TURISMO – Quale futuro turistico per la città?

riceviamo e pubblichiamo

Credo che di fronte alle qualificate osservazioni che in questi giorni stanno venendo fuori in merito alla complicata faccenda delle lottizzazioni presenti nella zona adiacente alla pineta di Giovino, la classe politica e gli ordini professionali abbiano il compito ed il dovere di fornire delle risposte altrettanto qualificate. Non si tratta infatti della classica lottizzazione ma, se ho capito bene, di una serie di villaggi che andranno ad essere costruiti lungo tutto il tratto costiero compreso fino al limite settentrionale del comune di Catanzaro. Detta in altri termini si tratta di un’occupazione pesante e completa di una parte di territorio cittadino che, a parere dei più, dovrebbe invece essere destinato al turismo inteso nel senso più ampio e lungimirante del termine. Mi spiego. Se in quella parte della città l’amministrazione comunale, col supporto e col conforto degli architetti e degli ingegneri, può prevedere nell’imminente Piano Strutturale la realizzazione ex novo di un quartiere pensato con tutti i criteri imposti dalla buona edilizia, allora il capoluogo di regione potrà dotarsi di quelle infrastrutture necessarie ed atte ad offrirsi nel panorama turistico nazionale ed internazionale. Una buona amministrazione politica, un’illuminata classe dirigente, un’attenta categoria professionale, ma anche la stessa cittadinanza, potranno incidere positivamente verso la realizzazione di un simile progetto. Viceversa, nell’assenza di stimoli o direttive – anche forti – si procederà ancora una volta a deturpare il territorio catanzarese senza apportare alcun beneficio alla collettività. Invece dobbiamo intendere la realizzazione di un nuovo quartiere sul litorale jonico come elemento propulsore di turismo e dunque di ricchezza per l’intera città. Sempre che un tale insediamento urbanistico venga progettato da gente competente e che – nella fattispecie – preveda soprattutto la realizzazione di hotels e di tutti quei locali e quei servizi che potrebbero dare al capoluogo di regione un “tocco”  di grandezza. Senza considerare che l’edificazione di alberghi esteticamente gradevoli nel contesto di questo ipotetico nuovo quartiere, ai lati di un’ipotetica elegante arteria, potrebbe dare un’altra immagine della città. E senza considerare inoltre che questo ipotetico quartiere potrebbe garantire alla città, nei mesi invernali, un turismo congressuale.
Insomma, pensare che l’ultimo tratto di territorio costiero cittadino sarà destinato per un uso “privatistico” disintegra in maniera irreversibile le flebili speranze che Catanzaro rinasca anche sotto il profilo dell’offerta turistica, che pure dovrebbe essere una indiscussa risorsa considerata la felice posizione geografica, la bellezza del paesaggio, l’incantevole mare circondato da verdi colline. Accanto ad un turismo di tipo culturale, che pure risulta ancora inespresso, Catanzaro potrebbe davvero diventare un gioiello anche per il turismo balneare e fare coppia con la perla dello Ionio, ovvero la vicina Soverato. Le villette di cui tanto sento parlare e che pare saranno costruite lungo tutta la costa tra Giovino e la foce dell’Alli, anche nella migliore delle ipotesi (cioè che si tratti di villaggi turistici) non potranno mai garantire lo sviluppo per l’intera città ma solo quello dei costruttori, come già altri puntualmente hanno fatto notare. E poiché non ci sarà un’altra possibilità per realizzare servizi e hotels sulla costa, la politica decida con maturità e con lungimiranza che tipo di destinazione vorrà dare a quella parte di città e, con essa, quale futuro le vorrà riservare.

Mercoledì 13 giugno 2007
Prof. Egidio Campagna

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