Invasioni di Campo

Invasione di campo – numero zero

Parte una nuova rubrica curata dal nostro collaboratore Francesco Guerrieri su tutto ciò che di calcio si dice e si fa fuori dal Ceravolo, dal baraccone al resto del mondo.

“Anche se va tutto male, la ragazza ti lascia, perdi il lavoro, c’è sempre un campionato che inizia a settembre”.
Questo il pensiero di Nick Hornby, espresso in Febbre a 90°.

Aggiungo che c’è sempre una rubrica da scrivere per ogni campionato che inizia a settembre.
Invasione di campo, per come l’ho concepita, vuole essere una finestra sullo schizofrenico mondo del pallone, un diario di bordo che vada a cogliere gli aspetti più particolari e folcloristici caratterizzanti il panorama calcistico che circonda il micro-cosmo Catanzaro.

Di volta in volta si spazierà dalla nostra serie A al semiprofessionismo della C2, passando per il football britannico fino al calcio bailado sudamericano.

A guidare la penna saranno i fatti salienti della settimana, e le questioni tecniche andranno di pari passo col costume e riflessioni al limite del vaneggiamento.
Le parole d’ordine di “Invasione di campo” saranno ironia e dissacrazione.

Il punto di partenza è rappresentato dalla consapevolezza che sia stata l’esasperazione del gioco a generare mostri come il doping, i bilanci truccati, “calciopoli” e quell’escalation di violenza che ci ha condotti ai fatti dello scorso inverno, con la chiusura di diversi stadi ed il tifoso relegato forzatamente sulla poltrona di casa, col telecomando in mano al posto del caffè borghetti.

Ripartiamo da questa consapevolezza e dalle basi del gioco: un pallone, un prato verde e ventidue gladiatori pronti a darsi battaglia fino al triplice fischio.
Nel frattempo, chi ha avuto il piacere di sfogliare una Gazzetta sotto l’ombrellone avrà notato che il mercato calcistico internazionale è inondato dai milioni americani e russi dei padroni della Premier League.

Dei primi 8 acquisti per valore nel calciomercato estivo, solo uno è stato effettuato da una squadra italiana (Pato al Milan).

Perdita di competitività o avvedutezza? Lo scopriremo solo vivendo…e seguendo la Champions League.
In Inghilterra la stagione ufficiale si è aperta con l’assegnazione del primo titolo, il Community Shield (“lo scudo di carità”, la supercoppa inglese), che pare porti sfiga quasi quanto il Trofeo Berlusconi, dato che chi lo vince quasi mai si ripete in campionato.

Lo sa bene il Chelsea di Mourinho, che, nella splendida cornice del nuovo Wembley, decide di sparare ben tre rigori addosso a Van der Sar (sì, proprio lui, lo sciagurato Edwin), e lasciare il titolo ai Red Devils del Manchester Utd.
In Italia la tristezza per l’emorragia di talenti che emigrano è mitigata dalla soddisfazione di aver preservato alcuni pezzi forti della nostra serie A, in primis Bobone Vieri, neoacquisto della Fiorentina di Prandelli.
Perché se è vero che in Inghilterra all’autore di una tripletta viene assegnato il pallone della partita, a Firenze Bobo ha già trovato la sua dimensione ideale, ed ogni tre moijto porta a casa il bicchiere e la barista.
Ah, dimenticavo che ogni settimana, come appendice alla rubrica, risponderò ad una domanda di voi lettori sul Catanzaro, giusto per rompere i palloni anche un po’ in casa nostra.

Quella Catanzaro che oggi culla il successo del figliol prodigo Pino Lorenzo, eletto dal Times nel gotha dei calciatori più “cattivi” della storia del football (dodicesimo nella graduatoria guidata da Goicoitxea, il giustiziere di Maradona, il macellaio di Bilbao, e Stuart “Psycho” Pearce, il mostro di Nottingham).

Pare che Battafarano ci sia rimasto male per l’assenza nella lista, ma la classifica riguardava solo ed esclusivamente i calciatori.

Detto ciò, credo che siamo tutti pronti per partire verso una stagione densa di impegni e di censure.

Quindi, chiudete la valigie.

Sperando di ritrovarle all’aeroporto di Fiumicino. Di questi tempi, sembra un’impresa.

 

Francesco Guerrieri

Autore

Giannantonio Cuomo

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