Parte il Catanzaro targato Silipo.

Ma con una sgradita novità: il Ceravolo sarà monco.

Conferenza stampa di presentazione del Catanzaro ieri ad Acri, ridente paesino della sila cosentina caratterizzato dalla classica architettura del “nonfinito” alla calabrese e piegato oggi da un caldo asfissiante e da un umidità messicana.

Sugli scranni d’onore presenti da sinistra a destra il Ds Pasquale Logiudice, un signore che mi hanno riferito essere il rappresentante di un azionista di minoranza, il presidente Pittelli, il direttore generale Gianni Improta e il nuovo mister Fausto Silipo.

Tranne il signore in camicia seduto fra Logiudice e Pittelli, tutti sono stati interrogati con curiosità dai giornalisti intervenuti. Le frasi proferite, come in tutte le conferenze di presentazione, si possono anche oggi dividere fra due macrocategorie: quella delle parole vuote, di circostanza e quella dei contenuti. E oggi, di contenuti, ce ne sono stati tanti. E alcuni difficili, se non impossibili, da digerire.

Pittelli ha cominciato con frasi pompose ed eleganti, ha ringraziato tutti, ha elogiato il Ds Logiudice per l’eccellente lavoro svolto, ha continuato sottolineando la creazione di una compagine sociale che “sprizza catanzaresità da tutti i pori” (facendo fischiare più di qualche orecchio soprattutto nella terra di pulcinella).

Parimenti elegante l’intervento di Gianni Improta, che non è politico di professione come il suo presidente ma sa parlare e quando vuole sa anche incantare. Noblesse oblige, il titolo di Baronetto se lo è conquistato per penna di Ghirelli e lo deve difendere ogni santo giorno, peccato per qualche caduta di stile che in una persona come lui non vorremmo mai vedere. Ma tant’è, il diggì (che non è il telegiornale locale) si innervosisce, litiga con un giornalista e poi si scusa. Tutto chiarito, forse. L’argomento, in effetti, era caldo come la giornata silana: la chiusura del settore “Distinti” dello stadio Ceravolo e il probabile danno anche economico per i tifosi sfrattati dal loro habitat naturale.

Il presidente, dopo aver ammesso le defaillances della società nella passata stagione nell’area Comunicazione e aver annunciato le migliori intenzioni per quella alle porte, ha toccato il tasto più dolente: la catastrofica situazione degli impianti sportivi in città. Giovino ridotto malissimo, San Floro con un accordo da perfezionare e lo spettro di allenamenti da fare chissà dove. Per ora ad Acri, per fortuna. Poi, si vedrà. “Il problema dello Stadio è un problema politico-amministrativo”. Verissimo. E per questo siamo ancor più preoccupati.  Improta, sottolineando l’importanza degli impianti anche per il settore giovanile, ha poi ammesso che a tutt’oggi non si sa a quale campionato giovanile ci si iscriverà. E non facciamo fatica a credere che le amministrazioni pubbliche, come denunciato da Pittelli, non stiano facendo il massimo per far sopravvivere il calcio in città. Poi la pietra dello scandalo, la comunicazione della decisione presa dalla società di chiudere il settore distinti in ottemperanza alle prescrizioni della Lega sulle limitazioni di capienza. Non ci sono soluzioni alternative? No, rispondono in coro, e se ci sono non sono altrettanto logiche. Per Improta, dovendo chiudere un settore si è scelto quello dei Distinti, perchè esposto alle intemperie atmosferiche, non inquadrato dalle telecamere delle Tv e ideale per ospitare una delle due postazioni di soccorso oggi necessarie. Si chiude il sipario, a tempo indeterminato, su un settore che ha fatto storia, unico settore popolare in Italia a ospitare panchine e tribuna stampa e amato come una curva dai suoi fedelissimi frequentatori. Che a volte si passano il posto, e il testimone, di generazione in generazione. E’ la vera notizia del giorno, quella di un Ceravolo effetto “mono” che ospiterà la squadra forse più forte degli ultimi tempi con una cassa muta. Quella dei tanti tifosi brontoloni ma innamorati, e sempre presenti, con la pioggia (che in effetti li bagnava, prima della decisione di stampo paternalistico della società) e col sole (che li abbagliava, visto che tramontava sempre lì, davati al loro e mai alle loro spalle). Chi può, se può, ci ripensi.

Capitolo squadra: Ferrigno sarà il nuovo capitano, la rosa è da sfoltire, e qualcuno lascerà anzitempo il ritiro di Acri. Nel dubbio, prima di andare via, abbiamo salutato tutti con affetto…

Giannantonio Cuomo

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Redazione

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