiamo, però, alcune riflessioni. E’ giusto che una struttura adiacente un prestigioso istituto scolastico venga trasformata in un ulteriore punto di ristoro e/o commerciale? Intanto bisognerebbe capire perchè su tale sito, secondo indiscrezioni della stampa, sarà impiantato un Mc Donald’s: se così fosse, la questione dovrebbe preoccupare innanzitutto chi abitualmente lavora dall’altra parte di piazza Matteotti. Allo stato, però, pende una gara di appalto (la seconda per essere precisi e per giunta al ribasso rispetto alla prima) eppure già si conosce chi sarà l’aggiudicatario: in un paese normale ciò sarebbe possibile? L’Istituto Industriale ha delle sofferenze di spazio per cui sembra quasi ovvio che un immobile adiacente venga annesso a quello principale, sia per agevolare il diritto di studio degli studenti sia per garantire una migliore offerta formativa. Il tutto rientrerebbe, tra l’altro, in un un’efficace rapporto di collaborazione fra istituzioni perchè la scuola appartiene alla Provincia e l’ex Stac al Comune. Ma a Catanzaro aleggia uno strano concetto di “cosa pubblica”. Si vorrebbe concedere ad un privato (Mc Donald’s o chi per lui) una struttura pubblica per avviare un’attività commerciale che, per sua natura, dovrebbe stare alle regole del libero mercato. Un dubbio, però, si insinua nella riflessione: è lecito concedere a prezzo “agevolato” un immobile pubblico ad un soggetto che altrimenti dovrebbe rivolgersi a privati ai quali corrispondere un canone di locazione sicuramente più alto? L’ipotesi è concreta se anche la seconda gara andrà deserta e il prezzo di locazione richiesto scenderà ulteriormente. Ma poi, se anche fosse vero che siamo nei pensieri di una multinazionale, siamo del tutto sicuri che Catanzaro, e soprattutto piazza Matteotti, ne trarrebbero beneficio? Dal punto di vista del traffico, immaginiamo che alle automobili in circolazione si aggiungerà un numero imprecisato di pedoni, studenti e avventori del ristorante. Ancora, una multinazionale come Mc Donald’s viaggia su una media di ricambio dei lavoratori del 45/55%, vale a dire che il personale impiegato varia in media ogni 3/4 mesi. Andrebbe pure bene, purché si sappia che si tratta di lavoro precario. Inoltre, le applicazioni contrattuali della Mc Donald’s non sempre sono quelle proposte dalla contrattazione collettiva nazionale: le statistiche dicono che il tasso di sindacalizzazione nelle strutture della società americana è assai basso, al punto da rendere insignificante la presenza del sindacato, salvo poi farlo intervenire in fase di apertura delle rivendicazioni salariali. In conclusione, se l’iniziativa è privata e si svolge nel libero mercato, la stessa assume contorni virtuosi e utili per una qualsiasi comunità, a maggior ragione per Catanzaro. Il problema, quindi, non è tanto il Mc Donald’s in città, quanto che la cosa avvenga nel rispetto delle regole e individuando una collocazione più razionale ed efficace. L’importante è non dimenticare le ragioni della cultura e della formazione scolastica che, se non erriamo, sono alla base del programma del sindaco Olivo.

                                                                                                          Associazione Altracatanzaro

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