Catanzaro-Vigor Lamezia 1-2 Le interviste

Il Direttore Sportivo Donnarumma e il mister Ammirata per la Vigor Lamezia, Fausto Silipo per il Catanzaro.

Il primo a giungere in sala stampa, nel dopo-partita del derby è stato Donnarumma (Direttore Sportivo Vigor Lamezia) esordisce, a sorpresa, facendo i complimenti alla squadra di Mister Silipo “Spero di non incontrare più il Catanzaro il prossimo anno, il che significherebbe che spero che non sarete più in serie C2, magari ci vedremo solo in Coppa Italia.” Si aspettava un Catanzaro così? “Non mi aspettavo una Vigor Lamezia così, sono sinceramente estasiato della dedizione e dell’atteggiamento della squadra in campo. Consentitemelo, una squadra rinnovata per 8/11, con la linea mediana in cui giocavano un ‘86, un ’88 e un ’85, con quattro giocatori squalificati, infortunati come Ramora e Porpora, anche se quest’ultimo era in panchina, mi ha fatto  commuovere per l’atteggiamento straordinariamente volitivo. Veniamo da una batosta in Coppa, attraversiamo un momento difficile, venivamo dalla sconfitta interna con il Benevento, da un pareggio brutto con il Melfi, quindi per noi oggi la partita era importante, al di là del derby, per il futuro, e mi è piaciuta la risposta, indipendentemente dal risultato, ma è piaciuto soprattutto l’atteggiamento, la voglia, la determinazione, e credetemi non era facile. Il Catanzaro, l’ho detto in settimana e lo ribadisco, è una squadra fortissima, penso che oggi c’è stata la Vigor che ha saputo sfruttare i punti deboli, i pochi che ha, della squadra di Silipo. Ritengo il Catanzaro più forte del Benevento, perché ha molti giocatori che conoscono la categoria, invece i campani sono un insieme di giocatori forti.” Quanto c’è di Ammirata in questa vittoria? “C’è tantissimo, se devo dare un nome a questa vittoria è quello del mister. Ha preparato la partita in maniera perfetta, studiando il modo di attaccare i tre difensori centrali per non fargli fare gioco. E’ tutto un lavoro che va avanti da martedì, e Ammirata ha un merito straordinario.” Dopo il D.S. entra in sala stampa il mister Ammirata che riceve i saluti e i complimenti di Frisenda e Coppola, la prima domanda riguarda lo studio della partita, fatto dall’allenatore lametino, in settimana “Fermo restando che l’allenatore può incidere il 10% sulla vittoria della squadra, per cui gli attori sono i giocatori, dunque sono loro che decidono di vincere, perdere o pareggiare. E’ normale che abbiamo lavorato bene in settimana, l’importante era quello di inibire sul nascere la loro azione. Siccome la loro fonte di gioco iniziale sono i tre difensori, abbiamo cercato di inibirli, bene nel primo tempo, meno nel secondo, il fatto di non averli fatto giocare e costretti ai lanci lunghi, ci ha permesso di fare delle ripartenze, avendo anche i giocatori adatti a questo, come Riccobono e Lauria.” Nella sua preparazione della partita, quanto ha contato l’aspetto psicologico? “La mente deve essere usata e cercare di farla usare ai giocatori come acceleratore, perché potrebbe essere anche un freno, abbiamo lavorato in settimana su questo aspetto, tenendo presente di non fare pesare la sconfitta in casa con il Benevento.” Donnarumma ha detto che, a tratti,  il Catanzaro gli è piaciuto più del Benevento, è d’accordo? “Sono due modi di giocare diversi, ritengo che il Catanzaro abbia un potenziale offensivo che hanno pochi nel nostro campionato, ma anche dei buoni cursori di fascia, oggi sicuramente qualcuno ha reso meno di altre occasioni, ma non dimentichiamo che c’erano undici giocatori del Lamezia che hanno fatto del sacrificio tattico e del furore agonistico la loro arma migliore.” Le assenze, alla fine, possono aver giovato alla squadra? “Credetemi, non ho dato alcun peso alle assenze, ho detto ai miei undici giocatori, proprio per alimentare l’aspetto psicologico, mi piace parlare di Lo Petrone, di Carraro, di Riccobono, di Ciminari che giocheranno, perché loro hanno fatto una grande partita e ora se la giocheranno con i rientranti.” Finito l’incontro con Ammirata, entra in sala stampa Fausto Silipo, al quale vengono subito chieste notizie su Ferrigno “E’ uscito in barella, era in uno stato di semi-incoscienza, con problemi respiratori. Speriamo non sia nulla di grave.”  Per il resto è sembrato un Catanzaro affetto da forte sbornia? “A me diventa difficile trovare una spiegazione logica per tutto quello che è successo, soprattutto in virtù di quello che si era fatto a Roma, chiaramente c’è da dire, senza dare demeriti a nessuno, che sostituire due giocatori della portata di Caccavale e Di Meglio, e parlo di personalità e capacità di impostare il gioco, perché alla fine loro due sono dei centrocampisti aggiunti, quindi partendo abbiamo avuto difficoltà nella partenza della manovra. In mezzo al campo ci si aspettava di più da Berardi, che forse ha accusato troppo l’emozione, contemporaneamente ci siamo dovuti privare di Benincasa, utilizzato a destra, ma credo che la cosa peggiore sia stata la mancanza di personalità della squadra. Penso che ci siano più spiegazioni di ordine psicologico, lato che però è difficile esplorare. Sul piano tecnico posso dire che abbiamo perso tanto non potendo iniziare il nostro gioco da dietro, ciò non toglie che non voglio dare responsabilità ai difensori utilizzati, perché dal punto di vista difensivo non siamo mancati, ma nella capacità di impostazione non ci siamo stati. ” Cosa ha pensato di fare negli ultimi minuti del primo tempo? “Devo riconoscere che sono stato un po’ troppo voglioso di far giocare Bueno, probabilmente questo ha tolto qualche cosa a livello di testa agli altri, perché di vedeva che non stava bene. Chiedevo a lui come stava e mi diceva andava bene, quando in realtà non era così.” Quale poteva essere il correttivo in quel momento? “Avere a disposizione 10 cambi, perché era difficile trovare un giocatore in palla. Onestamente non mi aspettavo questa prova dopo la partita di Roma. Al Catanzaro servono giocatori con forte personalità e bisogna primeggiare con una buona organizzazione di gioco. Su Bueno, noi abbiamo fatto di tutto per metterlo in campo, poi era il giocatore che doveva diventare medico di se stesso e dirci come stava, probabilmente avrei dovuto cambiarlo dopo due minuti, però c’è stata una fase alla fine del primo tempo in cui sembrava che stesse prendendo fiducia e che quindi mi ha fatto pensare che forse poteva proseguire.”
Corrado Ab.Corradini

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